I CARROZZONI DI ZANNINI. All’Ato Rifiuti vince l’appalto l’imprenditore arrestato per il cambio assegni con il clan. Salta per camorra e l’affidamento diretto da 149 mila euro va a PARETE del presidente Pellegrino e dei Falco padre e figlio

14 Luglio 2025 - 18:18

L’aggiudicazione alla Antonio & Antonio – in quei mesi premiata anche dalla Provincia di Caserta – degli imprenditori Palmese di Casal di Principe si ferma per l’interdittiva antimafia. Poi riparte, ma sono gli stessi Palmese ad allontanarsi e recedere dal contratto. E come è possibile non dubitare della nuova procedura, un affidamento diretto possibile grazie a 70 euro sotto soglia, con l’1% di ribasso, e che finisce ad un imprenditore di Parete, ovvero la città del sindaco Gino Pellegrino e di Michele e Ortensio Falco, connessi intimamente al consigliere regionale e il secondo, padre, ritenuto un vero dominus nei lavori pubblici

PARETE (gianluigi guarino/l.v.r.) – Ci sono degli affidamenti, delle procedure di spesa pubblica negli enti casertani, soprattutto in quelli che vedono il predominio degli uomini del consigliere regionale Giovanni Zannini che, per noi, sono prove chiari, evidenti della gestione discutibile, non esattamente chiara e cristallina di tanti, tanti soldi.

Il caso dell’amministrazione provinciale di Caserta, guidato in fila da una triade da pelle d’oca, Giorgio Magliocca, Marcello De Rosa e Anacleto Colombiano, ha da diversi anni gravissime carenze rispetto alla trasparenza degli atti amministrativi, oltre a rapporti economici, ovvero appalti aggiudicate a ditte ritenute vicine al clan dei Casalesi. Poi c”è anche l’indagine che vede coinvolto l’ex presidente Magliocca, i due dirigenti Gerardo Palmieri e Paolo Madonna, oltre che ad una funzionaria, relativamente ad appalti truccati. Ma per carità di patria e di sintesi dell’articolo, glissiamo.

Oggi scriviamo, invece, di un carrozzone che spesso non arriva al centro dei nostri articoli: L’Ente d’Ambito dei Rifiuti di Caserta. Non perché non avvengano cose interessanti, bensì perché chi conosce CasertaCE sa bene che non siamo una redazione da 30 giornalisti. La nostra è quasi un’attività di artigianato. Quindi, facciamo quel che si può, con qualità.

L’APPALTO ALLA DITTA SOTTO ACCUSA PER IL GIRO DI SOLDI AL CLAN

Nei giorni scorsi, l’EdA guidato dal sindaco di Parete, Gino Pellegrino, zanniniano di seconda fascia, mentre il suo vice, nonché consigliere provinciale, Michele Falco, è legato a triplo filo, di prima fascia, assieme al papà, Salvatore Falco, ha ufficializzato l’affidamento dei lavori per la realizzazione di un centro comunale di raccolta rifiuti differenziati proprio in quel di Parete.

L’appalto ha avuto un valore di 149 mila e 930 euro. E attenzione perché questa non era la cifra iniziale, ma è molto importante per quello che avverrà dopo. Infatti, l’appalto era stato inizialmente aggiudicato nel settembre 2022 alla ditta Antonio & Antonio Costruzioni, con sede a Casal di Principe, per 113.725,72 euro, dopo una gara con un ribasso del 37,23% sul prezzo base.

All’EdA, forse, non avevano notato che il titolare dell’impresa, Fioravante Palmese, così come il fratello, Raffaele Palmese, era stato arrestato, recluso ai domiciliari relativamente all’inchiesta della DDA di Napoli sugli appalti, tra cui quelli lucrosissimi di Rete Ferroviaria Italiana, ad appannaggio di ditte legate al clan dei Casalesi, un procedimento che ha come figure apicali Nicola Schiavone e Dante Apicella.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Raffaele e Fioravante Palmese, tutti e tre imprenditori residenti a Casal di Principe, tramite le loro società avrebbero compiuto il reato di riciclaggio di denaro. Un trasferimento di somme ingenti da un’azienda all’altra che, secondo sempre i procuratori dell’antimafia, avrebbe agevolato il clan dei Casalesi.

