I PORNO-CONCORSI DI MAGLIOCCA. Assunto il figlio di un candidato, dipendente Gisec-Provincia, che alle comunali ha portato 300 voti a Carlo Marino

5 Settembre 2022 - 14:01

Quando l’altro giorno abbiamo scritto – in occasione del ripassaggio in Forza Italia del presidente della Provincia – che Magliocca era stato protagonista, parte attiva della vittoria del PD e del centrosinistra alle scorse Comunali di Caserta, ci riferivamo a cose simili. Vogliamo chiamarlo Genoveffa e non voto di scambio? Ma a noi di CasertaCE, il concetto di voto di scambio legato al diritto penale non ci è mai fregato un fico secco. A noi preme denunciare il voto di scambio quale mercimonio di una politica locale che chiamare in questo modo rappresenta veramente esercizio lunare

CASERTA (g.g.) – Per grazia di Dio, il sottoscritto è una delle dieci/quindici persone…va’, facciamo trenta, sui 920 mila residenti ufficiali di Terra di Lavoro, a non avere nessuno sulla rampa di lancio dei concorsi banditi dall’amministrazione provinciale di Caserta: una delle operazioni più oscene da noi incrociata nei lunghi anni della nostra esperienza professionale.

Questa vicenda conquista, soppiantandone altre ugualmente emblematiche, la posizione nuova regina del paradigma più sconcertante, più sconsolante di connotazione di questo nostro malandatissimo e sfigatissimo territorio.

Mai si era vista una roba così, mai si era visto che chi ha subito, chi ha detto pesta e corna del sistema Magliocca-Zannini diventasse

morbido, più accondiscendente, ovviamente dopo aver raccomandato un proprio uomo o una propria donna per il concorso.

Se c’era ancora bisogno di sancire l’assoluta, totale insensibilità nei confronti di un sistema di vita che dia un minimo di significato ad un interesse che non sia totalmente allegato, collegato a quello della propria famiglia, dei propri tornaconto, i concorsi di Magliocca hanno spazzato ogni residuo dubbio, diventando quintessenza di una forma mentis irrimediabilmente, fetalmente rannicchiata su una vita quotidiana che nasce e si sviluppa dentro alle quattro mura della propria e chissenefrega se tutto il mondo fuori va a puttane, se le strade sono ormai peggiori di quelle dell’Ottocento, se mio figlio resta ancora disoccupato, ma non c’è problema, la volta prossima toccherà vincere la roulette dei raccomandati.

La caratteristica di questa specifica vicenda si può riassumere in un’espressione inglese: no limits. Nessun limite, nessun’operazione è tanto impresentabile da dover esser messa in lista di attesa.

Essendo noi tra i trenta casertani non interessati a infilare qualcuno, ci siamo anche goduto i tentativi, i buoni uffici spesi verso di noi affiche ammorbidissimo la posizione di CasertaCE verso Magliocca, manco fosse una questione personale e non una battaglia di civiltà.

Centrosinistra, centrodestra, centrocentro, tutti amici, tutti a dire “vai, fatti una chiacchierata con Giorgio. E io me la sono fatta una chiacchierata con Giorgio, perché chi porta avanti valori come noi, non ha la necessità di eludere il confronto.

Gli abbiamo detto “Giorgio, tu sei così e noi siamo colì, le nostre linee non si incroceranno mai. Poi, per carità, tu mi dici che stai lavorando nel rispetto della legalità, tu mi dici di non essere una pedina nella mani di Giovanni Zannini. Ne prendo atto, ma mai come in questo caso le chiacchiere stanno a zero. Occorrono prove concrete e siccome ti conosco e mi sei anche umanamente simpatico, ma so quanto sia problematico, pornograficamente radicale il tuo rapporto con la sincerità, allora, caro Giorgio, lasciamo parlare i fatti“.

Quali sono i fatti? Ogni promessa è debito.

Avevamo annunciato ai nostri lettori che avremmo vivisezionato gli esiti dei concorsi e così faremo.

Cominciamo da qualche nome. Giusto per rompere il ghiaccio e giusto per spiegare a chi ha ritenuto esagerata la definizione del ruolo svolto da Giorgio Magliocca nella vittoria alle Comunali di Caserta del PD di Carlo Marino, oggi coordinatore della campagna elettorale casertana del partito, nella vittoria del centrosinistra del governatore Vincenzo De Luca alle elezioni del capoluogo avvenuto lo scorso ottobre.

In questi giorni stiamo anche affrontando l’argomento di questo esponenziale allargamento delle assunzioni rispetto a quelle previste nei bandi e tarate su una ricognizione formale, detto in termini burocratici Piano del fabbisogno del personale, deliberato a marzo 2021. Dunque, non dieci, cinque e neppure due anni fa, bensì poco più di un anno fa.

