Festa, pedalate e applausi: La Marittima – Ciclostorica del Bicicletteraio chiude in bellezza.
15 Maggio 2025 - 15:09

Archiviata con grande successo la V edizione organizzata dal Co.S.Mo.S.: due giorni tra panorami, borghi storici e bici d’epoca, nel segno di sport, cultura e territorio.
MINTURNO (Pietro De Biasio) – C’era una volta il ciclismo. Quello delle toppe sui pantaloni e delle borracce di latta, dei panini col salame e delle storie raccontate a mezza voce sui tornanti. A Scauri, il 10 e l’11 maggio scorsi, quel ciclismo è tornato. Non per nostalgia, ma per esigenza. La V edizione de «La Marittima – Ciclostorica del Bicicletteraio» è andata in scena con l’andatura giusta: lenta. Lenta e profonda come le cose che restano.
Si parte da un’idea semplice quanto rivoluzionaria: fare del Sud Pontino un libro da sfogliare con le ruote sottili delle biciclette d’epoca. Una «due giorni» senza podi né volate, ma con tanta voglia di camminare in equilibrio tra storia, natura e sapori. Organizzata dal Co.S.Mo.S. Odv, «La Marittima» ha cucito con ago e filo di ferro, e un po’ di ruggine poetica, un territorio che conosce l’incanto del mare e la fatica delle salite. C’è stato un percorso lungo (77 km, con 1200 metri di dislivello) per chi ha gambe e voglia di sudare, ma anche soste gustose per chi sa che le emozioni non si misurano a cronometro: dai fagioli con le cotiche alle ciambelle al vino, ogni ristoro era un pezzo di mondo da assaporare.
E non era solo sport, ma cultura: con Gianni Valentino a raccontare con il suo libro Pino Daniele tra note e silenzi, o con il bando dell’ottava edizione del «Bicicletterario», dove la bici si fa parola e poesia. A fare da scenografia, il meglio di questo angolo d’Italia che non ha nulla da invidiare a itinerari più blasonati: il Ponte Real Ferdinando, la chiesetta rurale di Santa Maria in Correano, le colline di Spigno Saturnia e i vicoli di Coreno Ausonio. Tutto pedalato. Tutto vissuto. E poi i bambini, cento e più, impegnati in «La Marittima Baby» organizzata in collaborazione con l’Asd Aurunci Cycling Team, vera corsa ma anche festa. E ancora le acrobazie di Matteo Corvo su bmx, a ricordarci che ogni bici può essere libertà, sogno, spettacolo.
Nel cuore dell’evento, la firma sul «Manifesto del Ciclismo Sostenibile». Non un dettaglio, ma una dichiarazione d’intenti: qui si pedala per scegliere un modo diverso di abitare il mondo. Come tutte le belle cose, anche La Marittima non finisce, ma si ripete. È parte di un grande mosaico, il «Giro delle Regioni», insieme ad altre storiche sorelle che fanno della bici non solo un mezzo, ma un messaggio. A Scauri, intanto, il pensiero è già al 2026. Il Cosmos lavora, silenzioso, come fanno i contadini. Ma chi ha partecipato lo sa: la semina è buona. Intanto, si può continuare a pedalare. Magari piano, con il vento in faccia e Pavese in testa: «C’è una vita da vivere». Anche, e soprattutto, su due ruote.