IL BLITZ di “Striscia la Notizia”. Vi spieghiamo tutto o quasi di quello che è successo nel deposito giudiziario di CAPUA

29 Gennaio 2020 - 12:35

CAPUA – Il caso di Capua, finito all’interno della puntata di ieri sera di “Striscia la Notizia” (LEGGI QUI IL NOSTRO ARTICOLO E GUARDA IL VIDEO) assomiglia molto ad un altro episodio scovato, anni fa, ad Aversa da CasertaCe e che ci servirà anche nei prossimi giorni per chiarire i termini della questione sorta a Capua.

Per il momento, in relazione a quello che abbiamo già scritto ieri su “Striscia”, diamo degli elementi che nella puntata non sono stati forniti e che servono ad inquadrare meglio la vicenda, soprattutto dal punto di vista giornalistico nella dimensione di un quotidiano locale.

I fatti partono da lontano. Circa 40 anni fa, lì dove oggi si trova quella distesa di auto, tale A.G. avvia un’attività di soccorso Aci con autofficina annessa. Partecipa ad una gara d’appalto e mette su un deposito giudiziario regolare ed autorizzato, che ospita vetture sottoposte a sequestro e lasciate su cemento, dunque, non a diretto contatto con il terreno.

Nel frattempo, però, molte di quelle auto restano ferme: alcune sono in attesa del rimborso dell’organo competente per i dissequestri, altre perchè i proprietari, nonostante lo sblocco dei sigilli, non vanno più a ritirarle. A.G. intraprende le vie legali, avviando un procedimento giudiziario nel tentativo di risolvere la situazione.

Passano altri anni e nell’attività subentrano i figli, C.G. e P.G., i quali non avranno più la concessione per mantenere il deposito giudiziario, anche perchè la gara, a suo tempo, viene vinta da un’altra ditta di Aversa. A quel punto, aprono un autonoleggio proprio dove insisteva il deposito giudiziario (quello citato prima, autorizzato e con il cemento a protezione del fondo agricolo dai materiali derivanti dal deterioramento delle auto) e trasferiscono le vetture sul terreno di loro proprietà (lì dove sono arrivate le telecamere di “Striscia”), liberando lo spazio necessario per la loro nuova attività commerciale.

Nel 2012, per questo motivo, i figli di A.G. sono stati denunciati per reati ambientali; accusa, dopo 7 anni, caduta in prescrizione.

Come ha specificato ieri sera Abete al sindaco di Capua Luca Branco (in questo caso, nella sua qualità di massima autorità sanitaria della città, perchè esiste nella fattispecie un elemento di inquinamento ambientale evidente), nel dicembre 2019, l’intera area è stata dissequestrata e il primo cittadino, come ha dichiarato, ha provveduto all’emissione di un’ordinanza di sgombero.

Infine, gli animali: gli 8 cani del deposito sarebbero stati fatti cippare proprio da A.G. che, in questo modo, se n’è riconosciuto proprietario ed è stato anche sanzionato. Per quanto riguarda invece, gli animali da cortile, ripresi nelle immagini del servizio di “Striscia”, se ne occuperà l’asl di competenza, così come è stato spiegato ieri, al telefono, all’inviato delle “pigne in pegno”.

Com’è evidente, nei meandri della legge, delle prescrizioni e quant’altro, le auto restano a marcire sul terreno.