Il poker come forma d’arte: strategie e stili di gioco
7 Dicembre 2023 - 18:24
Molto più che un passatempo, il poker è tra i giochi da casinò più popolari, oltre che una vera e propria disciplina con tanto di tornei internazionali seguiti da migliaia di appassionati in tutto il mondo che, grazie alle soluzioni digitali, possono collegarsi da remoto.
Alla base di questa popolare pratica ludica, che vanta numerose specialità e varianti, c’è una componente culturale che si intreccia spesso con le tante sfumature della quotidianità. Non a caso questo passatempo dalle origini antiche viene di frequente mutuato dal cinema, dalla televisione e qualche volta dalla letteratura come metafora della vita: i giocatori di lungo corso sanno bene, infatti, che il poker fornisce sempre spunti interessanti.
D’altra parte la psicologa e campionessa Maria Konnikova nel suo libro “Il grande bluff” illustra il modo in cui i giocatori esperti sono in grado di interpretare lo stato d’animo dei propri avversari al tavolo verde. Il poker, inoltre, è un ottimo alleato quando si ratta di potenziare doti strategiche, concentrazione e pensiero probabilistico, purché ci si dedichi con costanza e pazienza all’apprendimento del suo complesso e rigoroso sistema di regole. Che si tratti di giocatori esperti o di gamer alle primissime armi, l’imperativo è sempre lo stesso: per distinguersi al tavolo verde è fondamentale impegnarsi in un allenamento meticoloso, soprattutto perché in questa disciplina non si smette mai di imparare e per destreggiarsi tra le sue tante versioni servono studio e dedizione. Certo, training ed esperienza sono gli elementi chiave in grado di fare la differenza anche nelle partite più complesse, ma una buona dose di capacità di improvvisazione, può fare del poker una vera e propria forma d’espressione artistica con tanto di stili e approcci diversi.
E’ proprio quando doti personali, abilità tecniche e competenza si fondono tra loro e vengono supportate da un esercizio costante che il giocatore consolida il proprio stile, arrivando a sviluppare un’identità peculiare e riconoscibile al tavolo verde: in questo modo il poker diventa una forma d’arte e lo stile del giocatore acquisisce il valore di una firma. Tra approccio personale e filosofia di gioco, le situazioni che caratterizzano una partita o un torneo sono numerosissime, ma è sempre possibile individuare uno schema generale entro cui ciascun gamer va a inserirsi a seconda delle scelte che mette in campo: ecco una panoramica generale dei principali pattern che, incrociando stili e tipologie di gioco, differenziano lo stile dei pokeristi.
Stile di gioco: aggressivo vs passivo
Il primo dei criteri da prendere in considerazione per comprendere l’approccio di un giocatore è lo stile di gioco e in questo caso la domanda è: ci troviamo di fronte a un giocatore aggressivo o passivo? In generale nel primo caso avremo un avversario incline a puntare e a rilanciare con maggiore frequenza e che difficilmente si dedicherà solo a check e call. Lo si riconosce perché se è il primo a parlare, ha una maggiore propensione a puntare e quasi mai abbandona la mano. Nel caso di un giocatore passivo, invece, è più probabile constatare una predisposizione alcall, dunque abbiamo a che fare con un pokerista che preferisce chiamare, punta di rado e, a causa di insicurezza o semplicemente per la scarsa esperienza, ha la tendenza ad abbandonare frequentemente le mani. Per evitare questi errori, è importante fare molta pratica. Il miglior modo per essere preparati è sicuramente quello di giocare online sulla migliore piattaforma del mercato italiano. Questo sito permette di poter giocare con utenti di ogni livello di esperienza e provenienti da ogni paese, consentendo anche di imparare giocando. Giocando online, quindi, si garantisce di imparare ogni segreto del gioco, riuscendo ad aumentare le possibilità di diventare degli esperti ed assicurandosi di essere in vetta alle classifiche del loro poker online.
