IL FOCUS. GLI ARRESTI AL COMUNE DI CASERTA. Ciro e Raffaele Nunziante, gli eroi delle due tonache: sono nel cuore e nelle opere del vescovo Pietro Lagnese e don Antonello Giannotti

19 Giugno 2024 - 19:04

I due autorevoli religiosi non saranno rimasti certo bene nell’apprendere l’arresto del 31enne costruttore, che già sta operando all’interno e attorno al Macrico con due affidamenti, entrambi coordinati dall’onnipotente architetto Dante Specchia che dalla Curia ha pure incassato acconti per Rup su lavori da 2 milioni di euro pagati dal Pnrr, al Duomo e a San Rufo. IN UN PROSSIMO ARTICOLO SVELEREMO ALCUNI DETTAGLI CLAMOROSI DELL’OPERAZIONE MACRICO

CASERTA (gianluigi guarino). Raffaele Nunziante, “chi era costui?”; Ciro Nunziante “chi era costui?”. Intanto, a differenza di come stava don Abbondio, loro stanno bene, sono vivi e vegeti, pur con qualche significativo problemino da affrontare. Ma a questo si può sempre rimediare, mentre se sei un erat o un fuit, c’è poco da recuperare.

Raffaele Nunziante ha 31 anni ed è uno dei figli d’arte: di, Ciro Nunziante, motore delle aziende di famiglia, tutte impegnate nel settore edilizio. In questi giorni, questa famiglia è stata tenuta unita dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela

Vecchiarelli che, accogliendo solo parzialmente, la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica, ha deciso di non arrestare in carcere Raffaele Nunziante, dove desiderava che andasse la Procura. non sottraendo al padre Ciro, vero comandante in capo delle imprese di famiglia, la sua stampella.

La vicenda è nota: i Nunziante, già nelle simpatie e nei pensieri dell’Ufficio tecnico di Caserta, hanno dovuto affrontare il problema di “mettersi bene” con la famiglia Marzo, quando hanno capito che la marcia trionfale di Massimiliano Marzo si sarebbe conclusa con la consegna, ad opera del sindaco Carlo Marino, della desideratissima delega ai Lavori pubblici, dopo le elezioni in cui, come scrivono i magistrati nell’ordinanza, hanno avuto nella rinomata famiglia Capone di Rione Santa Rosalia, la loro struttura elettorale principale, senza che questo, a suo tempo, abbia stimolato alcun interesse da parte dei magistrati antimafia, nonostante il clamoroso video che immortalerà per sempre, grazie all’archivio di CasertaCE, il mitico gimme five tra Raffaele Capone, che 4 o 5 giorni prima, giusto per ingannare un po’ il tempo, aveva tentato di accoppare a coltellate Gennaro Rondinone, che sempre i magistrati di Santa Maria Capua Vetere considerano l’apice del comitato elettorale dell’ugualmente indagato assessore e vicesindaco Emiliano Casale, senza che … i magistrati dell’Antimafia … (come sopra). Un po’ di contatti e un po’ di contanti pagati per i materiali della Edilmarzo, qualche affidamento, tutto sommato, micragnoso, viste le cifre. Tanto è vero che la Green Aedilis srl, una delle aziende dei Nunziante ha ceduto, diciamo così, i diritti, a un subappaltatario per sistemare un po’ il verde attorno alle scuole della città, in edifici di proprietà o, comunque, nella gestione del Comune capoluogo. Ma i Nunziante, divenuti celebri in questi giorni per i proverbiali “quattro pidocchi” celebri, anzi, molto celebri lo sono, e da tempo, dove scorre il soldo e dove il soldo crea particolari sensibilità.

Il vescovo Lagnese, don Antonello e la Curia dei costruttori, non solo di anime

Non è un mistero, al riguardo, che il vescovo di Caserta Pietro Lagnese, tra un Paternoster e un Salve Regina, coltivi una sua speciale predilezione. Se non avesse fatto il prete, sarebbe stato sicuramente un ottimo costruttore edile e di grandi opere pubbliche. Ha sorpreso tutti quando ha detto chiaro e tondo al Comune di Caserta, che un’epoca era terminata e che la Curia, attraverso l’Istituto di sostentamento del clero, avrebbe smesso di salmodiare, a proposito, il verbo è giusto e appropriato per la persona di cui parliamo, come aveva fatto per decenni il buon don Antonio Aragosa, il quale aveva sempre detto che, se l’istituto avesse incassato una cifra sufficiente, non eccezionale, ma comunque equa, il Macrico sarebbe stato ceduto al Comune di Caserta. Chi ha fatto il giornalista in questo territorio sa che le polemiche sul Macrico, infinite e anche un po’ noiose, sono sempre sviluppate dando per assodato che questa enorme area, che potrebbe fare di Caserta una città unica nel suo genere, fosse finita, una volta o l’altra, nel patrimonio del Comune. Si è litigato, si è, come detto, polemizzato: c’era chi voleva un parco pubblico integrale, tipo Macrico Verde, c’è chi riteneva che un po’, o un bel po’, di volumetria dovesse essere aggiunta a quella esposta dagli antichi insediamenti militari.

Il vescovo Lagnese ha nominato a capo dell’Idsc don Antonello Giannotti, un altro che, se non avesse fatto il prete, avrebbe potuto tranquillamente fare l’imprenditore, ma già che ci siamo, lui sarebbe stato anche un ottimo sindaco di Caserta o un parlamentare. Poi, dopo averne moderato un po’ le mosse – della serie: “Fratello, io di affari ne capisco come e più di te” – ha proceduto con lui in grande concordia e anche in grande letizia, nel caso specifico, non proprio francescana.

