I NOMI E LE CONDANNE 40 anni di carcere per 7 imputati accusati di tentato omicidio, “stesa” sulla spiaggia, estorsione e pestaggio in cella
29 Giugno 2022 - 17:52
Oggi il verdetto a conclusione del rito abbreviato dinanzi al gup di Napoli Vertuccio e al pm Arlomede. I fatti, così come risultò a suo tempo dalle indagini e come è stato ampiamente confermato in sede dibattimentale, si generarono per il controllo delle piazze di spaccio
CASTEL VOLTURNO (gv) Sette condanne e un’assoluzione per un grave episodio di sangue successo 3 anni fa a Castel Volturno. Oggi il verdetto a conclusione del rito abbreviato dinanzi al gup di Napoli Vertuccio e al pm Arlomede. Il fatto, così come risultò a suo tempo dalle indagini e come è stato ampiamente confermato in sede dibattimentale, si generò per il controllo delle piazze di spaccio sul litorale domizio. Ci fu prima un tentato omicidio ai danni di Antonio Alfano, di origini napoletane, che se la cavò con una ferita al braccio sinistro, e ai dani due fratelli Taurino, noti esponenti della criminalità di Castel Volturno i quali ne uscirono illesi grazie alla loro prontezza di riflessi. e la sera stessa del 14 agosto del 2019 il gruppo delinquenziale per festeggiare organizzò la successiva “stesa” per le strade di Castel Volturno.
Ecco le condanne: 10 anni a Luigi D’Antonio, 3 anni e 4 mesi alla madre Assunta
Castellano, 3 anni e 2 mesi alla ex fidanzata di D’Antonio, Teresa Venosa, 6 anni e 10 mesi a Lorenzo Esposito De Rosa, 7 anni ad Andrea Rosario Guida, 6 anni e 10 mesi a Felice Marfella, 2 anni e 4 mesi a Giorgio Monaco accusati a vario titolo di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione aggravata. Assolto Francesco Iorio. Nel collegio difensivo gli avvocati Enrico Capone, Mirella Baldascino, Paolo Caterino, Rocco Maria Spina, Michele Di Fraia, Crescenzo Maisto, Domenico Dello Iacono, Emilia Santagata, Alfredo e Gabriele Sciacca.
Dopo l’agguato, le indagini avviate dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, oltre ad individuare i responsabili, portarono a galla anche una serie di episodi estorsivi compiuti da Luigi D’Antonio, dalla madre Assunta Castellano e dalla fidanzata Teresa Venosa. Precisamente venne richiesto quello che fu definito un contributo di 10 euro, che versati da 18 persone ammontarono a 180 euro, soldi che sarebbero serviti, stando a quello che fu detto da chi li richiese, per il sostegno delle necessità di un familiare detenuto. Una storia intricata, piena di tensioni e di episodi di rilievo criminale, quale, ad esempio, il di pestaggio in carcere, ordinato da Luigi D’Antonio, ai danni di Ciruzz e Pescopagano, padre di due delle sue vittime.