Tipologia di gioco: chiuso vs aperto
Un altro parametro utile a identificare lo stile di un pokerista è la tipologia di gioco. In questo caso si parla di tight e loose, due categorie che in gergo stanno a distinguere il giocatore chiuso dal giocatore aperto. Il primo tende a giocare un numero illimitato di mani in fase di pre-flop, quando è soddisfatto delle carte ricevute. E’ possibile riconoscere questo tipo di giocatore perché se si impegna in un raise significa che ha in mano una combinazione fortunata. Si definisce giocatore aperto quello che in generale gioca molte mani e partecipa sempre al pre-flop: così facendo ha la possibilità di vedere le tre carte del flop. Questo tipo di gamer mette in campo uno schema di gioco assolutamente slegato dal punteggio che ha in mano e questo vanifica qualsiasi tentativo di bluff da parte dei suoi avversari: altro che poker face!
Nomenclatura dei giocatori
Incrociando i parametri relativi a stile e tipologia di gioco possiamo individuare sei profili di giocatori, osserviamoli nel dettaglio:
- Tight – aggressive: in questo caso ci troviamo di fronte a quello che in gergo viene definito “shark”, ovvero il giocatore squalo, quello più incline all’attacco, che sceglie con cura le sue mani e gioca in modo aggressivo. Rientrano in questo pattern soprattutto i giocatori alle prime armi. Quando si ha a che fare con un avversario tight – aggressive è possibile bluffare ed meglio affrontarlo evitando mani con kicker deboli.
- Loose – aggressive: il gamer che aderisce a questo profilo apre con una gamma di mani più ampia rispetto a quanto farebbe un tight – aggressive, risultando dunque meno prevedibile. Spesso conquista piatti consistenti anche con mani tutto sommato non particolarmente brillanti, ma è anche vero che può foldare dopo aver investito molte chips.
- Tight – passive: il gamer con queste caratteristiche gioca solo se ha un buon punteggio e si limita a fare check e call. In genere entra in poche mani e lo fa in modo pasticciato e qualche volta chiama anche nei casi in cui sarebbe più opportuno un raise.
- Loose – passive: si tratta generalmente di un giocatore alle prime armi che ha la tendenza a partecipare a molte mani e spesso lo fa con scarsa consapevolezza rispetto a puntate e size.
- Calling station: viene definito così il pokerista che partecipa a molte mani in modo passivo. Anche in questo caso si tratta di un giocatore ancora debole, magari inesperto e poco avvezzo alle strategie di gioco.
- Giocatore maniac: viene considerato di fatto un giocatore loose – aggressive. Questa tipologia di gamer risulta particolarmente aggressiva, ma solo perché ha difficoltà a stare dietro all’andamento del gioco e non riesce mai a definire la sua strategia. Lo si incrocia di frequente nei tornei gratuiti e vince più per fortuna che per una vera abilità.
Conclusioni
Lo schema delle tipologie di giocatori offre una panoramica completa del tipo di avversario in cui ci si può imbattere: approfondire i pattern comportamentali ottenuti abbinando stili e tipologie di gioco può fornire un valido spunto per valutare rapidamente la strategia di mettere in campo a partire da chi si ha di fronte durate un torneo. Allo stesso modo, grazie alla nomenclatura dei gamer, è possibile individuare il proprio approccio al gioco e, se necessario, affinarne i punti di forza, lavorando su quelli che, invece, al tavolo verde possono rappresentare vere e proprie debolezze.
Nel suo essere trasversale, iconico e molto popolare il poker è un gioco a cui è possibile attingere per riflettere su relazioni umane e vita quotidiana. Non a caso al tavolo verde il giocatore si esprime in tutta la sua umana imperfezione: vizi, pregi e difetti tipici dell’approccio alla vita sono parte integrante di ogni partita a poker, ecco perché, ogni pokerista sa che per costruire la propria strategia dovrà essere in grado di intercettare il tipo di avversario che ha di fronte. In quest’ottica è possibile individuare diverse tipologie di giocatore che, rispondendo a determinati pattern comportamentali, agiranno in modo più o meno aggressivo e metteranno in atto una tipologia di gioco più o meno aperta.
Dall’incrocio di questi parametri la teoria del poker individua il giocatore tight – aggressive, il loose – aggressive, il tight – passive, il loose – passive e poi ancora il giocatore maniac e la cosiddetta calling station: una girandola di stili e approcci che fanno di ogni partita o torneo un grande palcoscenico su cui la natura umana si manifesta in tutte le sue sfumature. D’altra parte il bello del poker è proprio questo!