GUARDA IL VIDEO. CARINARO. Come si buttano via i soldi pubblici: la sindaca Dell’Aprovitola fa una battaglia persa in partenza sull’assestamento di bilancio contro l’opposizione e oggi spalle al muro riconvoca il consiglio

18 Ottobre 2024 - 10:59

In questo articolo ci limitiamo alla nuda cronaca. in un secondo articolo che pubblicheremo in giornata o nei giorni successivi vi racconteremo cosa diavolo aveva combinato e cosa diavolo aveva portato in consiglio lo scorso 2 agosto il “ritornato” dirigente Salvatore Fattore che da questo momento in poi chiameremo abracadabra per i motivi che comprenderete in questo secondo articolo da noi annunciato

CARINARO (g.g.) – Abbiamo la sensazione che la sindaca di Carinaro Marianna Dell’Aprovitola abbia subito una sorta di involuzione anticiclica rispetto agli anni della prima sindacatura. Anticiclica perché, di solito, l’incedere del tempo risolve in modalità diretta la funzione della maturazione di una persona, con il consolidamento del suo bagaglio esperenziale, produttore di saggezza e temperanza. Lei, al contrario, appare in regressione. Non sembra esser aumentata l’esperienza ma soltanto l’arroganza. La notizia del giorno, infatti, è che dopo aver alzato i toni in Consiglio comunale mostrando una sicumera con la quale voleva dare la sensazione di essere totalmente padrona della materia è costretta, rimessa con i piedi per terra da qualcuno, evidentemente di questa materia è competente, a tornare oggi in consiglio. Ciò accade per paura del giudice amministrativo. Insomma, la Dell’Aprovitola ha dovuto fare un clamoroso dietrofront. Ma ricapitoliamo i fatti.

Per capire bene questa storia dobbiamo ritornare indietro di circa due masi e mezzo. Il 2 agosto, in consiglio comunale si discuteva l’assestamento di bilancio. La minoranza guidata da Tina della Volpe, chiese il rinvio della seduta per non aver ricevuto documenti fondamentali all’esame dello strumento contabile. L’istanza di rinvio, e le ragioni a suo sostegno, furono illustrate dall’avvocato amministrativista e consigliere comunale Stefano Masi.

Questa fu ignorata e, secondo l’opposizione anche derisa, prima ancora che respinta, ciò determinò l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di minoranza non prima, però, di aver preannunciato che questi si sarebbero rivolti al Tar per far valere le ragioni che una maggioranza, definita, sempre dall’opposizione, arrogante e forse un segretario comunale considerato un po’ troppo timido, non voleva riconoscere.

Volete sapere, poi, com’è andata a finire? Due settimane fa il consigliere Stefano Masi ha impugnato al Tar la delibera di assestamento del bilancio approvata dal Consiglio comunale e la maggioranza ha convocato di fretta e furia l’assise consiliare per approvare la convalida dell’atto impugnato, non prima però di aver incaricato un avvocato a cui sono stati corrisposti qualche migliaia di euro per andare al Tar, alla luce di quello che poi è capitato cioè alla luce di una nuova convocazione del consiglio comunale, a fare, non si sa che. Evidentemente questo avvocato o questi avvocati hanno detto chiaramente che sarebbe stata una battaglia perdente al Tar. Ma uno si pone una domanda a questo punto: ma un semplice consiglio come quello fornito dal legale in questione può costare 4 o 5 mila euro, presi dalle tasche dei contribuenti di Carinaro per fare realmente nulla perchè la convocazione del consiglio determinerà, in pratica, con ampia soddisfazione di Stefano Masi e dell’opposizione, la ragion d’essere del ricorso.

La convalida, ossia il motivo della convocazione consiliare, è un istituto giuridico con il quale un organo corregge i vizi dell’atto che ha emanato. Convalidare un atto, dunque, significa ammettere che quell’atto è viziato. E allora, non si capisce perchè il sindaco Dell’Aprovitola non abbia fatto ammenda della sparata nel nulla, fatta durante la seduta del 2 agosto e che oggi vi proponiamo nel video che pubblichiamo in calce, ammettendo l’errore e andando direttamente alla convocazione della seduta fissata, se non ricordiamo male, proprio per oggi, venerdì 18 ottobre, senza buttar via soldi in incarichi professionali esterni del tutto superflui?

La sensazione che questo video trasmette è quello di una volontà pregiudiziale quanto autolesionista della sindaca Dell’Aprovitola di andare allo scontro con il consigliere di minoranza Stefano Masi il quale è pur sempre un avvocato amministrativista tra i più preparati. Ecco perchè all’inizio abbiamo parlato di regressione. Se uno è furbo o una è furba non si mette a rispondere in quella maniera a un avvocato amministrativista su una materia di evidente pertinenza del diritto amministrativo. La Dell’Aprovitola l’ha fatto e quindi ha esposto il fianco alla brutta figura che adesso ha dovuto subire, al di la di quelle motivazioni, puramente assertive e proforma con cui viene tenuta in piedi la nomina dell’avvocato che dovrà fronteggiare un giudizio che al Tar non ha più motivo di essere.

Se uno vince le elezioni, ha il diritto di governare. E questo nessuno lo può contestare alla sindaca Dell’Aprovitola. Ma è un errore mettersi a fare a sportellate con Masi il quale può essere simpatico o antipatico ma di cui non si possono discutere le qualità e il dato di fatto di essere più colto, più preparato, più competente della sindaca ma solo perché ha dedicato e dedica molta parte della sua vita allo studio, all’erudizione per passione, ma anche perchè queste sue competenze le pone, tutto sommato, generosamente, dato che, diciamocela tutta, potrebbe guadagnare di più mollando la funzione scomoda di consigliere di opposizione, una roba che ha a che fare con la passione e con il rispetto del popolo sovrano, dei carinaresi che lo hanno votato, ma anche di quelli che non lo hanno votato.

A proposito di sensazioni. Quella che ci pervade nell’analisi di questa storia rimanda alla personalità della sindaca Dell’Aprovitola la quale appare distratta rispetto all’importanza della sua funzione pubblica e molto più tesa a utilizzare le risorse, che ricordiamo non appartengono al patrimonio suo ma a quello di tutti i carinaresi per difendere le ragioni della sua immagine e non quelle del diritto