IL DRAMMA DELLA VARIANTE. Nel secondo anniversario di quel tragico schianto il ricordo commosso di uno dei soccorritori

7 Febbraio 2022 - 16:29

SAN PRISCO – In occasione del secondo anniversario della prematura dipartita di Salvatore e Giuseppe, a due anni da quel tragico incidente in cui persero la vita, riceviamo e pubblichiamo uno scritto di uno dei soccorritori accorsi quella notte, Ciro Pozzuoli.  “Se mi trovassi a raccontare di questa storia, forse quasi nessuno mi crederebbe.
Sono passati due anni oggi ma ho sempre fatto fatica a togliermelo dalla testa, perché per quanto lo si possa immaginare, é difficile interiorizzare qualcosa di così profondo. 
Quando si sono spente le sirene, siamo corsi da voi, Salvatore e Giuseppe, con la speranza di poter trovare una semplice scena che non meritava più di una foto, per essere finita anche meglio del previsto. 
E invece non é stato così. 
Ho trovato due angeli. Ho sempre immaginato la figura dell’angelo con le ali attaccate sulle spalle e invece é bastato guardare il vostro viso così pulito, per abbandonare quell’idealizzazione e soprattutto a rimettermi con i piedi per terra. Non lo so se era il freddo pungente, non lo so se era la scena di un film visto in precedenza, non lo so se era l’epilogo di una  storia così particolare, ma la morsa al cuore di quella notte, la sento sempre come una piccola cicatrice che resta là, ferma, a ricordarmi di voi…

/> Con il trascorrere dei mesi Salvatore mi hai presentato i tuoi genitori. E già, perché non può essere successo per caso. 
Ormai é trascorso più di un anno da quell’incontro ed io ancora oggi non ho trovato le parole giuste da dire alla tua mamma e al tuo papà. Di questo me ne vergogno profondamente, perché forse avrei dovuto abbracciarli, avrei dovuto dire loro che tutto questo non é colpa di nessuno, che tu ora sei un pezzo di stella lassù. 
Sono due anni che ti ho preso tra le braccia prima di realizzare che io e te non ci siamo mai conosciuti, e dopo quell’incontro non ci siamo visti più. 
Oggi voglio che tu sappia, e spero possa arrivare fin lassù, che sono felice di aver scelto questo lavoro e c’è stato un periodo in cui ho lasciato l’emergenza, ma quando sono tornato a sedermi in quell’ambulanza il mio primo pensiero siete stati voi due. E poi la tua mamma e il tuo papà. Voglio che tu sappia che se c’è una ragione per cui non lascio andare, voi ne siete parte. Voglio che tu sappia che  non sarete mai soltanto un ricordo, ma una delle esperienze più forti che mi porterò per tutta la vita.
Voglio che tu sappia che tutto questo mi ha insegnato che non esistono sempre i lieto fine, ma esistono albe pronte a nascere ogni santo giorno e persone pronte a rifiorire per portare avanti il ricordo di cose che non verranno mai dimenticare”.