Il Comune chiude la piscina. Da 4 mesi lucchetti ai cancelli della struttura

20 Gennaio 2020 - 18:11

CALVI RISORTA (t.p.) – Sono quattro mesi che la piscina comunale di Calvi Risorta è chiusa al pubblico senza che, ufficialmente, sia stata fornita una spiegazione dall’attuale amministrazione, sui motivi della serrata.
Ricordiamo che con determina 201 del 14/09/2016 veniva affidato il servizio di gestione della piscina, per il periodo dal 1/10/2016 al 31/05/2017, alla società “ASD AQUA s.r.l.”.
Con delibera di giunta comunale n. 33 del 22/09/2017 si prorogava l’affidamento fino al 31/12/2017.
Nel frattempo con atto prot. 11431 del 10/11/2017, veniva stipulato un accordo transattivo con il gestore. Senza il parere del revisore, il comune rinuncia così a canoni di concessione per € 14.324,00.
Con determina 299 del 28/12/2017 viene disposta una ulteriore proroga alla società “ASD AQUA s.r.l.” fino al 28/02/2018.
Con determina 31 del 27/02/2018 viene quindi dato in concessione l’impianto alla medesima società, per il periodo dal 1/3/2018 al 31/10/2018.
Dal 1/11/2018 al 31/05/2019 il servizio viene svolto di fatto senza alcun atto di affidamento/proroga.
Ora è da settembre 2019 che la piscina è chiusa e che nessuna direttiva viene formulata dalla giunta per l’avvio delle procedure di gara, ai fini della concessione dell’impianto.
Allo stato attuale il Comune non garantisce più il servizio, non incassa il canone annuale di gestione e sopporta i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura.
Leggendo i dati del rendiconto dell’esercizio 2018, approvato con delibera di giunta n. 94 del 18/12/2019, si scopre tra l’altro che, per l’intero anno 2018, il gestore non ha versato un solo centesimo di canone al municipio.
Nel 2017, con la delibera di giunta n. 33, gli amministratori esprimevano la volontà di “ consentire alla collettività di continuare ad utilizzare a pieno tale impianto per il perseguimento delle finalità di promozione dello sport”. Affermavano che bisognava dare continuità al servizio al fine di “ non creare disservizi all’utenza”.  Ma per ora tutti questi buoni propositi sono stati dimenticati ai danni della collettività e soprattutto dei giovani.