Gennaro Sangiuliano, Genny per gli amici, vuol fare il governatore. Pasquale Giuliano e Traettino gli stendono già il tappeto rosso
12 Febbraio 2020 - 19:16
CASERTA – Se Gennaro Sangiuliano, per gli amici Genny, dovesse ottenere, scontando positivamente una richiesta pressante che sta formulando ai vertici del centrodestra nazionale e locale, la candidatura a presidente della Regione Campania, i lettori di questo giornale potrebbero festeggiare la loro ennesima botta di fortuna.
Ciò perché il sottoscritto, autorizzato o non autorizzato, può, a giusta ragione, essere considerato uno dei biografi di Sangiuliano.
Si tratta, infatti, di un giornalista che nel giro di alcuni anni è passato dalla direzione del disastratissimo Roma, che Italo Bocchino e il simpatico faccendiere Ugo Benedetti avevano ereditato sostanzialmente dall’autorevole tutela di Pinuccio Tatarella, a incarichi molto prestigiosi all’interno delle testate giornalistiche di Mamma Rai.
Gli ultimi della serie: la vicedirezione del TG1 e, da circa un anno, per indicazione esplicita della Lega e di Matteo Salvini, la direzione del TG2.
Carica, questa, che interpreta o almeno prova a interpretare un po’ alla Enrico Mentana, con presenze piuttosto frequenti durante le dirette del TG2 e soprattutto durante le rubriche che sapientemente ha costruito a margine del notiziario.
Chi scrive lo ebbe come direttore proprio nel periodo del Roma, quando il buon Italo Bocchino, invaghitosi, bontà sua, del sottoscritto, pensò che da vero outsider, da inguaribile “testa gloriosa” del giornalismo corsaro, io sarei stato l’uomo più adatto a fare “a capate in bocca” con la Angiola Filipponio, fresca vedova, correvano gli ultimi mesi del ’99, del già citato Tatarella, uomo di rara intelligenza e grande semplicità, tanto ruspante quanto donna Angiola fosse tesa a esprimere la sua sedicente raffinatezza.
E a “capate in bocca” finì sul serio.
Il povero Genny, compulsato dalla vedova, impegnata in quel periodo in estenuanti partite di burraco, era costretto ad attaccarsi al telefono e a chiedermi di moderare alcune mie uscite sull’inserto pugliese del Roma, che questa inguaribile testa gloriosa riuscì a far diventare per qualche mese un giornale normale, incassando naturalmente un paio di querele anche lì.
L’episodio serve a capire quale sia stato il grado di conoscenza di Sangiuliano da parte mia.
Cognizioni che risulterebbero sicuramente preziose per interpretare al meglio parole, mosse e atteggiamenti del nostro nel corso della campagna elettorale.
Essendo ormai tramontati definitivamente il basket e il calcio, non decollando la pallavolo, quello che Ennio Flaiano chiamava “il soccorso al vincitore” è diventato di gran lunga lo sport più praticato a Caserta e provincia.
Indovinate un poco chi sono quelli che si sono mossi per primi una volta subodorato che Sangiuliano potrebbe essere realmente il candidato governatore del centrodestra?
Pasquale Giuliano e Gianluigi Traettino.
Due persone che mi sono simpaticissime. Ed è così, perché con il cammino dell’età non puoi non considerare Pasquale Giuliano un ineffabile, adorabile furbone in grado di cogliere al volo ogni occasione per promuovere ciò che ritiene ancora di poter dare alla politica di centrodestra.
E non può essere casuale che proprio l’associazione costituita da Giuliano, “Palaestra Normanna” abbia organizzato per giovedì 27 febbraio l’eventi di presentazione del libro scritto da Genny Sangiuliano, intitolato “Il nuovo Mao”, una biografia autorizzatissima essendo Sangiuliano l’antitesi naturale del giornalismo corsaro, del dittatore capitalista Xi Jinping, attuale capo indiscusso della tigre orientale.
Ma l’ancor vispo Giuliano ha trovato pane per i suoi denti, visto che Gianluigi Traettino, presidente dell’Unione Industriali di Caserta, ha organizzato già per giovedì 20 febbraio una speculare manifestazione a cui sono stati invitati il sempre moderato e accomodante Andrea Cozzolino, appartenente al centrosinistra movimentista, per non dire consociativo, ma anche Gianpiero Zinzi, che sarà candidato alle elezioni regionali e la cui presenza ad un evento in cui si dovrebbe parlare di politica internazionale può essere considerato funzionale solamente alla congiuntura elettorale.
Pasquale Giuliano e Gianluigi Traettino rappresentano un’affidabilissima cartina al tornasole. Da tutto ciò si capisce anche che il presidente dell’Unione Industriali ha abbandonato definitivamente la barca dei Cinquestelle, in considerazione delle mazzate da cecati che il Movimento sta rimediando in ogni elezione, a differenza di quello che successe nel marzo 2018, quando a Caserta e in Campania riportò un consenso bulgaro, al punto da indurre il buon Traettino, che sogna sempre un posto in Parlamento, alla Regione o da qualche parte dove si possono amministrare fondi e risorse, a mettersi in giacca e cravatta per partecipare in prima fila al matrimonio della figliola dell’allora lanciatissimo deputato grillino, generale Antonio Del Monaco.
Morto un papa, se ne fa un altro.
Eh no, Guarino, stavolta con l’omonimo hai toppato. Perché se muore questo papa, che si è recato in visita privata al Parco Gabriella in casa Traettino, il presidente dell’Unione Industriali non potrebbe che rimanerci male.