IL NOME. ESTORSIONI. Imprenditore casertano indagato: minacce da camorrista
24 Giugno 2025 - 08:32

CASERTA – Un nuovo filone investigativo legato all’operazione “Assedio” — la maxi indagine che nel 2013 mise in luce le infiltrazioni della criminalità organizzata nella Capitale — ha portato alla luce un presunto caso di estorsione aggravata dal metodo mafioso, nel quale risulta indagato anche un imprenditore di San Cipriano d’Aversa, Nicola Diana, 67 anni.
Le forze dell’ordine hanno eseguito nove misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta: sei arresti in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di firma, quest’ultimo disposto nei confronti di Diana.
L’indagine ruota intorno a un episodio che vede come vittima un imprenditore edile romano, finito sotto pressione da più fronti: da un lato, soggetti legati alla mafia siciliana; dall’altro, ambienti criminali locali che si sarebbero proposti come “protettori”.
In questo scenario si inserisce la figura di Diana, che secondo le ipotesi investigative avrebbe avuto un ruolo attivo nel tentativo di sottrarre un immobile all’imprenditore. Il bene in questione, parte di un complesso edilizio a Pomezia destinato a diventare un autosalone, era stato in precedenza nella disponibilità di Pasquale Lombardi — oggi arrestato — amico dello stesso Diana.
A seguito di una risoluzione contrattuale per inadempienze, la proprietà era tornata all’imprenditore edile, ma secondo gli inquirenti Diana avrebbe cercato di ottenerne la restituzione a titolo gratuito, ricorrendo a pressioni e intimidazioni.
Tra gli episodi sotto esame vi è anche uno sparo all’interno di un cantiere dell’impresa della vittima, avvenimento che avrebbe preceduto una serie di minacce verbali. A quel punto, Diana avrebbe invitato l’imprenditore a “fare un passo indietro” e “pensare alla salute, alla famiglia e alla casa”, frasi interpretate dagli investigatori come tentativi di coercizione con finalità estorsive.