I DISASTRI DELL’ASL. Ambulanze 118 distrutte, personale in ferie forzate. Lettera aperta al neo Dg Mario Ferrante

15 Luglio 2025 - 13:37

A 25 giorni dal suo insediamento ci permettiamo di porre a quello che non abbiamo problemi a definire nostro amico, il quale sa benissimo che non avrà alcuno sconto da questo giornale, le criticità clamorose a partire da quelle riguardanti un servizio che tocca materialmente la pelle delle persone e ne determina, spesso, la vita o la morte. La questione delle automediche senza medico e dei medici che ciondolano nella sala operativa. Pazzesco: gli operatori della postazione 118 di Aversa messi in ferie praticamente forzate per ambulanza distrutta

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Il prossimo 9 agosto Mario Ferrante si insedierà all’Asl di Caserta come suo vertice di potestà, di coordinamento e operativo, assumendo la carica di direttore generale.

Troverà un’azienda complicata da gestire con 5.000 dipendenti su cui la politica, o presunta tale, ha reso voraci, patologici, i suoi ordinari appetiti clientelari, andando al di là dei normali standard di lottizzazione che noi, in Italia, dobbiamo sopportare come un inevitabile male del sistema. Come ha fatto? Naturalmente, l’operazione l’ha compiuta uno specialista dell’esagerazione, colui a cui è stato permesso di superare tutti i limiti della decenza. La circostanza non è frutto di una ricostruzione di Casertace, che per noi vale tanto, ma che comunque non rappresenta un fatto che può incidere sui processi amministrativi, a meno che, come avviene, purtroppo raramente, la magistratura non ne tragga spunto per attivare la sua azione penale. Non l’abbiamo sostenuto noi, ma l’atto appartiene a quei pochi eventi in cui la medesima magistratura (la presunta concussione di Zannini e presunta corruzione di Blasotti targata Dda)è intervenuta, mettendo nero su bianco la questione.

LA PRESUNTA CONCUSSIONE DI ZANNINI E COSì L’ASL È ANDATA AL DI Là DELLA “NORMALE” LOTTIZZAZIONE – Perché anche in questo caso Giovanni Zannini, come ha fatto in altri settori in cui vengono utilizzate copiose risorse della spesa pubblica, ha voluto azzannare anche il sistema della sanità con le sue fauci insaziabili, incrociando, però, stavolta, le attenzioni dell’autorità giudiziaria e dei Carabinieri che, nel novembre scorso, lo hanno ufficialmente indagato con tanto di perquisizione, ipotizzando nei suoi confronti il reato di concussione compiuto ai danni dell’ex direttore sanitario Enzo Iodice, in passato sindaco di S. Maria C.V., non a caso fatto fuori in maniera plateale dalla sua carica proprio da Zannini con la complicità del super dirigente regionale Antonio Postiglione, che quando ha fatto la scandalosa telefonata a Iodice, chiedendogli di dimettersi per evitare l’onta della rimozione, non poteva non essere coperto dal governatore Vincenzo De Luca, a dimostrazione del rapporto malato che quest’ultimo ha avuto e forse ha ancora, in quest’ultima frangia di legislatura, con Zannini.

I dettagli di questi fatti li potete leggere, se non lo aveste già fatto, CLICCANDO QUI.

Ma l’Asl che trova Mario Ferrante è un grande involucro pieno di contraddizioni e, soprattutto, criticità che nella stanza dei bottoni sono state sistematicamente ignorate negli ultimi anni. Confidiamo nelle attitudini che Ferrante ha dimostrato quando è stato direttore generale dell’ospedale civile di Caserta. Una governance che si concentra solamente sugli assetti delle nomenclature, una governance che si concentra solamente sul sistema degli appalti e degli affidamenti, rendendo la conseguenza degli stessi, ossia le opere di bene, un fatto secondario rispetto alla tensione e all’attenzione mostrate nell’attività di selezione degli imprenditori da premiare con cospicui appalti, dei medici da promuovere o non promuovere, non è una governance che produce qualità dei servizi.

TANTE RICOTTE E IL CITTADINO-PAZIENTE DIVENTA L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO – Non si stupisca Ferrante, perché noi non lasciamo i discorsi a metà. Se diciamo, come abbiamo fatto, che l’Asl di Caserta ha espresso una governance negli ultimi anni, tesa e concentrata nelle sue energie nella dinamica legata all’attribuzione del pubblico danaro al settore privato; se diciamo che la selezione dei primari o anche semplicemente il riconoscimento delle posizioni organizzative è stata solo raramente informata da criteri di equità e meritocrazia, significa che riteniamo l’Asl di Caserta un posto in cui si sono consumati decine e decine di reati non puniti: dalla corruzione alla turbativa d’asta, passando per il peculato e la larga profusione di abusi d’ufficio, quando questo reato non era ancora scomparso dal Codice Penale.

