GUARDA IL VIDEO. Cobianchi va preso a piccole dosi. Oggi la prima pillola. Tre minuti sul candore di Carlo Marino e su un Puc che nasconde le vergogne della città abusiva

25 Luglio 2021 - 18:35

Abbiamo deciso di organizzare la pubblicazione di quella che è stata una lunga videointervista, in modo tale da renderla di facile, veloce fruizione attraverso la selezione di stralci organici in cui il linguaggio risulti il più possibile comprensibile anche ai non iniziati. Va bè, le tentiamo tutte per intercettare l’attenzione dei casertani, di un popolo distratto e sempre più banale 

 

CASERTA(g.g.) Luigi Cobianchi è rimasto fuori dalla politica cittadina negli ultimi 5 anni, dopo aver dato alla stessa una dignità che le era sconosciuta, nei 4 anni e qualcosa in cui ha svolto la funzione di consigliere comunale di opposizione all’amministrazione capitanata da Pio Del Gaudio.

La dignità del rispetto intransigente di un mandato popolare da cui non debordò mai, lavorando con puntiglio e con grande profitto a capo della commissione consiliare sulla trasparenza degli atti amministrativi, in modo da dare alla stessa la credibilità che di solito le commissioni gestite dalle minoranze non hanno, di fondamentale strumento democratico attraverso cui l’opposizione svolge il suo nobile ruolo di controllo degli atti di governo compiuti dal sindaco, dalla giunta e dalla maggioranza.

Per cui, non può non farci piacere scoprire che Cobianchi non abbia perso ancora la speranza su un ruolo della politica che possa essere finalmente diverso da quell’autentico mercato maghrebino che l’ha contraddistinta a Caserta lungo un piano inclinato a pendenza sempre maggiore, dagli anni 90 ad oggi.

Cobianchi è un uomo di passione. Non gli manca il senso dell’autostima e, tutto sommato, ne ha ben donde. Rende molto soprattutto davanti ad una telecamera. Ma quando si mettono lui e il sottoscritto escono fuori prodotti molto, troppo lunghi. E allora, stavolta, ho deciso e abbiamo deciso, con lui e con i collaboratori di CasertaCe, di collezionare una serie di pillole, estrapolando gradualmente i diversi segmenti della video intervista e, attraverso un montaggio rudimentale, ma tutto sommato efficace, collegarli tra loro in maniera organica, in un tempo che non superi mai i tre minuti, massimo tre minuti e trenta.

Verrebbe da dire che Cobianchi vada preso a piccole dosi. Oggi vi offriamo la prima. Argomento, la modalità con cui il sindaco uscente Carlo Marino sta comunicando se stesso, la sua esperienza amministrativa attraverso quello che potremmo definire il “registro del candore“, che naturalmente strappa sorrisi sarcastici a chi, come noi, ha seguito giorno per giorno i 5 anni e passa di questo governo, di cui tutto si può dire, ma proprio tutto, eccetto il fatto che abbia evocato per un solo giorno, per un solo minuto, per un solo secondo, il significato del senso del bianco candore.

In questa pillola Cobianchi pronuncia qualche battuta anche sul Puc, dice che tutto sommato, al di là di quello che è uscito o non è uscito dalla penna di progettisti che poi fanno sempre quello che lo pagano, il piano urbanistico sconta un peccato originale, un peccato di mistificazione. Probabilmente esiste su un piano esclusivamente formale un’aerofotogrammetria. Ma se esiste, dice Cobianchi, è sicuramente farlocca o quantomeno orba o cieca addirittura.

Una vera aerofotogrammetria preliminare avrebbe, infatti, messo a nudo il disastro di una città in cui l’abusivismo edilizio, favorito dai soliti noti che hanno bazzicato (sostanzialmente sempre gli stessi da venti anni a questa parte) nell’ufficio tecnico del comune di Caserta, ha sfregiato larga parte del territorio, rappresentando l’unica iniezione, peraltro velenosa, effettuata nelle frazioni collinari e non collinari, totalmente abbandonate.

Ecco la prima pillola.