Giovanni Zannini “non fa prigionieri”: impone a Magliocca e (ovviamente) ottiene una nomina remunerata per la sua segretaria comunale preferita Antonia Elia. E Carlo Salomone…

4 Febbraio 2022 - 18:31

In calce all’articolo, il documento di costituzione dell’Osservatorio istituzionale, attivato dal ministero della Transizione ecologica, che dovrebbe lavorare alla dismissione definitiva di ogni “rimanenza” della centrale nucleare del Garigliano. Quando il boss del clan dei casalesi disse: “Quel Guarino è un guaio” e Armando Aprile gli parlò proprio di Carlo Salomone

 

CASERTA/MONDRAGONE – (Gianluigi Guarino) In verità, avremmo molto da dire su questo Osservatorio, messo insieme dal governo nazionale precisamente dal Ministero per la transizione ecologica, aggregando anche un rappresentante della Regione Campania e uno dell’amministrazione provinciale di Caserta. Per carità, noi siamo temprati, abbiamo un callo ormai irrimediabilmente ispessito che ci rende insensibili alle nefandezze della macchina burocratica dello stato.

Però, quantomeno, il burosauro non deve “sfruguliarci la mazzarella“. Questo osservatorio è stato infatti costituito per, leggiamo testualmente dal documento ufficiale, “la disattivazione accelerata per il rilascio incondizionato del sito dell’impianto nucleare del Garigliano“.

E già questo, onestamente, fa schifo perchè uno stato che non fa capire, per dirla alla Checco Zalone, non fa capire un cazzo ai suoi cittadini, già manca per definizione alla sua funzione. Per cui, sarebbe ora che tutti questi parassiti che lavorano nei ministeri a migliaia e migliaia, fossero compulsati e fossero riqualificati per scrivere i documenti ufficiali dello stato in maniera che ogni cittadino ci possa capire qualcosa, al di là del suo titolo di studio e delle sue competenze.

Qui non stiamo alla mitica matriosca all’italiana, del tipo “visto l’articolo tot del decreto tot, convertito nella legge tot” che poi vai a vedere quell’articolo e trovi ineluttabilmente un “nei casi previsti dall’articolo tot, dell’altra cazza di legge tot” e così proseguendo per usare una definizione musicale ad libitum.

Ma qui invece ci troviamo di fronte alla bonifica e alla riconsegna alla comunità del sito che ha ospitato la centrale nucleare del Garigliano, fino allo sciagurato referendum post Chernobyl che, oggi paghiamo a caro prezzo nelle bollette del gas e dell’elettricità, per effetto del quale tutte le centrali nucleari italiane furono chiuse, ma ovviamente non accompagnate nel medesimo destino da quelle che stavano a 800 metri dal confine di stato, in Slovenia, in Croazia, in Francia.

La formula è contorta (“attività di decommissioning-disattivazione accelerata per il rilascio incondizionato del sito dell’impianto nucleare del Garigliano“) ma quello significa. Al lordo o al netto, questione di punti di vista, di uno sconcertante utilizzo di una lingua straniera per un atto che reca le insegne della repubblica italiana. Decommissioning. Perchè non si poteva scrivere disattivazione, smantellamento dell’impianto nucleare? Andate a vedere a Parigi, a Marsiglia, a Londra, se trovate una parola in italiano in un atto della pubblica amministrazione della Francia o della Gran Bretagna. Stiamo trattando di un documento del governo ed è vergognoso l’uso di una lingua straniera.

E questi sono i nodi importanti, le questioni nazionali aperte che frenano lo sviluppo del nostro paese. Per cui, bisogna fare un bel salto concettuale per affrontare una situazione che definire locale, provinciale è eccessivo. Trattasi, infatti, di “situazione casereccia”.

Premettiamo che questo osservatorio, formato, come potete leggere nel documento che pubblichiamo in calce, da diversi dirigenti e funzionari del ministero, gente che arriva da Roma, produce posti significativi, visto e considerato che ognuno dei suoi componenti è remunerato.

Chi legge da qualche anno questo giornale, conosce più o meno superficialmente il nome di Antonia Elia. Di professione, fa la segretaria comunale. Quando ha svolto questo incarico al comune di Mondragone, è stato autentico coupe de foudre con il consigliere regionale Giovanni Zannini. Ovviamente un colpo di fulmine costituito da una grande considerazione professionale, da una stima per quello che operativamente la segretaria Elia aveva ben sviluppato, agli occhi di Zannini, al timone della struttura burocratica del comune di Mondragone.

Il sottoscritto ricorda bene che uno degli argomenti che più premeva a Giovanni Zannini, quando lui, immeritatamente, poteva fregiarsi dell’amicizia e della considerazione da parte di questo giornale, riguardava proprio le citazioni di CasertaCe riferite ad Antonia Elia. Come si suol dire, una sorta di nervo scoperto.

Il fatto ci risultò evidente quando uscirono un paio di articoli in cui esprimevamo delle riserve e delle critiche nei confronti della segretaria comunale. Dopo un certo periodo, abbiamo scoperto che Antonia Elia è entrata a far parte dello staff di Giovanni Zannini alla Regione Campania.