E sosteniamo che dentro e dietro la nomina di un primario, dentro e dietro il riconoscimento di una posizione organizzativa, non ci sono stati, se non rarissimamente, fatti non collegati a dinamiche lottizzatorie, all’intervento di poteri forti e alle vergognose pratiche sindacatocratiche di sigle che dovrebbero vergognarsi di essere rappresentate a Caserta dai dirigenti che le rappresentano.

Come si suol dire, caro Mario Ferrante, parlar chiaro è per gli amici. Noi speriamo in una gestione diversa da quella della filiera casoriana di Russo e Blasotti. Ma tu sai benissimo che se dovessi proseguire quel tipo di azione senza proporre una discontinuità, ci troverai dall’altra parte, contro di te, fermo restando la simpatia personale, fattore che però non appartiene all’estrinsecazione delle nostre reciproche funzioni.

AL 118 MANCA IL DECORO. AMBULANZE DA TERZO MONDO – Ma è soprattutto di un’altra cosa che ti vogliamo parlare, attraverso un nostro scritto, in questa sorta di lettera aperta. Ci dicono che ultimamente il dirigente del 118, Roberto Mannella, si stia attivando di fronte alle marchiane carenze di uno dei servizi più importanti che l’Asl dovrebbe garantire, quello che sicuramente tocca la carne dei cittadini in maniera materiale. Troppo tardi, dottore Mannella. Lei è stato sordo ad ogni nostra preghiera, ad ogni nostra denuncia, e ha pensato, come hanno fatto tutti i potenti di questa provincia, di poterci colpire attraverso le querele, non considerando un problema neppure la pesante inchiesta giudiziaria che aveva colpito i rapporti tra l’Asl e la Misericordia, storico e annoso fornitore esterno di ambulanze e personale paramedico. Quello era il tempo in cui anche lei, dottore Mannella, a tutto pensava tranne che alla condizione meccanica di ambulanze indegne anche di essere paragonate a quelle irachene in tempo di guerra.

Era concentrato sulla sua carriera e sul riconoscimento del primariato, che poi ha ottenuto, il quale oggi le consente di essere direttore di una UOC.

Cos’altro, infatti, dobbiamo pensare di fronte alla sua sordità, alla miopia, alla volontà pervicace di ignorare ogni nostro articolo rifugiandosi nella falsità comoda di considerare ognuno di questi un attacco personale, fatto che non è mai esistito né in cielo né in terra? L’Asl che eredita Mario Ferrante è quella di due pietose ambulanze, le uniche non garantite dai fornitori esterni di Bourelly, della Croce Bianca e compagnia, ormai non più in grado di stare sulla strada e che non vengono sequestrate dai Carabinieri o dalla Polizia Stradale solo perché un’ambulanza non si ferma in posto di blocco.

Tu non sai forse, Mario, che oggi dipendenti dell’Asl di Caserta sono stati messi in ferie forzate perché l’ambulanza Asl della postazione di Aversa è ferma da settimane e non eroga i servizi di soccorso.

Un fatto assurdo in assoluto e ancor più pericoloso in considerazione della particolare delicatezza di quel punto fisico di soccorso.

E lo stesso potrebbe capitare all’altra ambulanza Asl della postazione di Curti-S. Maria C.V.

L’Asl ha fatto una gara aggiudicata a un’officina meccanica del Comune dei Santi Cosma e Damiano, attaccato a Minturno e Scauri.

Questa officina dovrebbe essere raggiunta da ambulanze che praticamente non riescono a camminare più e per le quali occorrono ristrutturazioni di mesi, con le ferie di agosto alle porte che da un lato faranno chiudere quell’officina per ferie, dall’altro presenteranno il conto di una frequenza di emergenze da fronteggiare più alta che nel resto dell’anno. Ad Aversa l’Asl ha alzato bandiera bianca mettendo in ferie gli operatori, a Curti non ancora ma operano con un muletto che si preannuncia ancor più scassato dell’ambulanza originaria.

