ELEZIONI REGIONALI. Se i 5 Stelle e il Pd di Schlein hanno messo alla porta Zannini, Cascone, Picarone e Mocerino allora non si capisce perché non lo debbano fare con Marcello De Rosa addirittura condannato a 3 anni per falso

23 Settembre 2025 - 15:40

Per un reato compiuto nell’esercizio della funzione di sindaco di Casapesenna. Si tratterebbe di una discriminazione assurda

NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20

CASERTA (g.g.) Se il nome di Giovanni Zannini non è passato, in quanto considerato impresentabile da quelli di 5 Stelle e dal Pd targato Schlein e Camusso (per Vincenzo De Luca e Piero bello e’ papà non ci sarebbe stato alcun problema, figuriamoci) non ci capisce, e stavolta forse Zannini avrebbe tutte le ragioni dalla sua parte, per quale motivo, l’ex sindaco di Casapesenna, ex vice presidente reggente della provincia, oggi consigliere comunale del suo paese e consigliere provinciale in carica, Marcello De Rosa, dovrebbe essere candidato quando, tra lui, Giovanni Zannini, e gli altri indesiderati deluchiani Mocerino, Cascone e Picarone, è De Rosa a stare più inguaiato di tutti. Perché i primi 4 citati sono pesantemente indagati per reati gravi o rinviati a giudizio, mentre Marcello De Rosa è stato condannato a 3 anni di reclusione per il reato di falso, a causa dell’arcinota vicenda della firma falsa del consigliere comunale Sebastiano Cilindro che De Rosa voleva assolutamente far dimettere non riuscendoci. E allora le dimissioni e la firma le ha scritte e le ha firmate lui o suoi diretti collaboratori.

In verità le lentezze esasperanti della giustizia italiana hanno fatto si che questo processo non sia stato ancora discusso in Corte d’Appello dove qualora fosse confermata la condanna a De Rosa, per una pena di almeno due anni, ciò determinerebbe l’applicazione della legge Severino con la conseguenza che l’ex sindaco di Casapesenna dovrebbe abbandonare immediatamente tutte le cariche pubbliche elettive e anche quelle non elettive ricoperte. E’ chiaro che gli avvocati di De Rosa puntino ai tempi lunghi per sfruttare la prescrizione visto che, evidentemente, De Rosa, teme, per quello che ha fatto, la conferma dell’addebito.

Com’è noto Marcello De Rosa negli ultimi mesi ha imparato a memoria la strada pere Ceppaloni e per Benevento. Più volte, infatti, si è recato nelle due dimore di Clemente Mastella, quella del paese e quella della zona delle edilville del capoluogo

Mastella che un tempo candidò Nicola Ferraro è determinato a mettere in campo anche De Rosa che contribuirebbe, secondo lui, al raggiungimento del quorum per l’attribuzione di almeno un seggio alla sua lista mettendo così al sicuro l’elezione di suo figlio, Pellegrino Mastella, candidato a Benevento nell’ambito di una saga familiare che francamente non se ne può più tra la moglie Sandra e ora anche col figlio Pellegrino.

Vedremo nei prossimi giorni se la stessa severità utilizzata con Giovanni Zannini e gli altri sarà utilizzata con De Rosa. Se non dovesse succedere sarebbe del tutto incomprensibile