Il CLAN DEI CASALESI, con il fratello del ras Renato Piccolo, avrebbe inquinato le elezioni comunali di Lucca del 2017. L’informativa e la denuncia di Italia dei Valori

6 Settembre 2021 - 12:21

4 anni fa la telefonata intercettata dalla guardia di finanza. La coalizione di centrodestra fu guidata da Remo Santini, che perse di pochissimo quelle elezioni e che oggi potrebbe riproporre la sua candidatura per la nuova consultazione fissata nella prossima tarda primavera

 

CASAPESENNA – La notizia va presa per quello che è, essendo segnalata da un movimento politico Italia dei Valori che certo non ha fatto una buona fine dopo che Antonio Di Pietro, ebbro di potere e di successo, imbarcò tutto l’imbarcabile, inquisiti, plurinquisiti compresi. Oggi Italia dei Valori è una realtà residuale della politica italiana. Un movimento che comunque fa accordi col Pd e col centrosinistra e che dunque anche per quella che è stata la sua matrice storica, concentra la sua attenzione su fatti che in qualche modo, direttamente o indirettamente, coinvolgono il centrodestra in situazioni che in apparenza non appaiono certo positive.

Però, su qualcosa di concreto poggia il comunicato stampa del coordinamento regionale della Toscana di Italia dei Valori. Precisamente, si fa riferimento ad una informativa della Guardia di Finanza toscana che riporta una intercettazione datata 4 giugno 2017 in cui l’imprenditore Giuseppe Piccolo, residente a Lucca o in provincia di Lucca, chiama suo fratello Renato Piccolo,

il quale, evidentemente non era più in carcere, dov’era finito 5 anni prima, precisamente all’alba del 3 ottobre 2012, quando fu raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere insieme a Michele Barone, Michele Fontana o sceriffo, Costantino Diana, Giorgio Pagano e Francesco Sabatino, in pratica tutti esponenti di primo piano della fazione del clan dei casalesi, capitanata da Michele Zagaria, a sua volta arrestato 10 mesi prima, precisamente il 7 dicembre 2011.

Insomma, Renato Piccolo è un personaggio di spicco della camorra di Casapesenna e del clan dei casalesi. Nella telefonata, Giuseppe Diana parlava con il fratello di alcuni appalti importanti che si sarebbero dovuti realizzare proprio a Lucca e per i quali avrebbe stipulato, evidentemente durante la campagna elettorale svoltasi qualche mese prima, un accordo con l’allora candidato di centrodestra.

Ciò Giuseppe Piccolo comunicava al fratello Renato Piccolo, poi di nuovo arrestato e a quanto pare scarcerato da poco, proprio nel clou di quella campagna elettorale che celebrò il suo primo turno il giorno 11 giugno e il ballottaggio decisivo il 25 giugno.

Remo Santini che rappresentò il centrodestra a quelle elezioni, e che sarebbe, secondo ciò che è detto in quella telefonata, il riferimento per il quale Giuseppe Piccolo, fratello di Renato Piccolo avrebbe impegnato le sue energie e quindi ipotizza Italia dei Valori, quelle del clan dei casalesi a suo sostegno, non diventò sindaco di Lucca in quanto perse, seppur in strettissima misura al ballottaggio, contro il candidato sindaco del centrosinistra Alessandro Tambellini che indossò la fascia tricolore con un 50,52% a fronte del 49,48% ottenuto da Santini con una differenza numerica in voti di 361 voti.

Va sottolineato, n conclusione, che Remo Santini resta ancora oggi il leader di fatto del centrodestra lucchese e con ogni probabilità, riproporrà, anche alla luce della vittoria sfiorata 4 anni fa, la sua candidatura alle elezioni comunali che si svolgeranno di qui a 8/9 mesi, rinvii covid permettendo.