LE AUTOMEDICHE SENZA MEDICO CON I DOTTORI IN RELAX – Altra questione: lo sai, caro Mario, che il 118 di Caserta è dotato di alcune “automediche” che il più delle volte raggiungono i luoghi del soccorso senza medico a bordo? Ci sarebbe da ridere se il fatto non investisse pesantemente anche il rischio di vita o di morte di un paziente soccorso.

Noi che siamo prodighi di aggettivi abbiamo pensato a lungo per scegliere quello a nostro avviso più adatto. Si tratta di un fatto indecoroso. I tuoi predecessori se ne sono fregati, sai perché Mario? Perché il decoro non appartiene alla categoria dei valori materiali, bancari, immobiliari (che riempiono purtroppo il 90% degli atti amministrativi dell’Asl di Caserta) ma appartiene al corredo dei valori morali, a quella necessità che un ente che gestisce miliardi di euro dovrebbe avere nel momento in cui propone la sua immagine.

BLASOTTI INDAGATA, MA NOI SAPEVAMO GIA’ – Eh già, l’immagine, altra illustre sconosciuta nella concezione della comitiva casoriana. Guarda Mario, chi legge Casertace sa bene che questo giudizio molto severo su Ferdinando Russo e soprattutto su Amedeo Blasotti non è frutto di quello che abbiamo letto nella richiesta di applicazione della misura di divieto di dimora in provincia di Caserta avanzata dalla Dda nei confronti dello stesso Blasotti. La Dda, absit iniura verbis, è arrivata un bel po’ in ritardo rispetto a quelle che sono state le nostre percezioni e rispetto a quello che avevamo già scritto sulla più che sospetta coesistenza tra imprese oggetto di affidamento all’Asl di Caserta e le consulenze di quel particolarissimo studio casoriano in cui lavorava il figlio di Blasotti, e nei cui uffici il direttore generale, com’è scritto nella richiesta Dda, riceveva gli imprenditori. In tempi non sospetti, noi lo avevamo scritto dei pranzi organizzati da un politico mediatore tra il Dg dell’Asl e alcuni imprenditori, durante i quali Blasotti, con un certo charme e una certa delicatezza tra il detto e non detto, aveva parlato bene delle potenzialità di una certa impresa di consulenza di Casoria.

A FERRANTE UNA RICHIESTA DI DISCONTINUITA’ – Da te, Mario, ci aspettiamo una discontinuità netta, a partire dal decoro da ricostituire nel 118, sia per le ambulanze che per l’attività poco chiara, a nostro avviso insufficiente e improduttiva, non per colpa loro ma di chi glielo consente, di medici che stazionano, spesso ciondolano, nella sala operativa del citato 118 a disposizione degli equipaggi che, quando li contattano, si sentono rispondere immancabilmente “ok, portatelo in ospedale”, come se occorresse un medico lautamente pagato (e indennizzato al di là dello stipendio base) per dire questa ovvietà.

AMBULANZE, UN CONSIGLIO DA PROFANI – Ci sono presidi ospedalieri dell’Asl dotati di ambulanze proprie. Tre sono a Maddaloni, che non si capisce bene a cosa servano, visto che quell’ospedale ormai è in disarmo. Poi ci sono a S. Maria C.V. E a Sessa Aurunca. Quantomeno si potrebbe fare una ricognizione seria e razionale del tasso di utilizzazione di questi mezzi, presidio per presidio, provando a liberarne qualcuno in modo da metterlo a disposizione delle strutture di Aversa e S. Maria C.V. del 118. Una ricognizione seria, che non dia nulla per scontato come è stato fatto fino ad oggi per superficialità, creando sacche di inefficienza di alcune risorse umane impiegate per queste ambulanze negli ospedali citati.

Perché se uno affronta una questione laicamente, senza farsi condizionare dalla richiesta di comodità clientelare di qualche medico o sindacato, se uno non parte con un’idea a priori, potrà almeno fornire pubbliche spiegazioni sui motivi per cui queste ambulanze stanno lì ferme per giornate intere. Poi è chiaro che non si capisce neppure bene quale sia il motivo per il quale non si possa integrare la convenzione, firmata con i fornitori esterni, affinché siano loro a mettere a disposizione del personale dell’ASL delle postazioni di Aversa e Curti, mezzi magari noleggiati, oggetto di una formula giuridica purché sia, per garantire un servizio decente in considerazione del fatto che Bourelly, ad esempio, mette in giro ambulanze che sembrano nuove o seminuove.

Forza Mario, hai ancora 25 giorni di tempo per organizzarti e focalizzare le priorità. Noi ti aspettiamo con fiducia.