I NOMI. Vogliono uccidere imprenditore nella guerra tra clan: DUE CONDANNE

17 Maggio 2025 - 12:24

CESA – La Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli ha condannato i fratelli Nicola e Salvatore Pota, rispettivamente a 10 e 9 anni di reclusione, per il tentato omicidio dell’imprenditore Vincenzo Esposito. Il fatto risale al 20 settembre 2008 ed è avvenuto a Cesa, in provincia di Caserta, nel contesto del conflitto tra i gruppi criminali “Caterino-Ferriero” e “Mazzara”, questi ultimi legati parentalmente alla famiglia di Caserta dei Dresia, gestore in modo praticamente monopolistico dei parcheggi nel capoluogo, come emerso anche nel decreto di scioglimento del comune di Caserta per infiltrazioni e condizionamenti mafiosi (CLICCA E LEGGI).

Secondo quanto ricostruito nel corso del processo, i due imputati – ritenuti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli esecutori materiali del tentato omicidio – avrebbero esploso diversi colpi d’arma da fuoco contro Esposito mentre quest’ultimo si trovava a bordo della propria auto, nei pressi della sua abitazione. L’imprenditore non fu colpito mortalmente.

Per la medesima vicenda sono già stati condannati in via definitiva Michele Ferriero, indicato come il mandante dell’agguato, e Luca Bove, nel ruolo di “specchiettista”. Il movente sarebbe riconducibile alla vicinanza della vittima a un clan rivale.

La ricostruzione giudiziaria si è basata su intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luca Mosca, poi assolto per questi fatti.

Il procedimento a carico dei fratelli Pota ha registrato un lungo iter giudiziario, con due precedenti annullamenti da parte della Corte di Cassazione. Dopo una prima condanna del GUP del Tribunale di Napoli nel giugno 2017, la Corte di Appello – Sesta sezione – aveva assolto entrambi gli imputati. Sentenza poi annullata dalla Suprema Corte, che dispose un nuovo giudizio.

Una seconda condanna fu emessa dalla Quarta Sezione della Corte di Appello nel novembre 2021, ma anch’essa venne annullata dalla Cassazione nel giugno 2022, con richiesta di ulteriori chiarimenti sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia.

Il nuovo processo è stato celebrato davanti alla Terza Sezione della Corte di Appello, che nei giorni scorsi ha emesso la nuova sentenza di condanna. Le motivazioni saranno depositate entro 30 giorni.

I difensori degli imputati – gli avvocati Carmine D’Aniello, Gaetano Laiso e Nicola Marino – hanno annunciato ricorso in Cassazione. La parte offesa, Vincenzo Esposito, si è costituita parte civile tramite gli avvocati Vincenzo Guida e Giovanni Midiocestomarco, attendendo giustizia da oltre 17 anni.