La Curia di Caserta, attraverso l’Idsc è proprietaria, svolge e continuerà a svolgere questo ruolo, in stretta partnership con il Comune di Caserta, ossia con Carlo Marino, Franco Biondi e compagnia bella o brutta, questione di punti i vista, soprattutto alla luce delle cose capitate ultimamente.

Il priore Nunziante, già insediatosi attorno e dentro al Macrico

A pensarci bene, anche il cognome Nunziante ci riporta ad uno dei temi centrali del Nuovo Testamento. Non pensate a quell’irriverente della buonanima di Massimo Troisi e alla sua particolare tipologia di annunciazione presentata nella storica, celeberrima scenetta. Qui, “l’annunciante” è a doppio uso, dato che è in grado anche di annunciare la realizzazione del disegno, poco divino e molto prosaico, della coppia costituita da Giannotti e Lagnese, quest’ultimo, per come è fatto, tutto sommato, è in possesso dei numeri per puntare ad una tiara cardinalizia. Per il momento il disegno ed i disegni sono quelli che escono dall’Ufficio tecnico diocesano, coordinato da don Fernando Latino. Poi, un pizzico di sacro non si può escludere totalmente dalla scena, visto e considerato che, a quanto ci risulta, Raffaele Nunziante ricopre la funzione di priore nella parrocchia di Puccianiello, per molti anni guidata da don Antonello Giannotti che, da lì, sperava di spiccare il volo, tarpato dalle lettere riservate e dispettose dei suoi colleghi parroci, interrogati dal Vaticano quando il nome di don Antonello è entrato nella grazia di chi lo avrebbe voluto a capo dell’antica e prestigiosa diocesi di Alife e Caiazzo.

In principio fu la Gesim, anzi è ancora la Gesim, ossia l’azienda più importante della famiglia Nunziante. Quella che ha lavorato molto con il Comune di Caserta, ma che sta soprattutto lavorando con la Diocesi di Caserta, rispetto alla quale si configura come una vera e propria fiduciaria.

Infatti, molti dei lavori commissionati dal vescovo Lagnese attraverso don Antonello Giannotti e attraverso l’Ufficio tecnico di don Fernando Latino, riguardanti le pertinenze governate dall’Istituto di sostentamento del clero, sono nelle mani della famiglia Nunziante. Tra questi, ce ne sono anche alcuni realizzati all’interno del Macrico. Ad esempio, lo scorso 10 maggio, è stata proprio la Gesim ad essere incaricata dall’Idsc dei lavori urgenti per la messa in sicurezza di una porzione di muro perimetrale dell’ex Macrico, cadente in via Politano.

L’architetto-mattatore.

Ma non è solo una questione di mura: in calce a questo articolo, pubblichiamo, infatti, copia integrale della comunicazione di inizio lavori asseverata redatta dal Comune in riferimento ad un’altra documentazione spedita da don Antonello Giannotti in nome e per conto dell’Idsc. E qui salta seriamente fuori il nome di Green Aedilis che, a pensarci bene, l’uso dell’aggettivo latino qualcosa di ecclesiastico avrebbe dovuto evocare già nel giorno in cui ne abbiamo scritto, relativamente all’ordinanza del tribunale sammaritano. E’ quest’impresa, infatti, di cui è titolare un altro figlio di Ciro Nunziante, dunque un fratello di Raffaele, a portare avanti il cantiere diretto da un architetto di strafiducia della Curia, ossia Dante Specchia, e da Luigi Iaselli nella veste di supporto. La società Green Aedilis ha sede a Formia alla via Pescinola.

I mega appalti Pnrr per le chiese di San Rufo e per il duomo.

Sono poche le persone, e si tratta solo di addetti ai lavori, che hanno contezza di quanti soldi girino negli organismi economici della Curia: due esempi che riguardano il già citato architetto Dante Specchia, che se non lavora in monopolio, poco ci manca. L’Idsc è stato chiamato a gestire, recentemente, due grossi finanziamenti ottenuti dall’Unione europea, attraverso il governo, e inseriti nel Pnrr. Hanno riguardato lavori di messa in sicurezza sismica della chiesa di San Rufo a Piedimonte di Casolla e della cattedrale di San Michele, meglio conosciuta con il nome di Duomo di Caserta. Nel primo caso, abbiamo incrociato, e la pubblichiamo in calce all’articolo, una determina di liquidazione al Rup Dante Specchia, per San Rufo. Una cifra commisurata all’entità di un finanziamento che ammonta a 910mila euro. Nel secondo caso, il “solito” architetto Specchia, che ha lavorato anche a stretto contatto di gomito con la Green Aedilis di Nunziante all’interno del Macrico e con la Gesim attorno alle mura perimetrali di quest’area, ha calcolato il suo compenso da Rup su un finanziamento di un milione e 165mila euro. Insomma, far parte di questo particolare “gruppo di preghiera” conviene.

Domani, a proposito di Macrico, vi dobbiamo raccontare di una riunione al Comune e di una corrispondenza riservata, dai contenuti clamorosi, tra don Antonello Giannotti, Carlo Marino e Franco Biondi.

Qui sotto la determina per i lavori al Duomo di Caserta.

Qui sotto la determina per i lavori alla chiesa di San Rufo

Qui sotto la comunicazione dei lavori al Macrico