ELEZIONI POLITICHE. La tessitura di Tommaso De Simone. Per lui nessun concorrente Pd nel maggioritario. Ma l’impresa con Cinque Stelle e Renzi che vanno da soli, è al limite dell’impossibile

1 Agosto 2022 - 11:27

E a noi dispiace anche, perché rappresenterebbe una buona risorsa di rappresentanza per questo territorio. Un paio di concetti per spiegare questo nostro punto di vista

 

CASERTA(g.g.) Non è un mistero  che, soprattutto negli ultimi due anni, il Presidente della Camera Di Commercio Tommaso De Simone abbia stretto un rapporto più che amichevole con il governatore della Campania Vincenzo De Luca e dunque anche con il figlio Piero. Non sappiamo se questo fatto abbia inciso nel contatto che De Simone ha avuto con i vertici nazionali del Pd. Mentre, si può dire tranquillamente che chi ha seguito certe dinamiche, non è rimasto stupito nel momento in cui Enrico Letta ha parlato di De Simone come candidato al collegio maggioritario di Caserta. De Simone ci sta pensando, ma almeno fino a ieri il suo era più un si che un no. Deve augurarsi, almeno che Calendo e Renzi, entrambi, non uno si e l’altro no, entrino alla fine in coalizione con il pd quantomeno per giocarsela. Ciò, al di là di un valore aggiunto indiscutibile che De Simone porterebbe indubbiamente in dote, ma che, alle elezioni politiche ha sempre contato fino a un certo punto, visto che nella testa degli italiani, quando si vota per il governo, diventa quasi irrilevante l’identità dei diversi candidati, come dimostrarono ad esempio le elezioni del 2018, quando le candidature di cinque stelle furono puramente figurative, visto e considerato che quel simbolo avrebbe fatto cappotto lo stesso anche se non fosse stato accompagnato nei vari collegi da un nome e un cognome.

De Simone deve augurarsi che si sviluppi, in queste due ultime settimane entro le quali le liste dovranno essere chiuse, in vista della loro formale presentazione fissata per le giornate di lunedì 21 agosto e martedì 22 agosto, quella che in molti, non infondatamente, definiscono “l’ammucchiata”, cioè una roba che andrebbe dal comunista Fratoianni all’iper centrista Calenda, passando anche per un’aggregazione in extremis, al momento improbabile, di Matteo Renzi. Questo perché, se ci saranno, come ci saranno, candidati del movimento cinque stelle di Beppe Grillo e Giuseppe Conte in ognuno dei collegi maggioritari, un nuovo candidato, ad esempio indicato da Renzi e dalla sua Italia Viva o addirittura da Renzi e Calenda insieme, andrebbe a pescare in un elettorato che comunque non avrebbe mai votato centrodestra. Ciò  favorirebbe, per il meccanismo abbastanza lineare e semplice del sistema maggioritario (vince chi riporta un voto in più dei suoi avversari) una vittoria per lo stesso centrodestra, che i sondaggi, tutti i sondaggi, danno in buona salute.

Quello che oggi sembra definito, potrebbe non esserlo domani. Nella politica italiana, ne abbiamo viste e anche raccontate di tutti i colori. A proposito della posizione di Matteo Renzi, questi  ieri pomeriggio ha riunito nel Bar Napoli, prospiciente all’area del porto dove ha attraccato l’aliscafo o un’altra imbarcazione con cui è arrivato da Capri, dove ha trascorso il venerdì pomeriggio e tutto il sabato, ha riunito i suoi quadri a partire dall’Assessore Regionale Nicola Caputo, che, diciamocela tutta, è molto più vicino al partito di De Luca che a quello di Renzi, proseguendo con i Consiglieri Regionali Enzo Santangelo etc fino ad arrivare agli altri rappresentanti di Italia Viva nelle istituzioni campane, mobilitandoli e dicendo loro di tenersi pronti a candidarsi, sia nei listini proporzionali, sia nell’uninominale maggioritario sotto alle insegne di Italia Viva che sicuramente – così ha detto Renzi sulle cui dichiarazioni torna sempre buono avere un minimo di prudenza – correrà da sola il prossimo 25 settembre, provando in tutti i modi di costruire con Calenda un polo di centro vero con il suo ex ministro delle attività produttive Calenda se questo dovesse convincersi a non stipulare l’accordo con il pd che invece è ancora in ballo.

Insomma De Simone rischia di veder vanificata la sua tessitura da una contingenza elettorale, creatasi all’indomani della rottura del fronte tra pd e cinque stelle, che ha ribaltato i pronostici anche nei collegi maggioritari della Campania, i quali venivano assegnati, tutti, o quasi tutti, a un centrosinistra a trazione Letta- Conte.

Situazione in evoluzione, anche in questo caso. Viene da dire, parlando di uno dei nodi più complicati da sciogliere, cioè quello relativo alla candidatura di Stefano Graziano, che l’ex consigliere regionale non ha mai valutato seriamente l’idea di affidare il suo agognatissimo desiderio di tornare a Roma, ad una propria candidatura in uno dei tre collegi maggioritari totalmente casertani, cioè i due della Camera e quello del Senato.

Ci sarà anche un perché.