IL FOCUS CASERTA. Il comandante dei Vigili Urbani certifica una violazione di legge e consente alla Publiservizi di incassare i quattrini delle multe dei casertani

18 Gennaio 2021 - 16:54

CASERTA (G.G.) – Non la smetteremo mai. Siccome non abbiamo neppure più l’obbligo di spiegare dettagliatamente quello che da più di 4 anni abbiamo scritto e riscritto decine e decine di volte, faremo anche prima del solito in questo articolo.

La determina che pubblichiamo integralmente in calce è vergognosa.

Ma non per il solito motivo, ma per due: lo scorso 28 ottobre il comandante dei Vigili Urbani di Caserta, a cui il sindaco Carlo Marino ha riconosciuto un profilo di “Alta professionalità”, tale da permettergli di esercitare le funzioni di dirigente del settore mobilità, ha messo nero su bianco l’asserzione seguente: “(…) VISTA la comunicazione della Publiservizi S.r.l., concessionaria dei servizi di riscossione delle entrate comunali e dei servizi connessi, acquisita al Prot. R. U.I. 0103611.28-10-2020, concernente gli incassi effettuati per conto del Comune di Caserta nel periodo dal 01.10.2020 al 15.10.2020 sul c/c n.64995798″.

Avete letto bene, un tenete colonnello dei Vigili Urbani, poi dice che siamo noi a rompere sempre le scatole, assevera con i poteri di dirigente comunale di Alta professionalità (quale?) che una concessionaria, titolare di un servizio di riscossione, nel caso specifico quella delle violazioni al Codice della Strada, concede al Comune – per conto del quale, ripetiamo cento volte, per conto del quale “effettua incassi” – di rimettere alle casse pubbliche la parte dovuta.

Per conto del quale incassa, caro comandante De Simone. Ma per conto del quale non può incassare sul suo conto corrente i quattrini scuciti dai cittadini contribuenti.

Quindi, se lei scrive “per conto del Comune” e allo stesso tempo assevera la procedura della trasmissione dei soldi dal concessionario al Comune, la parola “incasso” diventa una indiscutibile violazione della legge che lei Tenente Colonnello ignora.

Ma un Tenente Colonnello dei Vigili Urbani, comandante in una città capoluogo e dirigente facente funzioni in quanto a marchio Doc di Alta professionalità, può consentirsi di ignorare l’esistenza di una legge?

E se la legge non ammette ignoranza per chi non conoscendo le procedure per fare un biglietto del Tram, non è in grado di mostrare il titolo e quindi deve essere sanzionato, figuriamoci per un Tenente Colonnello, peraltro comandante dei Vigili Urbani di una città capoluogo, con funzioni di dirigente.

Se il sindaco lo facesse uno di Casertace, quantomeno l’Alta professionalità verrebbe revocata ad horas.

Ma poi, De Simone, leggetelo un po’ questo nostro giornale, almeno non morite ignoranti. E per ignoranti facciamo sempre riferimento al senso letterale del participio presente del verbo ignorare.

In questi anni abbiamo riportato tantissime volte il dettato testuale del decreto fiscale 193/2016: In deroga all’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il versamento spontaneo delle entrate tributarie dei comuni e degli altri enti locali deve essere effettuato direttamente sul conto corrente di tesoreria ovvero sui conti correnti postali ad esso intestati dell’ente impositore, o mediante il sistema dei versamenti unitari di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, o attraverso gli strumenti di pagamento elettronici resi disponibili dagli enti impositori.

Ci saremmo accontentati già dell’applicazione di questa norma fondamentale, sorprendentemente chiara per quelli che sono gli standard del giuridichese o del burocratese stretti con cui vengono scritte le leggi nel nostro Paese. Ci saremmo accontentati perché la riscossione spontanea assorbe più del 90% del gettito.

Ma il legislatore ha voluto fare di più perché, con i Comuni che piangono miseria, ha pensato di fargli un favore nell’ultima legge di Bilancio approvata risalente al dicembre del 2019 e in vigore dal 1 gennaio 2020.

