ESCLUSIVA. L’ASL di CASERTA aggiudica un appalto di quasi 500 mila euro per il Melorio di S.Maria CV e dintorni che la Dda definisce di “appoggio” al clan dei Casalesi

6 Dicembre 2022 - 13:17

Secondo quanto emerso dall’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Giovanna Cervo, relativa all’inchiesta sugli appalti gestiti dal clan dei Casalesi, la Cogesa fa parte di quel gruppo di imprese cosiddette “di appoggio” (come emerge dal Capo 28) che Dante Apicella, quale referente del clan nel settore dei lavori pubblici, utilizzava per cambiare assegni. Nel giro di un anno questa è la terza gara vinta dall’impresa tra ASL, provincia di Caserta e comune capoluogo di cui abbiamo trovato traccia

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CASERTA (l.v.r.) – Nel raccontare quello che avviene nella provincia di Caserta, come il denaro pubblico venga mosso, distribuito nel nostro territorio, spesso facciamo affidamento sugli albi pretori delle amministrazioni locali, ovvero sullo spazio on-line nel quale gli enti pubblicano le notizie di interesse per la collettività.

E a volte capita che questa operazione venga ripetuta più volte, nel senso che – come i nostri lettori possono immaginare – non è facile seguire ogni appalto, ogni gara per affidamenti della provincia.

E allora ci sono dei momenti in cui andiamo a rivedere qualcosa, a capire se ci siamo persi qualche passaggio “nelle

puntate precedenti…” di atti, delibere e determine da amministratori di ruolo dirigenti e funzionari casertani.

Ed è così che siamo finiti sulla procedura di gara per l’affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento del terzo piano il presidio ospedaliero di Santa Maria Capua Vetere, per la realizzazione del reparto di recupero e riabilitazione funzionale post covid, aggiudicata alla fine del mese di settembre.

Una gara d’appalto dal valore di 688 mila euro che, con l’aggiunta degli ulteriori importi non inseriti nel ribasso, portavano all’importo totale del progetto a circa 969 mila euro.

La procedura è stata finanziata attraverso il programma del Fondo Europeo di sviluppo regionale, uno dei fondi strutturali di investimento europei, probabilmente lo strumento principale della politica dell’Unione Europea relativa alle regioni.

Questo piano prevedeva misure a sostegno dell’emergenza sanitaria del valore totale di 123 milioni di cui 13 e mezzo sono finiti nelle mani della regione Campania.

Da palazzo Santa Lucia è stato emanato una manifestazione di interesse per l’acquisizione di domande di partecipazione alle aziende sanitarie per adeguamenti di strutture finalizzate a fronteggiare l’emergenza sanitaria e l’ASL di Caserta ha presentato una proposta per l’ospedale Melorio.

Il 22 ottobre 2021 è emerso come il progetto, però, non è stato tra quelli che hanno ricevuto il finanziamento, ma i lavori per il terzo piano dell’ospedale di Santa Maria Capua Vetere sono stati recuperati, così come emergerebbe da una nota tra la regione Campania e l’ASL di Caserta del 16 febbraio scorso.

Così, il progetto da quasi un milione di euro per la creazione del reparto di recupero riabilitazione post-covid da costruire al Melorio è stato finanziato sempre attraverso i fondi regionali dell’Unione Europea dedicati alla Campania.

La gara è stata indetta il 15 giugno scorso, attraverso una procedura alla quale hanno partecipato 60 ditte iscritte all’albo fornitori dell’Asl di Caserta. Entro il termine stabilito del 20 luglio, hanno risposto in 38 imprese, presentando la loro offerta.

L’appalto è stato affidato con il criterio del massimo ribasso, ovvero il fornitore sarebbe stato scelto tra le imprese che avrebbero presentato l’offerta economicamente più bassa.

E a vincere questa procedura tra 38 imprese è stata una società che noi abbiamo già conosciuto e raccontato. Si tratta della Cogesa di Vincenzo Corvino, impresa con sede legale in via Paolo Riverso, ad Aversa.

