IL ROGO. 8 autobus distrutti, 1 milione e mezzo di danni. Gli elementi contradditori di un attentato che rendono incerta la matrice camorristica

14 Gennaio 2024 - 13:29

Ci mettiamo un po’ della nostra sapienza ma soprattutto della nostra esperienza, per ragionare su cosa è successo stanotte nel deposito delle autolinee Casella. E’ sicuramente vero che soprattutto a Pignataro c’è una recrudescenza nell’impegno di elementi di terza generazione, collegati soprattutto al clan Lubrano, ma è anche vero che chi ha appiccato le fiamme si è mosso in maniera a dir poco strana e anomala

PIGNATARO/PASTORANO – Si tratta di un fatto sicuramente grave. Un attentato tra i più clamorosi avvenuti in provincia di Caserta negli ultimi dieci anni.

8 autobus, tra cui uno a due piani, circa 1 milione e mezzo di danni provocati alle Autolinee Casella: questa è l’unica cosa certa dell’episodio consumatosi stanotte. Per il resto, tutto è difficilmente affermabile come tesi prevalente rispetto ad altre possibili tesi. Ci sono, infatti, situazioni contraddittorie, che non stabiliscono una linea di condotta coerente con chi ha l’idea, peraltro non certo da scartare, che ad agire sia stato un elemento appartenente alla criminalità organizzata della zona che, per quanto riguarda Pignataro Maggiore, sviluppa, come ben sanno gli addetti ai lavori, cioè le forze dell’ordine che vigilano in questo territorio, un ritorno in auge di elementi collegabili, anche da un punto di vista della consanguineità, alla famiglia del boss defunto Vincenzo Lubrano e di suo figlio Raffaele Lubrano, ucciso nel 2002 da un commando arrivato direttamente da Casal di Principe.

Se un clan di camorra decide, infatti, di incenerire 8 autobus, cioè tutti i mezzi ricoverati in un deposito, quello che insiste nel territorio del comune di Pastorano, teatro dell’atto criminale, è perché i tentativi di abbordare un imprenditore, allo scopo di estorcergli delle tangenti, è andato male. Di solito, infatti, la casistica a questo riguardo non lascia adito a dubbi, si registra una escalation di atti intimidatori, fino ad arrivare ad una situazione come quella di stanotte.

A nostra memoria, un fatto simile è capitato nel 2002 o nel 2003 – chi scrive era sicuramente, al tempo, in quella serata, direttore del Corriere di Caserta – a Santa Maria C.V., allorquando gran parte della flotta dei compattatori dell’allora Eco-Campania di Nicola Ferraro fu incendiata e distrutta nel deposito.

Ricordo come se fosse ora la telefonata che verso mezzanotte, dalla redazione, feci a Ferraro per chiedergli cosa ne pensasse dell’episodio capitato un’ora prima. Lui mi rispose: “Sono a letto a dormire. Sono cose che capitano”.

Ma Nicola Ferraro era, e forse ancora è, Nicola Ferraro, e negli anni successivi si è capito che quel rogo fu dovuto alla complicatissima gestione di equilibri camorristici all’interno del settore lucrosissimo, allora come ora, degli appalti di rifiuti.

In questa circostanza, non abbiamo nulla in mano per poter dire che il rogo di stanotte sia assimilabile alla stessa fattispecie.

Il secondo punto che non torna per catalogare come evento indiscutibilmente camorristico l’incendio degli 8 autobus dell’imprenditore Casella, che ne ha salvati solo 4-5 parcheggiati tra Pignataro e una rimessa meccanica in cui uno di questi è in riparazione, è che (stando a qualche testimonianza interna, da noi raccolta con una certa facilità, dato che da 5 mesi ci occupiamo del durissimo scontro tra questa impresa e il Comune di Capua per i percorsi stradali degli scuolabus) l’attentatore sarebbe stato uno solo, almeno da quanto si vede dalle telecamere, per di più sfrontatamente a volto scoperto.

Di solito, ed è sempre una casistica consolidatissima di 22 anni di lavoro nostro a raccontare fatti di camorra, la criminalità organizzata non si muove in questa maniera.

Ma chissà mai, magari i giovani boss di oggi hanno una mentalità diversa rispetto ai papà e ai nonni.

Ultima osservazione: sarebbe sbagliato affermare che, siccome per poco, l’attentatore non ci ha rimesso le penne, questi sia un dilettante allo sbaraglio.

Tutt’altro. Entrare in un deposito con l’idea di incendiare e distruggere 8 autobus è un’ambizione maledettamente difficile da realizzare. Se ci vado io, per esempio, al massimo brucio uno pneumatico e dopo mezz’ora sono già al reparto “Grandi ustionati” del Cardarelli. Dunque, ci sta tutta la circostanza che in un’operazione di tale complessità, 2 degli 8 autobus abbiano sputato fuori le fiamme arrivate fino al serbatoio del carburante, creando quell’effetto che vediamo spesso nei film d’azione, di un’auto che, dopo aver bruciato per qualche minuto, esplode.

L’agire a volto scoperto è, dunque, un elemento che rende incerta la matrice camorristica, i due ritorni di fiamma con esplosione pericolosissima per chi quelle fiamme ha appiccato rappresentano solo la conseguenza di un’operazione ad altissimo coefficiente di rischio e senza precedenti in provincia di Caserta.

Per il momento questo è, ragionando con senno ma soprattutto con esperienza.

Chiaro che i Carabinieri della Compagnia di Capua, accorsi sul posto con le unità dei Vigili del Fuoco addette allo spegnimento, ma anche quelle specializzate nei rilievi fondamentali per la valutazione degli strumenti utilizzati per creare l’enorme rogo, hanno già iniziato il lavoro, i cui esiti non vengono certo a riferire a noi (IN CALCE IL COMUNICATO DEI VIGILI DEL FUOCO).

Ma noi abbiamo testa, esperienza e buone fonti. Per cui qualcosa saprete ancora sulla vicenda, partendo magari da una biografia più ampia, che si spinga profondamente negli anni a cavallo del 20esimo e 21esimo secolo, sulla vita e opere della famiglia Casella nella zona calena tra Sparanise e Pignataro che, in quel tempo, ma a quanto pare il discorso si sta riaprendo, era – Casal di principe e Marcianise a parte – una di quelle in cui la criminalità organizzata, cioè i clan Papa a Sparanise, Lubrano e Ligato a Pignataro, dettavano letteralmente legge.

IL COMUNICATO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL COMANDO PROVINCIALE DI CASERTA:

Questa notte, verso le ore 02:00, una squadra dei Vigili del Fuoco del comando provinciale di Caserta, proveniente dalla sede centrale del Comando, è intervenuta in via Latina nel comune di Pastorano all’ertati dai residenti nella zona che vedevano del fumo alzarsi da un’area parcheggio per autobus. Immediatamente Giunti sul posto i Vigili del Fuoco hanno dovuto spegnere un incendio che aveva interessato vari autobus fermi in un deposito di circa 1.800 mq. Per spegnere il vasto incendio, caratterizzato da otto autobus completamente in fiamme, sul posto è stato necessario fare intervenire anche la squadra dal distaccamento dei vigili del fuoco di Teano e due autobotti, una proveniente dal distaccamento di Aversa e una proveniente dalla sede centrale del Comando. Le operazioni di spegnimento sono durate circa cinque ore.