La Elia è diventata una componente importante della squadra e d’altronde, questa fotografia che abbiamo scelto oggi, anzi che oggi riproponiamo dopo averla pubblicata la scorsa estate, rende perfettamente l’idea della piena integrazione della segretaria comunale, nella cultura politica, nella concezione di gruppo e nelle prassi comportamentali, cucite sulla loro squadra dal duo Giovanni Zannini e Antonio Luserta. Correva il luglio 2021 e l’avvocato Rosaria Nocerino, al tempo consigliere comunale di Capua, festeggiava i suoi 40 anni.

Ospite d’onore, proprio Zannini alla cui area politica la Nocerino ha aderito, determinando, però in questo modo la caduta del sindaco Luca Branco. In questa foto, è ben visibile insime a Zannini, la fedelissima Antonia Elia.

E d’accordo, ognuno è libero di apprezzare chi gli pare o chi le pare e non ci sarebbe nulla da dire sul fatto che questa funzionaria dello stato sia divenuta una persona di fiducia del consigliere regionale. Però, tutta questa considerazione, non è che debba essere sempre a carico di Pantalone. Il problema è questo.

Giorgio Magliocca, ormai sconcertante yes man, al cospetto di ogni desiderata di Zannini, ha nominato la Elia in questo osservatorio. Pare che qualche consigliere provinciale, anzi, “più di qualche”, se ne sia lamentato, fino a toccare lo stress dell’arrabbiatura. Perchè si sa, qui da noi il 99% dei soggetti, degli individui, fa politica per riceverne un tornaconto diretto o indiretto.

Ovviamente, Magliocca, dopo averli blanditi in tutti i modi per farli candidare alle elezioni provinciali affinchè  portassero biada al suo mulino, ora, non se li fila neppure di striscio. Perchè d’altronde, far cadere un presidente della provincia è in pratica impossibile, visto e considerato che l’unico organismo in grado di farlo, cioè l’assemblea dei sindaci, non avrebbe mai i numeri per mettere in discussione la poltrona di Magliocca.

Le recenti nomine alla Gisec, società in house totalmente controllata dalla Provincia, a partire da quella, a nostro avviso, illegittima e incompatibile del sindaco di San Cipriano Vincenzo Caterino,unite alla nomina di Antonia Elia, dimostrano chiaramente che Magliocca è divenuto una sorta di ragazzo di bottega di Zannini e in parte anche di Luigi Bosco, il quale, a sua volta, ha piazzato la sua fedelissima Caterina De Rosa, anche in questo caso, nella stanza dei bottoni Gisec.

Se il ragionamento relativo alla dottoressa Elia si muove da un presupposto quantomeno commestibile sul terreno delle competenze, che fino a prova contraria, questa persona, essendo un segretario comunale, dovrebbe possedere, i discorsi cambiano quando Zannini, come già abbiamo scritto, promana e produce impegno per propagare la stima che riserva a Carlo Salomone, in pratica, dunque, a tutta la famiglia, visto e considerato che Salomone è il proprio  compagno di Antonia Elia e personaggio di spicco nel settore non facile, spesso opaco, delle pubblicità in grandi spazi di affissione, 6 per 3 e affini.

Vi diciamo solamente una cosa che può contare fino ad un certo punto e che ci riguarda anche direttamente, all’interno dell’ordinanza che produsse l’arresto di Mario Iavarazzo per la vicenda della pubblicità in tabelloni acquisita dal Jambo, già sotto amministrazione giudiziari. Formalmente, può contare fino ad un certo punto. Per noi, per la nostra visione del mondo, al contrario, conta eccome.

C’è un passaggio (CLIKKA E LEGGI L’ARTICOLO DEL 5 SETTEMBRE 2019) che a suo tempo abbiamo riportato. Mario Iavarazzo, come d’altronde è giusto che fosse, in quanto lui fa il camorrista, noi, senza offendere nessuno, combattiamo la camorra sul serio e non a chiacchiere come fanno, in modo da poterci campare sopra, in tanti in questa terra, si mostrava infastidito parlando con il suo interlocutore Armando Aprile, super imprenditore dello stesso settore e pesantemente implicato nella stessa ordinanza, dagli articoli di CasertaCe (Quel Guarino è un guaio“, roba che se avesse detto “Saviano è un guaio” si sarebbe mossa anche l’Onu, altro che scorta) che denunciava ovviamente tutto il mercimonio e le opacità del settore delle mega affissioni.

L’interlocutore di Mario Iavarazzo  affermò di aver parlato di CasertaCe e del sottoscritto che lo dirigeva, proprio a Carlo Salomone, che noi abbiamo incontrato una sola volta per un quarto d’ora, quando gestiva la pubblicità all’interno dello Stadio Pinto, il quale, sempre secondo ciò che l’amico dell’ex autista di Nicola Schiavone affermava, si era impegnato a pacificare CasertaCe.

Come si suol dire, giusto per…dire.