GISEC. Basterebbe un facile ricorso al Tar per annullare la nomina a presidente del sindaco di San Cipriano, Vincenzo Caterino, neo cocco di “Giannino Dom Perignon”. E’ “stra” incompatibile e vi spieghiamo perché

2 Febbraio 2022 - 10:30

Nel Cda il solito acchiappapoltrone Dario Di Matteo e la casapullese, sponsorizzata da Bosco, Caterina De Rosa. L’avviso pubblico? Bohhhhhh, “se siete cazzi” di trovare anche un solo documento sull’albo pretorio della Provincia vi diamo un premio. Questo qua, il nuovo presidente, da un lato è il legale rappresentante della società che eroga il servizio che permette ai Comuni di tutta la provincia di conferire nello Stir e negli altri impianti, dall’altro lato fa il sindaco conferitore e con grandi potenzialità di contenzioso. Porcherie che possono solamente succedere in questa provincia, divenuta pornografica da quando il consigliere regionale Giovanni Zannini, sponsor di Caterino, ha preso “il capo in mano”

 

 

CASERTA (g.g.) Beh, più di venti giorni di riflessione per tirare fuori un consiglio di amministrazione di altissimo profilo. Tutti esperti della materia dei rifiuti, tutti al di sopra di ogni sospetto, pardon, di ogni evidenza di incompatibilità, dato che si tratta di amministratori comunali di cittadine e paesi che non fanno parte della provincia di Caserta, che non fanno parte del perimetro in cui esplica la sua funzione la Gisec, la società interamente controllata dall’amministrazione provinciale e che ha poteri e potestà esclusivi sulla gestione di tutti gli impianti che trattano, in una maniera o nell’altra, i rifiuti in tutti i 104 comuni di questa terra che una volta si chiamava “di lavoro”, ma onestamente da quando la frequenta il sottoscritto, di lavoratori in giro se ne vedono ben pochi. In politica, poi, se ne vedono zero, al di là delle lauree e dei prefissi professionali che il più delle volte nascondono una totale ignoranza sulla materia in cui ci si è laureati, nella maniera con cui ci si può laureare tranquillamente oggi in Campania con quelli di Pegaso anche se non si conosce, è il caso, per fare un esempio, della facoltà di Giurisprudenza, neppure la differenza tra Codice penale e Codice civile. Dalle nomine, ufficializzate oggi dal presidente della Provincia Giorgio

Magliocca, si evince che il Comune di San Cipriano non fa più parte della provincia di Caserta. Per cui, il confine tra questa e la provincia misteriosa di cui è entrato a far parte San Cipriano, si trova giusto in mezzo alla carreggiata di corso Umberto, la storica arteria che divide in due, marciapiede e marciapiede di fronte, il Comune di Casal di Principe e quello gemello di San Cipriano.

Perché, ripetiamo, non c’è alcun dubbio sul fatto che la nomina di Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano, alla presidenza della Gisec, possa esistere solo se il Comune che Caterino rappresenta, è aggregato ad un’altra provincia. E solo se San Cipriano non conferisce i suoi rifiuti negli impianti a potestà assoluta Gisec.

Perché se San Cipriano facesse ancora parte della provincia di Caserta, capiterebbe che il suo sindaco, attore e primo responsabile delle attività amministrative del suo Comune e, dunque, anche delle importanti azioni di conferimento dei rifiuti solidi urbani negli impianti Gisec, a partire dallo Stir di Santa Maria Capua Vetere, diventerebbe interlocutore di se stesso. 

Sapete quanti contenziosi, quante lettere girano, viaggiano, partendo dagli uffici della Gisec, verso ognuno dei Comuni di questa provincia? Una miriade. E ogni giorno. Comunicazioni, avvertimenti, diffide, ingiunzioni. Tutti atti formali che potenzialmente la Gisec potrebbe far notificare anche al Comune di San Cipriano se questo facesse parte della provincia di Caserta e se questo conferisse nello Stir e negli impianti di Gisec. Capiterebbe che Vincenzo Caterino, presidente della Gisec, scriverebbe una lettera a Vincenzo Caterino sindaco in cui comunica formalmente qualcosa, che poi sia qualcosa di bello o di brutto, non fa assolutamente differenza. Pensate un po’ che conflitto di interessi. Roba da utilizzare come esempio palmare, emblematico, elementare in una qualsiasi lezione di diritto, già in una classe neppure tanto elevata di una scuola superiore. Ma non è così. Perché San Cipriano non è in provincia di Caserta. Ma a noi ci piace sfottere e dunque continuiamo a scherzare: se invece, San Cipriano appartenesse alla provincia di Caserta sarebbe parte integrante, in quota intera o intera e decimale, della mission della Gisec.

Fuor di cazzeggio, così recita l’articolo 16 comma 3, ultima parte, dello Statuto dell’azienda controllata dall’amministrazione provinciale: “… Non possono essere nominati amministratore unico, né componente del cda coloro che si trovano in condizione di conflitto di interesse rispetto all’incarico facendo per le attività esercitate interessi, direttamente o indirettamente, in contrasto con quelli della società. Il sopravvenire di una delle cause di incompatibilità determina la decadenza da amministratore unico o componente del cda…”.

Al di là della modalità pedestre con cui è scritto questo articolo dello statuto di Gisec, al di là del fatto che la parola utilizzata, cioè “contrasto”, inserita lì così come è stata inserita, non significa un benemerito tubo, ma offre solo una lettura ambigua, che peraltro verrebbe fulminata solamente con lo sguardo da una qualsiasi magistratura amministrativa e/o civile.

