ESCLUSIVA CASERTACE. Parlano gli autori inglesi della guida Feltrinelli: “Non abbiamo offeso Caserta e vi spieghiamo il perchè”

7 Ottobre 2018 - 19:40

Caserta (Pasman) – Quest’agosto, allorché infuriò la polemica sulla guida inglese Easy Rough Guide “Italia del Sud e Isole”, in cui Caserta veniva definita “città moderna per il resto anonima”, suggerivamo al sindaco, l’avvocato Carlo Marino, di chiedersi perché gli altri ci vedano così, anziché avventurarsi nelle velleitarie querele che minacciava per una presunta, fumosa ed innominata diffamazione territoriale, con un’iniziativa la quale, per vero, appariva non più che un’intemerata provinciale.

E perdipiù ci vedono così male non solo gli stranieri, più distanti dalla nostra realtà, ma anche tutti gli indici numerici di sviluppo della città, i quali non esprimono certo una opinione soggettiva, ma sono misura di una spigolosa oggettività.

Si ricorderà che l’elefante editoriale della Feltrinelli, curatrice dell’handbook per l’Italia, si spaventò classicamente del piccolo topo, costituito dalle infondate proteste casertane, balbettando e barcamenandosi in giustificazioni assolutamente non dovute ed arrivando persino a ritirare la pubblicazione. E deludendo, in tal modo, i non pochi estimatori della prestigiosa casa libraria, i quali si sarebbero aspettati la difesa a spada tratta della libertà di opinione degli autori della guida contestata.

Con una iniziativa che non solo ci pare abbia tradito la sua tradizione di autonomia culturale, ma che l’ha esposta alla emulazione campanilistica, dato che, in questi giorni, anche Agrigento si lamenta perché la stessa guida, a suo riguardo, ricorda dell’esistenza della mafia in quel territorio.

E Caserta ed Agrigento incarnano perfettamente lo stereotipo del vittimismo, del piagnisteo, del rivendicazionismo meridionale.

Di fatto, parlando di Caserta, come hanno rilevato i commentatori più autorevoli, la città è in una condizione di degrado tale che non ha senso allora adontarsi se qualcuno lo rileva, definendola, peraltro in modo garbatamente sfumato, come città anonima.

Sotto questo riguardo, le parole più convincenti e che sottoscriviamo appieno le ha avute lo scrittore casertano Antonio Pascale sul Corriere della Sera del 23 agosto, che invitiamo a leggere per la loro sensatezza.

Altra cosa dalla città, poi, è il giudizio che la guida britannica riserva specificamente al Palazzo Reale.

E qui veniamo al punto.

Non accontentandoci delle risposte apparseci opportunistiche della Feltrinelli, abbiamo interpellato sulla vicenda direttamente Insight Guides & Rough Guides, la società londinese che edita la guida “Italia del Sud e Isole” e colosso mondiale del settore.

Con politeness tipicamente inglese, ci ha risposto personalmente il CEO, ossia l’amministratore delegato, René Frey, il quale, nella nostra ottica, ci ha detto quello che era da attendersi, se non si hanno preconcetti ostinati od interessati.