La concessa ha battuto la concorrenza grazie a un ribasso del 34,483% sull’importo a base d’asta di 688 mila e 110 euro, per un importo dei lavori affidati pari a 478 mila euro circa.

Tutta la procedura di gara è avvenuta tra il 21 luglio e il 17 agosto di quest’anno, in piena estate. Si tratta proprio quel periodo in cui, come abbiamo raccontato diverse volte, sono avvenute le maggiori stranezze negli affidamenti e negli incarichi in provincia di Caserta.

Non possiamo dire che sia questo il caso, però segnaliamo la particolarità che, nei periodi di festa, in quelli dove l’attenzione e l’opinione pubblica tende a calare, sono stati “cucinati” i piatti più strani, più discutibili nella nostra provincia.

Tornando alla procedura d’appalto per il terzo piano del Melorio, il 26 settembre scorso il direttore dell’Unità operativa complessa di edilizia ospedaliera dell’Asl di Caserta, l’ingegnere Vincenzo Magnetta, ha presentato la proposta di aggiudicazione dei lavori per il reparto di recupero post covid sulla scrivania della dirigenza e il direttore generale, Amedeo Blasotti, ha deliberato positivamente, rendendo ufficiale la vittoria dell’appalto della Cogesa.

Ma perché vi abbiamo detto di conoscere questa società con sede ad Aversa?

Ieri mattina, lunedì, nove persone indagate nell’inchiesta portata avanti dal pubblico ministero Antonello Ardituro della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sul riciclaggio di denaro sporco da parte del clan dei Casalesi, legata al filone degli appalti di Rete Ferroviaria Italiana affidati a Nicola Schiavone Monaciello, pupillo di Francesco Schiavone Sandokan, hanno visto accettarsi la richiesta di essere giudicati tramite il rito abbreviato e quindi rinunciare alla fase del dibattimento, al fine di ottenere un considerevole sconto di pena e una riduzione della durata del processo.

Tra questi nove troviamo Dante Apicella e Antonio Magliulo che, tra le altre cose, avevano il compito di riciclare il denaro del clan, tramite l’aiuto di aziende “pulite” che davano denaro liquido in cambio degli assegni, attraverso diverse imprese dell’area dell’agro Aversano.

Una delle imprese utilizzate da Apicella e Magliulo è proprio la Cogesa di Vincenzo Corvino (LEGGI QUI COME FUNZIONAVA). E nel giro di pochi giorni è la terza volta che parliamo di questa società.

Infatti, qualche settimana fa (CLICCA QUI PER L’ARTICOLO), avevamo raccontato di come la Cogesa si era aggiudicata due commesse da un valore complessivo di quasi un milione di euro bandite sia dall’amministrazione di Caserta (affidamento poi revocato per un errore burocratico), sia da quella della provincia.

Vincenzo Corvino e la società non sono stati colpiti da provvedimenti e il titolare della Cogesa non risulta indagato, ma resta agli atti, attraverso un documento firmato da un giudice, ovvero il Gip Giovanna Cervo, che l’azienda avrebbe supportato lo sviluppo economico della fazione legata al boss Francesco Schiavone Sandokan attraverso movimentazione di assegni e di denaro contante.

Non si può, quindi, discutere sulla legittimità della aggiudicazione all’impresa di Corvino di questo appalto che porterà nelle casse della società quasi mezzo milione di euro, poiché la Cogesa fa parte delle ditte inserite nell’elenco dei fornitori dell’Asl di Caserta e quindi ha potuto partecipare e vincere questa procedura di gara, procurandosi un lauto guadagno.

Però, non esiste solo ciò che è legale e ciò che non lo è, esiste anche il concetto dell’opportunità, che resta, il nostro avviso, un principio fondamentale nell’espressione delle funzioni amministrative.

È opportuno che un’azienda, la quale, secondo le indagini dei pubblici ministeri dell’antimafia, ha ripulito assegni per personaggi legati al clan dei Casalesi, tesi tra l’altro avvalorata da un giudice, si possa portare a casa commesse pubbliche di questo valore?