Il neo-pentito Francesco Zagaria “Ciccio e’ Brezza” è un fiume in piena. Stamattina ha accusato la moglie del boss Mezzero

11 Novembre 2019 - 17:10

GRAZZANISE/SANTA MARIA CAPUA VETERE (T. P.) – “Ho partecipato al delitto di Caterino Sebastiano avvenuto a Santa Maria Capua Vetere 31 ottobre del 2003, come specchiettista. Ho cominciato a collaborare con la giustizia per cambiare vita. E’ vero che sono stato affiliato al clan dei Casalesi. Confermo le minacce alla famiglia Zaccariello . In questa vicenda hanno avuto un ruolo oltre a me anche Salvatore Buonpane e Salvatore Carlino. Inoltre confermo il ruolo della moglie di Mezzero (accusata di ricettazione) perchè prendeva lo stipendio in quanto consorte del boss”. E’ quello che ha detto il neo collaboratore  Francesco Zagaria, detto “Ciccio e brezza” per anni capozona del gruppo di  Michele Zagaria nell’area di Capua e dintorni, dinanzi al tribunale di Napoli, alla presenza del PM  Maurizio Giordano, nel corso della seconda udienza preliminare celebrata con rito abbreviato a carico di alcuni esponenti del clan dei Casalesi accusati di estorsione.
Secondo l’accusa avrebbero costretto la famiglia  Zaccariello di Teverola a vendere un determinato appartamento al posto di altri sotto minaccia mafiosa. Il processo è stato aggiornato al 21 novembre.
Oltre a lui sono imputati,  Carolina Palazzo, moglie del boss  Antonio Mezzero.
Salvatore Buonpane, 46 anni, di San Prisco;
Salvatore Carlino, 49 anni, di Grazzanise;
Domenico Farina, 44 anni, di San Prisco;
Giovanni Fulco, 27 anni, di Grazzanise;
Giuseppe Garofalo, 52 anni, di Grazzanise;
Paolo Gravante, 42 anni, di Capua.
Tutti gli imputati hanno scelto il rito abbreviato. Nel collegio difensivo gli avvocati Mario Mangazzo, Alberto Martucci, Paolo Caterino, Paolo Raimondo, Angelo Raucci e Giuseppe Tessitore per Zagaria.