Quale incompatibilità più grande ci può essere, infatti, rispetto a quella in cui l’ente che eroga un servizio, mettendo a disposizione in questo caso gli impianti per il trasferimento dei rifiuti in cambio, ovviamente, di un significativo corrispettivo economico, e chi i rifiuti li conferisce pagando alla Gisec fior di quattrini, ammesso e non concesso che li paghi, viste le catastrofiche situazioni di arretrati e di debitoria accumulati dai Comuni rispetto alla Gisec?

Senza tirarla troppo per le lunghe e aggiungendo che l’ormai incommentabile Dario Di Matteo, che ha fatto per anni, aggiungiamo a questo punto indegnamente (perché lui, in questo frangente, non si è certo mostrato migliore di loro), una battaglia di purezza legalitaria insieme a noi nei confronti di Biagio Lusini e di tutti quanti i suoi comparielli, è stato confermato alla vicepresidenza, sponsorizzato, da un lato, dal suo concittadino Nicola Caputo, dall’altro da Massimo Grimaldi. L’ultimo posto è andato ad occuparlo Caterina De Rosa che, al pari di Vincenzo Caterino, è iscritta all’ordine dei commercialisti che, di per sé, per i motivi illustrati all’inizio di questo articolo, non garantisce affatto competenze profonde e pregnanti. Fermo restando che, magari, è più competente di Giulio Tremonti e di Victor Uckmar. La De Rosa è di Casapulla ed è il nome fatto da Luigi Bosco, neo assessore al Comune capoluogo e, grazie a Clemente Mastella, che evidentemente non ha tratto lezioni dalle scelte fatte in passato in provincia di Caserta, è stato nominato segretario, presidente regionale o qualcosa del genere di Noi di Centro,

Questa storia si potrebbe risolvere in poco tempo. Basterebbe un buon avvocato amministrativista, niente di eccezionale, che scrive un ricorso al Tar impugnando la delibera di consiglio, il decreto monocratico o non sappiamo quale altra diavoleria firmata da Magliocca, per sancire prima la sospensiva dell’efficacia dell’atto e, successivamente, in sede di merito, decidere che un individuo non può fare contemporaneamente il presidente di un Ente a controllo pubblico che eroga servizi con canone ai Comuni del territorio e, contemporaneamente, il sindaco di uno di questi comuni. Ma il ricorso al Tar non lo farà nessuno.

A proposito di procedure amministrative a dir poco fru frù, c’è sempre la norma, frutto anche di una delibera del consiglio provinciale, che imporrebbe la elaborazione di un avviso pubblico per la nomina dei componenti del cda di Gisec. Qualcuno potrebbe dirci: scusate, perché non andate a controllare se questo avviso è stato pubblicato o meno? E provateci voi ad andare nel sito della Provincia… vedete se siete in grado di capirci un tubo e di trovare qualcosa. Intanto il sindaco di S. Cipriano, stra sponsorizzato da Giovanni Zannini potrà partire vento in poppa dato che biologicamente, antropologicamente, entrerà subito in sintonia creativa con i tre soggetti che stanno nell’Ufficio tecnico, uno dei quali, peraltro, da noi incrociato l’altro giorno nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Carlo Savoia anche per la gara vinta dal consorzio Cite al Comune di Aversa. Del consorzio Cite, di cui erano e non sappiamo se lo siano ancora, soci (ci pare che sia stato messo in liquidazione) gli uomini d’oro del trasporto monnezzaro casertano: il Fontana di Villa Literno, l’Ucciero, anche lui di Villa Literno con diramazione a Castel Volturno e poi quell’altro là, il già bardelliniano, l’inquieto imprenditore che non reggeva l’esilio a Formia e a Gaeta, sancito dagli allora giovani capi della camorra nostrana, Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti e, per questo motivo, crivellato di proiettili, salvandosi poi per il rotto della cuffia dopo un lungo ricovero all’ospedale degli Svizzeri di Formia.

Non c’è che dire. Una compagnia assortita. Immaginiamo i concorsi e tutti i maneggi che si preparano e su cui ovviamente non faremo sconti.

A proposito, Zannini, dopo aver arruolato il sindaco di San Marcellino Anacleto Colombiano, imprenditore che in  passato si è aggiudicato, lui e la sua famiglia, anche appalti banditi da enti controllati dalla Regione Campania; dopo aver arruolato Nicola Esposito, sindaco di Lusciano e oggi imputato al tribunale di Aversa-Napoli Nord per reati molto seri – falso, abuso d’ufficio e chi più ne ha, più ne metta -; dopo aver dopo aver arruolato il sindaco di Aversa Alfonso Golia, autore di un ribaltone clamoroso che ha portato al potere gente che le elezioni le aveva perse, e che annovera  tra i suoi congiunti anche mister Chianese, già arrestato per reati ancor più seri, cioè estorsione aggravata dal metodo camorristico; dopo aver tentato di arruolare anche il rubizzo Marcello De Rosa sindaco di Casapesenna al quale lui e Magliocca, storicamente alleati con la sincerità e la verità, avevano promesso il posto di vice presidente della Provincia che non gli hanno dato, incrociando il repentino addio ai loro movimenti politici; dopo aver arruolato mezza amministrazione comunale di Carinaro, a partire da quel vicesindaco Moretti, il dipendente-non dipendente dei Canciello, cioè dei re del comparto Aversa Nord dell’Asi, arruola ora anche il sindaco di San Cipriano Vincenzo Caterino.

Ottimo lavoro “Giannino Dom Perignon”.