ESCLUSIVA. INCREDIBILE MA VERO. La Provincia di Caserta premia il suo presunto tangentista. Da Magliocca partono 644 mila euro di lavori alla società di Pezzella, sotto amministrazione giudiziaria

18 Aprile 2023 - 13:14

Ancora l’imprenditore di Casal di Principe, imputato nel processo per gli appalti truccati tra gli uffici delle province di Benevento e Caserta. Il settore Viabilità e Ponti dell’amministrazione provinciale continua a far emergere affidamenti, gare e appalti a dir poco discutibili

CASERTA (l.v.r.) – In ordine, il responsabile unico del procedimento, il geometra Emiliano Mazzarella, l’ex ingegnere della provincia di Caserta, ora in pensione, ma richiamato come membro della Commissione Ponti, Antonino Del Prete, il dirigente del settore Viabilità e Trasporti, Gerardo Palmieri, il consigliere delegato alla Viabilità, il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa e, infine, il presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta, Giorgio Magliocca.

Questo è l’elenco delle persone che potrebbero darci risposte relativamente ad una gara d’appalto dal valore complessivo di 664.000 euro che sta per essere affidata alla Marell, una società con sede in via delle Industrie a Caserta e completamente nelle mani, con il 100% di capitale versato, di Raffaele Pezzella, 57 anni, da Casal di Principe, citato più volte dai collaboratori di giustizia, Antonio Iovine O’Ninno in primis, come uno dei loro costruttori di fiducia, e arrestato nel novembre 2021 perché ritenuto un corruttore, un soggetto capace di fare da tramite tra imprenditori e un ignoto dirigente della provincia di Caserta, secondo quanto riportato nell’ordinanza del gip di Benevento Loredana Camerlengo relativa a questa inchiesta.

La notizia, sostanziale, potrebbe chiudersi qua.

In un luogo abituato all’esercizio dello spirito critico, basterebbe segnalare che l’ amministrazione provinciale ha affidato – in maniera provvisoria, che tra poco diventerà definitiva – i lavori di messa in sicurezza del ponte sulla strada Provinciale 89 (Fontegreca – Gallo – Letino) ad una società nata circa un anno fa, il primo marzo scorso, a 4 mesi dall’arresto di Pezzella, e di proprietà dell’uomo che, secondo quanto è stato messo nero su bianco prima dai pm e poi da un giudice del tribunale di Benevento, avrebbe corrotto un dirigente della Provincia di Caserta affinché assegnasse dei lavori, caso vuole, proprio nell’ambito della manutenzione dei ponti.

Qualcuno si chiederà: ma è legale tutto ciò? Fino a prova contraria, sì.

La Marrell, infatti, è stata presumibilmente colpita da un’interdittiva antimafia, provvedimento della prefettura competente per territorio (in questo caso Caserta) che vieta all’impresa, segnalata per rischio di infiltrazione criminale, spesso e volentieri mafiosa, di poter contrattare con la pubblica amministrazione.

Scriviamo presumibilmente perché, se non abbiamo rintracciato il documento che attesti l’interdittiva, d’altro canto l’iscrizione della Marrel alla white list della Prefettura, ovvero l’elenco di ditte che sono ritenute non a rischio criminale, è annotata con la specifica di impresa sotto il controllo dell’amministrazione giudiziaria, prevista dall’articolo 34 del decreto 159/2011, modificato dal governo Gentiloni nel 2017.

Ovvero, l’impresa sotto il controllo giudiziario, deciso dal tribunale, nel nostro caso quello di Santa Maria Capua Vetere, nella sua sezione Misure di Prevenzione, resta di proprietà del titolare, ma viene nominato un giudice delegato e un amministratore giudiziario, il quale eserciterà tutte le facoltà spettanti ai titolari di diritti sui beni e sull’azienda.

Un meccanismo per cui, al termine dell’amministrazione giudiziaria, la camera di consiglio ad hoc dovrà decidere se si arriverà alla revoca della misura disposta, oppure al controllo giudiziario, altro strumento simile, ma con limiti e tempi differenti, con la possibilità di decidere anche per la confisca di ciò che si ritiene frutto o reimpiego di attività illecite.

Il punto della questione, quindi, è che la Marrel di Raffaele Pezzella è una società che può avere contatti e quindi firmare contratti con la pubblica amministrazione.

Tutt’altro concetto, invece, è se si parla della credibilità, dell’opportunità da parte dell’amministrazione provinciale di Caserta di affidare dei lavori ad un’impresa di proprietà di un imprenditore che ha passato diversi mesi agli arresti domiciliari perché ritenuto uno dei corruttori di un dirigente della stessa provincia di Caserta.

Detto ciò, non crediamo di esagerare se definiamo questo bando di gara allo stesso modo con cui bollammo l’affidamento diretto da 43 mila euro a una società che, sempre secondo la procura di Benevento, era direttamente riconducibile a Raffaele Pezzella, ovvero come una procedura sospetta, sulla quale sarebbe cosa buona e giusta si posasse una luce da parte della magistratura inquirente.

Poi, fino a prova contraria, Raffaele Pezzella è innocente, ci mancherebbe, la Marrel è un’impresa che, seppur nata circa un anno fa, è già capace di compiere opere pubbliche di livello altissimo. Ritenuto questo concetto come principio cardine, però, restano alcuni fatti incontestabili.

Raffaele Pezzella è sotto processo per gli appalti truccati a Caserta e a Benevento. La Marrel è nata mentre Pezzella era recluso agli arresti domiciliari, ovvero nel marzo 2022 (abbiamo notizia di una sua scarcerazione nel settembre 2022, nel caso in cui così non fosse modificheremo questo passaggio, non rilevante nel ragionamento) e questa impresa opera in regime di amministrazione giudiziaria, presumibilmente a seguito di interdittiva antimafia legata al lavoro di Pezzella. La provincia, poi, visto il quadro d’insieme, non ha ritenuto di dover escludere dagli inviti recapitati a trenta ditte del settore la società dell’imprenditore casalese e, successivamente, neanche l’offerta della Marrel, decisione legittima dal punto di vista giuridico, ma a dir poco contestabile sotto il profilo della credibilità di questa istituzione già troppo chiacchierata (affidamenti a imprese in odore di camorra ce ne sono stati tanti) e completamente in balia di una gestione clientelare del denaro pubblico.

Tutto ciò, ora, dovrebbe portare a discutere in maniera seria di ciò che è avvenuto attorno a questa gara d’appalto da 664 mila euro, ma la provincia di Caserta, ormai, le sue istituzioni, la capacità critica che si sviluppa al suo interno, la cosiddetta società civile sembrano ormai dormire in maniera irreversibile.

IL VERBALE DI GARA, LA SEGNALAZIONE NELLA WHITE LIST DELLA PREFETTURA DI CASERTA E LA DATA DI COSTITUZIONE DELL’IMPRESA