IMPRENDITORI & CAMORRA. Antonio Letizia e Nicola Schiavone volevano entrare negli appalti a S.MARCELLINO e avvicinare Colombiano. La sua ditta ha beccato oltre 100 MILA EURO dalla Provincia
22 Luglio 2025 - 11:43

Tramite parenti e il fratello della vicesindaca, O’Russ era convinto di poter rientrare a San Marcellino, ricevendo le buste delle gare degli appalti, così come già era avvenuto in passato. Il lavoro di concerto con il nipote dell’ex geometra del comune di Casal di Principe
CASERTA (g.g./l.v.r.) – All’interno dell’informativa della DIA dalla quale è gemmata il processo che ha visto condannato Nicola Schiavone O’Russ, cugino omonimo del figlio del superbss Francesco Sandokan Schiavone, e ritenuto forse l’imprenditore più attivo all’interno del clan, è ricorrente il nome di Anacleto Colombiano.
Attenzione, lo diciamo con chiarezza, l’attuale presidente della provincia e sindaco di San Marcellino non è stato toccato dall’inchiesta, non è stato indagato, ma va detto che il suo comune era nelle mire di imprenditori ritenuti vicini a Nicola Schiavone e dello stesso O’Russ.
IL MEDICO E FRATELLO DELLA VICESINDACA: APPALTI, NON MEDICINE
Come scritto in un altro articolo del maggio scorso, ad esempio (CLICCA E LEGGI), è preoccupante il rapporto tra Nicola Schiavone, che ha il curriculum che ha, e il medico pediatra Francesco Graziano, soprattutto perché quest’ultimo era il fratello della vicesindaca di Colombiano al tempo, ovvero Anna Graziano.
E i due non parlano di tachipirine o di cure per gli infanti, bensì di appalti, aggiudicazioni e del modo in cui la società di Schiavone possa entrare al comune di San Marcellino, con il tramite dei Graziano. L’ipotesi, chiaramente, riguarda un supporto elettorale di O’Russ, ma – e la cosa ci sorprese al tempo – Francesco Graziano non è stato indagato dalla DDA di Napoli, nonostante ci fossero segnali importanti sul rapporto tra il medico e il camorrista, ripetiamo, relativamente ad appalti e non a cure pediatriche. Evidentemente, le intercettazioni degli investigatori della DIA non sono state supportate da atti, documenti o testimonianze.
COLOMBIANO “PUNTATO” DA NICOLA SCHIAVONE
E che San Marcellino e i suoi appalti fossero sotto le mire del clan lo racconta lo stesso Schiavone ad Antonio Letizia, 37 anni, nipote di Giacomo Letizia, ex geometra del Comune di Casal di Principe. Secondo quanto messo nero su bianco dalla DIA, Antonio fa parte di una famiglia radicata nel settore edile attraverso la Roberto Letizia Srl, società di famiglia dove opera insieme al padre Roberto e al fratello Giovanni. Ma non solo. Letizia è cugino di una Cantiello, compagna di Corrado Russo, storico esponente dei Casalesi detenuto dal 2015.
Nella conversazione intercettata, Nicola Schiavone addirittura racconta a Letizia di un dipendente del comune di San Marcellino che, in passato, quindi ante 2020, ma non specifica il periodo, gli portava a casa le offerte delle imprese che partecipavano agli appalti, in maniera tale da poterle visionare prima della scadenza dei bandi.
Durante la pandemia covid, Letizia e Schiavone discutono dei “rallentamenti” nelle procedure causati dall’emergenza, ma anche delle nuove opportunità create dalla ripresa dei fondi pubblici. In un incontro del 19 dicembre 2020, tenutosi in casa dei genitori di Nicola Schiavone, sono presenti anche Francesco Graziano e Antonio Letizia. Qui i tre parlano del modo in cui avvicinare Anacleto Colombiano e convincerlo a favorire Schiavone nei futuri lavori. O’Russ affermava che il fratello Isidoro poteva contattare il fratello più piccolo del Sindaco, Marcello Colombiano.
ROBERTO LETIZIA SRL E LA PROVINCIA
Non è indagato Antonio Letizia, ma sono tante le conversazioni con Nicola Schiavone che mostrano un rapporto di confronto, di azione di concerto rispetto alle aggiudicazione. Sarà Letizia, ad esempio, a chiedere se potesse supportare Gianfranco D’Angiolella, altro imprenditore di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, in una gara da truccare a San Marcellino, ricevendo il placet da Schiavone, visto che lui aveva puntato la vicina Villa di Briano.
Letizia partecipava agli incontri in cui si cercavano ditte che avessero i requisiti o persone da far avvicinare ad Anacleto Colombiano. Questo non è stato ritenuto abbastanza dalla DDA per portare avanti un’indagine nei suoi confronti, ma getta una certa ombra su questo imprenditore e sulla ditta di famiglia: la Roberto Letizia srl.
Infatti, ancora una volta, la società di un soggetto presente in maniera ingombrante nell’informativa della DIA ha ricevuto importanti commesse pubbliche dall’amministrazione provinciale di Caserta, da qualche giorno guidata dallo stesso Colombiano.
Prima dell’arrivo del sindaco di San Marcellino, parliamo degli anni di Giorgio Magliocca, 2023 e 2024, la Roberto Letizia srl si è aggiudicata due appalti. Il primo intervento riguarda la riqualificazione ambientale e la rimozione dei rifiuti in Via Appennini nel Comune di Riardo, affidato attraverso una trattativa diretta sul portale MEPA dopo la rinuncia della ditta inizialmente selezionata, con un importo complessivo di oltre 33 mila euro. Il secondo appalto, invece, è relativo ai lavori di risanamento igienico-sanitario dei servizi del Liceo Scientifico “Solimena” a Santa Maria Capua Vetere, dal valore di 100 mila euro netti.
LA PROVINCIA E LE DITTE DI IMPRENDITORI VICINI O DENTRO AL CLAN DEI CASALESI
Ora, il presidente Colombiano ripeterà il suo mantra: “denunciate se avete prove di reato”. Ma noi gli vorremmo far presente che la concentrazione di ditte di parenti di camorristi, di imprenditori connessi al clan o comunque non lontani dal mondo criminale all’interno di un ente che gestisce centinaia di milioni di appalti ogni anno qual è la Provincia di Caserta, è inquietante anche senza la presenza di una prova di reato.
Colombiano deve capire che, mettiamo caso, dal momento in cui una gara viene truccata a quello in cui la magistratura può attestarlo, per non parlare di un’eventuale condanna, possono passare decenni. E i giornali quindi devono aspettare che un rapporto tra imprenditori di camorra e pubblica amministrazione sia sancito, come già avvenuto recentemente, vedi caso Diana, oppure si può parlare già di rischio pericoloso di infiltrazione camorristica negli appalti della provincia, senza passare per dei diffamatori?
Solo negli ultimi due mesi tra Alfiero Capritto, D’Angiolella e oggi Antonio Letizia, abbiamo scovato imprese che vincono appalti alla provincia di Caserta, ma anche in tanti enti comunali e non solo di Terra di Lavoro, i titolari di queste ditte e camorristi patentati, condannati per il loro apporto al clan dei Casalesi. Senza contare le società del re degli appalti degli ultimi decenni, Raffaele Pezzella, le società nelle mani del ministro del clan, Dante Apicella, e suoi affini. Questo non è preoccupante? Questo non dovrebbe inquietare? A nostro avviso, sì.
clicca qui per leggere le due aggiudicazione alla roberto letizia srl