Fresca fresca e ancor più chiara e perentoria, al punto che Franco Biondi, dirigente “a tutto” al Comune di Caserta, si è visto costretto a inserirla nel bando discutibilissimo, su cui poi torneremo meglio nei prossimi giorni, per la nuova gara (nuova si fa per dire) per l’attribuzione a terzi della riscossione dei tributi comunali.

Una gara naturalmente bandita in netto ritardo, visto che il contratto con la Publiservizi è scaduto e questo articolo, che chiude per il momento la trilogia che abbiamo definito dei “prorogati e contenti”, viene pubblicato proprio partendo dalla presa d’atto che oggi, 18 gennaio, la Publiservizi è entrata nell’allegro club che ha però nella Ecocar la regina indiscussa, con ben 3 anni di proroga già consumati.

Biondi però fa riferimento nel bando alla norma dell’ultima legge di Bilancio, ma si scorda volutamente di quella del 2016, pienamente in vigore, che badate bene non è stata abrogata o modificata dall’articolo 1 comma 788 dell’ultima Finanziaria, bensì rafforzata.

E allora, Tenente Colonnello De Simone, siccome lei non legge Casertace, gliela ripubblichiamo perché ne possa fare buon pro:

comma 788: All’articolo 53, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Sono escluse le attivita’ di incasso diretto da parte dei soggetti di cui all’articolo 52, comma 5, lettera b), numeri 1), 2) e 3)”.

Per cui, questa è una determina fuorilegge con la quale il Comune di Caserta criminogenamente dilata un meccanismo di appropriazione indebita.

Non si può stabilire se questa avvenga o meno con il concorso della Publiservizi, ma è certo che l’attore è il Comune, che da anni si gira dall’altra parte.

O meglio, si gira dall’altra parte con chi vuole lui: con la Publiservizi, con il mitico Dresia, il quale non solo gode di una convenzione che sulla carta gli consente di introitare l’85% delle somme incassate nel parcheggio più lucroso della città di Caserta, ma addirittura versa questi quattro miserabili spicci in ritardo e con un’autocertificazione, cioè dicendo di aver incassato tot con il Comune che si fida sulla parola.

Guardate, in un’altra città neanche al proprietario privato di una ipotetica ex caserma Pollio avrebbero consentito questi lussi, inversamente proporzionali al trattamento riservato alla TMP, titolare dei parcheggi a pagamento che, dal primo giorno e ogni santa sera svuota le macchinette e va a depositare il sacco delle monete alla Banca Popolare di Bari che svolge la funzione di tesoreria comunale, questa volta in pieno ossequio ai dettami dell’articolo 2 bis del decreto fiscale 193/2016.

Non basta che il presidente dei revisori dei conti voti contro quando il collegio affronta i temi della scellerata gestione finanziaria del Comune.

Al buon Giuseppe Fattopace, persona fondamentalmente perbene, diciamo che questo non lo esime da una responsabilità che in futuro potrebbe gravare anche su di lui e non solo sui due salernitani, i due altri revisori che danno bordone a ogni nefandezza di questa amministrazione.

Giuseppe Fattopace ha il dovere civico di rendere edotte le potestà titolari dell’azione giudiziaria, Procura presso la Corte dei Conti e Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, di tutti i motivi che lo spingono a esprimere i propri dinieghi.

Anzi, siccome Caserta, ce lo scordiamo troppo spesso in quanto ci siamo abituati, è un Comune in dissesto, il presidente dei Revisori dei Conti ha il dovere di informare anche lo specifico Dipartimento del Ministero degli Interni deputato a controllare la regolarità della gestione in modo che questa ponga le condizioni per il risanamento dell’Ente.

Se Fattopace non fa questo, sarà tecnicamente un corresponsabile, magari con qualche attenuante, ma sempre corresponsabile.

 

LEGGI GLI ATTI:

Allegati_presa_atto_somme_incassate_Publiservizi_01.10.2020_-_15.10.2020

determina 1727-2020