IL VIDEO. Gli avvocati di S.MARIA C.V. contro “Le Iene” di Italia Uno per il servizio sulle torture in carcere: “provocazioni e persecuzioni”

1 Maggio 2024 - 15:11

Il documento completo a firma del presidente della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere Alberto Martucci

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – La Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere riunitasi in assemblea il 24
aprile 2024 censura fermamente il servizio giornalistico della trasmissione
“Le Iene” del 23 aprile 2024 diffuso in televisione, relativo alle presunte
torture del 6 aprile 2020 ai danni dei detenuti del Carcere di S. Maria C.V.
(https://www.iene.mediaset.it/video/il-carcere-degli-orrori_1330783.shtml)
nel quale si è rappresentata una versione dei fatti di parte, avulsa dalle
risultanze istruttorie che stanno emergendo in sede giudiziaria, senza alcun
contraddittorio con le diverse posizioni processuali ed utilizzando
documenti, racconti e interviste in corso di verifica di validità e attendibilità.


Si è anche stigmatizzata la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti alcuni
imputati in luoghi di privata frequentazione con pedinamenti, inseguimenti
e provocazioni e persecuzioni verbali da parte dei medesimi giornalisti della
redazione de “Le Iene”.


L’aspetto più grave di tale servizio giornalistico concerne l’influenza che lo
stesso può determinare sia sulla serenità di giudizio dei Magistrati della
Corte e sia, ancor di più, sui testimoni ancora da escutere in dibattimento i
quali potrebbero adeguarsi a spettacolarizzazioni di notizie e circostanze
divulgate fuori dal processo e potrebbero appiattirsi su versioni dei fatti
indotte

dai servizi giornalistici. In tal senso la trasmissione mediatica
consente ai testimoni non ancora escussi di apprendere delle circostanze e
delle testimonianze in palese violazione dell’art. 149 disp. att. c.p.p.: «
l’esame del testimone deve avvenire in modo che nel corso della udienza
nessuna delle persone citate prima di deporre possa comunicare con alcuna
delle parti o con i difensori o consulenti tecnici, assistere agli esami degli
altri o vedere o udire o essere altrimenti informata di ciò che si fa nell’aula
di udienza».

La sede naturale e genuina per l’accertamento dei fatti è quella giudiziaria
nella quale si conferisce attendibilità, genuinità ed affidabilità o meno a
prove, documenti e testimonianze che formeranno il contenuto del
provvedimento decisorio: ogni altro diverso ambito di divulgazione va
ritenuto parziale, fazioso e strumentale al consenso populista e alla
acclamazione mediatica.