Continueremo a lavorare anche su questo fronte perché qualcuno deve spiegarci quale sia la risposta congrua, credibile sul fatto che un piano del fabbisogno del personale che indica in un’unità la dotazione necessaria nell’ufficio in cui dovrà operare l’istruttore informatico, categoria C, quadruplichi, avete letto bene, qui non si tratta di un’unità in più, quadruplichi questo fabbisogno al punto che l’unico assunto previsto, ovvero quello primo in graduatoria, viene raggiunto dal secondo, dal terzo e dal quarto classificato, ripescati perché in quell’ufficio, che fino a pochi mesi fa necessitava di un solo dipendente istruttore informatico categoria C, ora ne servono quattro, con una necessità sorta ed enunciata tra giugno e luglio scorso, ripetiamo, a quindici mesi di distanza dall’approvazione del piano della dotazione organica.

Quando abbiamo letto gli atti amministrativi, abbiamo incrociato delle enunciazioni a dir poco generiche, “vista la necessità sopravvenuta” ecc.

Ma sopravvenuta che cosa? Ma tu, Magliocca, ritieni di amministrare il giardino di casa tua? Tu quadruplichi un fabbisogno e se non spieghi dettagliatamente quali siano e come si connotano queste sopravvenute necessità, vuol dire che tu, come quegli altri bell’imbusti dell’Asl di Caserta, hai riaperto la graduatoria per dar riscontro a tutte le richieste di raccomandazione, a tutti gli impegni che hai preso durante le campagne elettorali, a partire da quella delle Comunali di Caserta.

All’Asl, quantomeno, hanno fatto finta di aspettare 15, 20 giorni, un mese per la prima riapertura della graduatoria. Tu, Magliocca, l’hai fatto contestualmente alla pubblicazione delle stesse. Anzi, le hai riaperte senza neanche averle definite ad esito di un concorso, dicendo che siccome il fabbisogno bla bla bla, noi abbiamo sbagliato redigendo quel piano, quella struttura di pianta organica e arrivederci e grazie.

Quando scriviamo che senza una spiegazione seria, articolata, puntuale, tecnicamente ineccepibile, noi ci sentiamo autorizzati ad ipotizzare che tutto ciò stia avvenendo per scontare le tonnellate di cambiali contratte, non recitiamo uno slogan in applicazione di un meccanismo dialettico di tipo demagogico.

Saverio Picozzi, chi è mai costui?

Caro Don Abbondio, te lo diciamo noi chi è. Si tratta del figliolo di Michele Picozzi. Si tratta di un sindacalista Fiadel che, sulla carta, lavora presso lo Stir di Santa Maria Capua Vetere da dipendente della Gisec, società arcinota ai nostri lettori e di cui stavolta sottolineammo solamente il fatto che il 100% delle sue quote sono state sottoscritte e sono attualmente nella mani dell’amministrazione provinciale di Caserta, la quale le gestisce attraverso il suo presidente pro-tempore, Giorgio Magliocca.

Michele Picozzi è stato parte attiva, anzi, attivissima della campagna elettorale di Carlo Marino. E qui, i vari Paolo Marzo, Giovanni Zannini e compagnia non c’entrano nulla. Perché se è vero che da “uomo dei rioni”, Michele Picozzi può in qualche modo rappresentare un modello culturale e di vita rispetto a quale un Paolo Marzo o Antonio Luserta possono trovare assonanza e modalità di approccio, è anche vero che Michele Picozzi non si sarebbe mai candidato contro la volontà di Magliocca.

Anzi, volete sapere una cosa? Picozzi è uno dei contributi diretti che Magliocca ha fornito alla causa del PD, del centrosinistra e di Carlo Marino. Picozzi si è candidato nel cosiddetto listone Insieme per Caserta – Moderati e ha raccolto 287 preferenze personali che, manco a dirlo, oggi lo rendono il primo dei non eletti della lista, dopo il tourbillon di surroghe e sostituzioni che hanno consentito a Daniela Dello Buono e a Giovanni Lombardi di posizionarsi in consiglio comunale.

Quei 287 voti consegnati alla causa del PD, alla causa del centrosinistra, alla causa di Marino e quella di De Luca rappresentano un contributo politico diretto garantito da Giorgio Magliocca. Quei 287 voti non hanno trovato riscontro in un seggio consiliare, ma trovano ristoro oggi (vabbè, chiamiamolo Genoveffa e non voto di scambio, ma la sostanza questa è) nell’assunzione di Saverio Picozzi a istruttore informatico categoria C, in quanto primo in graduatoria nella specifica classe di concorso.

Abbiamo solo iniziato e non è improbabile che già nel pomeriggio presenteremo un altro caso: il caso-Fucile. Una roba tutta pignatarese, una vicenda parimenti no limits in cui la relazione tra voto elettorale e assunzione col modello parentopoli è a nostro avviso evidente quanto al pari quella riguardante Saverio Picozzi.