Nella foto, René Frey, CEO della londinese Insight Guides & Rough Guides

Egli ha affermato che le guide della sua casa editrice “… sono conosciute per la loro informazione diretta e puntuale e questo è ciò che i nostri lettori si aspettano da noi. Comprendiamo appieno l’opinione del Sindaco [intende Carlo Marino, le cui dichiarazioni pubbliche a seguito dei fatti abbiamo portato a conoscenza del manager inglese, n.d.a.], ma non possiamo accettare le sue conclusioniSempre, ciò che è riportato in un libro è una selezione soggettiva dell’autore…. Se qualcosa non è incluso, ciò non significa che non sia rilevante, ma gli autori devono prendere una decisione e scegliere. Quindi non c’è un secondo fine nel nostro caso, molto più semplicemente non tutto può essere incluso.
Venendo al linguaggio specifico del testo, considerato offensivo dal Sindaco, dobbiamo difendere il diritto alla libertà di parola e la visione soggettiva dell’autore. I commenti degli autori non sono certamente offensivi né razzisti, sono diretti e puntuali e si può anche concordare o meno con essi. Lo stesso Sindaco riconosce le questioni sollevate e per i turisti stranieri che viaggiano le questioni di sicurezza, ad esempio, sono molto importanti. Alcune parole avrebbero potuto essere evitate, tuttavia questo è il valore fondamentale delle Rough Guides, scrivere le opinioni e non nasconderle. Personalmente potrei non essere d’accordo con la visione e i commenti degli autori. Sono stato una volta per un lungo weekend a Napoli, Sorrento e Amalfi e sono rimasto estremamente colpito. Non ho avuto la possibilità di vedere Caserta e il Palazzo, tuttavia sono convinto che mi piacerebbe. Conosciamo tutti i problemi in quella regione [la Campania, n.d.a.] e non spetta a me dare consigli al popolo italiano su come gestire il proprio paese, ma come editore certe informazioni come la sicurezza sono vitali per i nostri lettori e dobbiamo difendere il diritto alla libertà di parola finché non si abusa di questo diritto. E non c’è certamente nessun abuso qui… La nostra è una guida turistica per le persone che visitano l’Italia dall’estero e non è destinata a offendere nessuno (e non lo è) ma ad aiutare i viaggiatori a svagarsi. Il Sindaco ha verificato quante altre parti sono state descritte in tutta la loro bellezza? È una selezione e capiamo la sua delusione ma non sarà mai possibile comprendere tutto”.

L’autore del testo in questione, Martin Dunford, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ho visitato e scritto su Santa Maria Capua Vetere, l’anfiteatro ed il tempio mitraico, Capua, Caserta, Salerno, ecc. Ho anche scritto in dettaglio su Napoli (direi più dettagli di qualsiasi altra guida). È una città che amo e che ho visitato molte volte e certamente non la considero solo un luogo in cui vengono rubati i Rolex”.

Queste le dichiarazioni di René Frey, che ci sembrano le più equilibrate possibili e veridiche, che ha concluso annunciandoci l’intenzione di scrivere al sindaco di Caserta per venire in visita alla città. E a noi piacerebbe che potesse venire.

Quanto ai pareri formulati dalla guida inglese sulla Reggia vanvitelliana, vissuti a Caserta come vero affronto nell’ottica del campanilismo più retrogrado, lì siamo nella materia più opinabile possibile, anche perché connotata da uno spiccato tecnicismo, che attiene alla storia dell’arte e dell’architettura, che non è da tutti.

Come ha ricordato Antonio Pascale nel suo articolo che abbiamo richiamato, anche “…il grande Bruno Zevi della Reggia scrisse questo: «Blocco ciclopico, prisma inesorabilmente chiuso, scevro di scatti, dotato di 4 cortili che l’architetto in un momento di trasgressività avrebbe voluto diversi ma che invece sono uguali».

Dunque il sindaco Carlo Marino, più laicamente se ne faccia una ragione, riservando i propri furori ad altre cause più plausibili.

Altrimenti dovrà presentare una querela postuma anche contro Alessandro Dumas che, nel suo resoconto di viaggio “Da Napoli a Roma”, ebbe a dire del nostro Palazzo Reale:

…Ci duole infino all’anima di non poter unirci al l’ammirazione de’ Napolitani per la reggia di Caserta, opera del loro compatriotta Vanvitelli.’ L’edifizio è grave, inelegante, ingrato all’occhio; le finestre grette e disadorne non rispondono alla massa del fabbricato; la nicchia che domina la porta di mezzo non ha scopo; la facciata è nuda e fredda , e per disgrazia nessun gruppo d’alberi ne dissimula le linee che appaiono ai viaggiatori in tutta la loro rigidezza”.

E poi continua, ma pensiamo che possa bastare.