Gara da UN MILIONE di euro al consorzio usato dall’imprenditore Pezzella, sotto processo DDA, per truccare appalti. INQUIETANTE: verbali di gara e ditta esecutrice nascosti

12 Agosto 2025 - 12:03

Violata la legge sugli Appalti. Ecco quali articoli. Pubblicata a pochi giorni da ferragosto, nonostante i documenti di gara siano pronti – ma non resi noti – da fine maggio. Può essere che Pezzella non abbia toccato palla in questa procedura, ma se leggiamo certi nomi e certi consorzi e se vediamo una gestione opaca…

GRICIGNANO D’AVERSA – Gravissimo, a nostro avviso, quanto sta succedendo al comune di Gricignano di Aversa. Perché nel momento in cui un ente arriva all’aggiudicazione con efficacia, definitiva, di una procedura d’appalto, deve pubblicare i verbali di gara, come prevede il codice degli Appalti, con il combinato di due articoli, i numeri 28 e 36.

Non basta citarli, del tipo, li abbiamo visti, è tutto okay, come ha fatto il responsabile del progetto e dell’Ufficio Tecnico comunale, Antonio Barbato, al centro di altre gare a nostro avviso discutibili. I verbali vanno pubblicati tutti. Lo ha chiarito anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione che, subito dopo l’entrata in vigore del nuovo codice, ha immediatamente ribadito che le stazioni appaltanti hanno sempre l’obbligo di pubblicare i verbali di gara sul proprio sito istituzionale. E lì ci devono restare per 5 anni.

Il comune di Gricignano non l’ha fatto. E non ha neanche segnalato, per noi cosa ancor più grave, quale sia la ditta esecutrice e non solo il consorzio che, praticamente de iure e non certo de facto, ha visto aggiudicarsi i lavori, come prevede l’articolo 67 del Codice. Un modo che, come abbiamo visto più volte, con il caso Mira Costruzioni quale evento eclatante, è spesso utilizzato dalla criminalità per schermare ditte connesse ai clan.

Il sindaco Vittorio Lettieri e il rup Barbato non si sentano soli, però, tantissimi comuni compiono questa violazione di legge, tra

cui anche l’amministrazione provinciale di Caserta, guidata ora da Anacleto Colombiano che, tra l’assessore di Gricignano, Michele Di Luise, amico del figlio Nicola Colombiano, scelto per gestire l’Ufficio Tecnico, e un suo diretto congiunto come dipendente sempre in quel di Gricignano, ha forti corrispondenze in questo comune.

Quindi, mancano i verbali di gara e il nome della ditta esecutrice scelta dal consorzio vincitore, ovvero la società dell’imprenditore che avrà in mano l’appalto e il 90% dei soldi guadagnati con la commessa. E parliamo di una procedura che ha portato, grazie al Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, soldi dell’Europa gestiti dalla regione Campania, una somma di circa 1.5 milioni di euro a Gricignano.

Si tratta della gara aperta per i lavori di riqualificazione della Villa Comunale Michele Mazzoni, gestita in toto dal comune dell’agro Aversano, senza passare da questa o quella stazione appaltante.

La procedura ha visto la partecipazione di 13 operatori economici, tra cui società e consorzi come M.G. Domus S.r.l., Diana Costruzioni S.r.l., Fenix Consorzio Stabile Scarl, Unyion Consorzio Stabile Scarl, Consorzio CO.I.C.A., Umbria Lavori S.r.l., Costruzioni Capuano S.r.l., AMG S.r.l., V&M Immobiliare, Italiana Costruzioni S.r.l., Casertana Costruzioni e Cesi S.r.l..

Tra questi, Umbria Lavori S.r.l. e Cesi S.r.l. sono state escluse dalla graduatoria, mentre il Consorzio Stabile Energos si è aggiudicato l’appalto con il punteggio più alto (73,041/100), grazie a un’offerta tecnica ritenuta particolarmente valida (61 punti su 70) e a un ribasso del 5% sull’importo base di 715.290,43 euro. La valutazione delle offerte è stata affidata a una commissione composta da due ingegneri: Luigi Massaro (Presidente) e Pasquale Parolisi e dal geometra Edmondo Vetrone.

Di queste ditte, molti sono consorzi noti, come Unyon, ma soprattutto Fenix ed Energos, il vincitore, che spesso abbiamo visto a Caserta e provincia connessi alle attività imprenditoriali di Raffaele Pezzella, imputato in tre procedimenti penali, due a Santa Maria Capua Vetere, istruiti dalla DDA di Napoli, l’altro a Benevento, con l’accusa di aver corrotto dirigenti della provincia di Caserta per farsi aggiudicare appalti e, in questo modo, sostiene la DDA, aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, qualità di finanziatore, pagando somme tra il 4 e il 5% dell’appalto, secondo alcuni pentiti, almeno nei due procedimenti che si trovano al tribunale di Terra di Lavoro.

Fenix, ad esempio, è il consorzio con cui le ditte di Pezzella si sono aggiudicate i lavori della direttrice Caserta-Monti del Matese, appalto milionario della Provincia di Caserta, al tempo gestito dal superdirigente Antonio Del Prete e che, per la progettazione, sarebbe stato al centro di un accordo corruttivo, con un funzionario della provincia che aveva potere su questa procedura ripagato con una mazzetta e rimasto ignoto (sic!).

Energos e Pezzella, invece, hanno lavorato insieme a Calvi Risorta, luogo dove la DDA contesta all’imprenditore e a Piero Cappello, al tempo tecnico comunale della città, di aver truccato almeno due procedure di gara in favore dell’imprenditore di Casal di Principe.

Segnaliamo anche la Umbria Lavori, in passato vicina alle attività di Federico Pitocchi, figlio di Gennaro Pitocchi, ingegnere comunale che ha dominato la scena dell’agro Aversano, compresa San Marcellino, per decenni e ora sotto processo per la lottizzazione di Teverola. Altro nome noto per CasertaCe è la Casertana Costruzioni della famiglia di Ubaldo Caprio.

Quindi, codice degli appalti che non viene rispettato, con gravi lacune sulla trasparenza, su come sia andata la gara e chi sia l’effettivo vincitore; una procedura pubblicata a poche ore da Ferragosto, ovvero il momento in cui l’attenzione pubblica cala totalmente, nonostante i verbali siano pronti, scrive Barbato, dal 19 maggio scorso; appalto affidato a un consorzio grazie al 5% di ribasso e ad un alto punteggio tecnico, quello, diciamo così, più a discrezione della commissione, favorendo un operatore economico che a Caserta abbiamo visto vicinissimo in procedure che per la DDA sono state truccate a favore di un imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi.

Forse non inquietante – per noi sì – come vicenda, ma crediamo che debba preoccupare perché è una procedura, questa di Gricignano, simile, se non uguale, a tante gare d’appalto di questa provincia.