I CRIMINALI DELLA LEA. Sotterravano rifiuti speciali in cambio di tanti quattrini. L’INTERCETTAZIONE: spunta fuori il mediatore con gli enti locali
16 Settembre 2019 - 12:33
MARCIANISE – (g.g.) Non stupisce più di tanto che il meccanismo criminale di gestione dei rifiuti da parte della Lea avesse la necessità di trovare dei punti di riferimento all’interno degli enti locali, all’interno dei comuni, nel cui territorio gli impianti operavano. Nel caso specifico di quello di cui l’inchiesta si occupa, il tutto avveniva nel perimetro del comune di Marcianise, al di la di quella che poteva essere una eventuale competenza dell’Asi, argomento che, a suo tempo, innescò una forte polemica tra il sindaco Velardi e la presidente Pignetti, polemica oggi ricomposta perchè all’Asi comanda Stefano Graziano, il quale si è riconciliato con Velardi, ci fa amorevolmente a pranzo e fa politica con lui.
Lì, nei terreni Lea, come ha dimostrato a suo tempo CasertaCe, insisteva la potestà del comune di Marcianise, e non si può certamente escludere che i due protagonisti, al momento anonimi, dell’intercettazione (LEGGI QUI), messa, stamattina, a disposizione della stampa dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della Guardia di Finanza, stessero parlando di attività come quella dello scavo delle buche in cui illegalmente, in zona Lea, venivano sotterrati i rifiuti in cambio di soldi, tantissimi soldi.
Uno dei personaggi è definito quale “intermediario con gli enti locali“, l’altro semplicemente “interlocutore”. Chi interloquisce con un intermediario con gli enti locali? O uno appartenente all’ente locale o uno meno intermediario, ma prossimo, contiguo alle stanze che contano in comune.
Sarà interessante, allora, cercare di capire chi fosse l’intermediario e chi fosse l’interlocutore. Sarà importante capire il tempo in cui questa intercettazione è stata acquisita, perchè noi abbiamo una cronologia ben precisa, frutto di un lavoro di ricerca che, a suo tempo, ci portò a pubblicare un articolo, in cui, attraverso un cronoprogramma di atti, dimostrammo che il comune di Marcianise fosse consapevole, anzi facilitò l’attività di Lea, con buona pace del famoso ombrellone del sindaco Velardi, il quale, per scrivere l’ordinanza di chiusura, che non firmò per tutto il periodo di quelle buffe occupazioni realizzate davanti alla Lea, dovette essere diffidato dall’avvocato Adinolfi, il quale agiva in nome e per conto di Francesco Iavazzi, cioè di colui che aveva ceduto quel capannone e l’area in cui sorgeva, all’impresa di Angelo Egisto.
Questo per amor di verità.