A settembre 2023 arriverà l’interdittiva antimafia alla società, con i tempi dela prefettura di Caserta, ovvero 17 mesi dall’arresto. Un atto che verrà annacquato dall’ammissione al controllo giudiziario, sancito dal tribunale Misure di Prevenzione, che fa tornare la Antonio & Antonio nella white list provinciale, con però la postilla di questa supervisione del tribunale.

ARRIVANO I CONCITTADINI DI PELLEGRINO. LA MAGIA DEI 149 MILA EURO

Dobbiamo aspettare gennaio 2025, ovvero il momento in cui la Antonio & Antonio Costruzioni ha receduto volontariamente dal contratto, senza chiedere indennizzi. L’Ente ha quindi ufficializzato la risoluzione dell’appalto e avviato una nuova procedura.

E si resta a Parete sia per un nuovo progetto che per l’aggiudicazione. E’ infatti un architetto della città di Pellegrino e Falco, Pietro Maione, 50enne, ad essere incaricato di redigere un progetto esecutivo revisionato per una somma vicina ai 4 mila euro. La nuova procedura, avviata d’urgenza per non perdere i fondi regionali che scadono il 31 dicembre 2025, ha visto crescere il valore del cantiere fino a 149.930 euro.

Dal 2021, il codice degli Appalti, prima temporaneamente, poi sancito con le nuove norme del 2023, hanno alzato il limite con cui gli enti pubblici hanno la possibilità di affidare in maniera diretta, arbitraria, senza concorrenza i lavori. E la nuova somma è pari a 150 mila euro, simile, vicina, vicinissima ai 149.930 euro di valore del centro di raccolta da costruire a Parete.

A firmare la determina e quindi ad essere tecnicamente l’uomo ad aver scelto la ditta a cui assegnare arbitrariamente questi lavori è il funzionario EdA Loris Esarti il quale, tramite il Mepa, il mercato della pubblica amministrazione che ha semplicemente cambiando la forma degli affidamenti diretti, ha chiesto alla Vinima Costruzioni di presentare un’offerta.

E chi sono questi di Vinima? Si tratta di una srl semplificata, in linea teorica una specie di microimpresa che può essere costituita con meno di un euro di capitale sociale. Il titolare è un imprenditore di Parete, Vincenzo Meraglia che, giustamente, guardandola dalla sua parte, ha deciso di sfruttare al massimo al situazione, presentando un ribasso-barzelletta dell’1%.

E così una gara da 113 mila euro in tre anni si è trasformata in un affidamento diretto da 149 mila euro e rotti, con 70 euro che evitano all’EdA e a Pellegrino di bandire un minimo di procedura di gara, consegnando i lavori ad un’impresa, una srl semplificata, roba da negozio di paese, del suo paese: Parete.

Desta anche un po’ di simpatia, dopo quasi tre anni di sostanziale immobilismo, la scelta dell’ente guidato dal presidente Pellegrino di motivare questo affidamento diretto come neccessario per non incappare nel rischio di perdere i finanziamenti regionali per la costruzione del centro di raccolta, termini che prevedono l’aggiudicazione da compiere entro la fine del 2025. Dal momento della determina alla società di Meraglia, 10 luglio, al 31 dicembre passano 174 giorni. Non crediamo serva aggiungere altro.

E in tutto ciò, i documenti di gara sono impossibili da visionare, mandando a farsi benedire le norme sulla trasparenza, in aperta violazione di legge. Ma all’EdA su questo aspetto sono in folta compagnia.