INCHIESTA DDA sul sindaco Pirozzi. L’arresto (bis) di Pascarella Peppe ‘a Livell: quando il primo cittadino negò con suo cugino l’appalto già deciso che l’amico di Mimmariello poi ottenne

9 Luglio 2024 - 13:16

L’arresto di ieri per la presunta truffa sul pagamento del servizio di tumulazione è un ottimo spunto per tornare a parlare dell’indagine in corso dell’antimafia che ha colpito Santa Maria a Vico

SANTA MARIA A VICO (g.g.) – Come poter nutrire solamente indignazione e riprovazione e non anche un’umana simpatia per un personaggio come Giuseppe Pascarella, di Santa Maria a Vico, vincitore dell’appalto per la gestione dei servizi cimiteriali, come ben sanno i nostri lettori che hanno seguito l’incredibile serie di intercettazioni con protagonista principale il sindaco Andrea Pirozzi?

Come poter avvertire solo indignazione e riprovazione per un personaggio che ha costituito la società che questi servizi gestiva, denominandola La livella srl, brillantemente evocativa della celeberrima poesia di Totò ambientata in un cimitero?

Va da sé in un paesone qual è Santa Maria a Vico, come si può ben capire, la trasmissione del tutto in soprannome è quasi automatica.

Per cui, di Peppe

A’ Livell non si può solo dire – come abbiamo scritto ieri – che è stato arrestato per la seconda volta, ma anche che si tratta di un imprenditore a dir poco sui generis.

Fa sorridere anche la modalità della sua presunta truffa. Avrebbe preso i soldi dei cittadini che, purtroppo, come dice autorevolmente Totò nella sua poesia, dovranno passare come tutti da quel posto direttamente o indirettamente, e invece di rimetterli alle casse del comune, che poi avrebbe rimesso a sua volta una percentuale, l’inviava direttamente sul conto corrente intestato alla moglie.

Sul rapporto tra il comune di Santa Maria a Vico e Giuseppe Pascarella sono uscite delle informazioni, delle notizie, ultimamente un po’ contraddittorie tra loro. Ma sono uscite dopo che questo giornale ha pubblicato le intercettazioni che riguardano il rapporto tra Pirozzi, il comune e lo stesso Pascarella.

Il primo cittadino sostiene che ogni relazione sia stata revocata a fine 2022, dopo aver constatato degli ammanchi che potrebbero essere anche la base del provvedimento restrittivo di ieri. Il fatto è che noi siamo in grado di dimostrare che il Pascarella ha continuato a svolgere attività nel cimitero anche successivamente.

Ora, delle due, l’una. O questa revoca non è stata perfezionata, oppure Pascarella si è mosso abusivamente e il comune di Santa Maria a Vico non è intervenuto con i vigili urbani o con una denuncia mirata, ad hoc, per stroncare questa ulteriore di Peppe a’ livell.

Insomma, un simpaticone peraltro facilmente sgamabile. Perché lui, a differenza di tanti altri a Santa Maria a Vico, è stato arrestato due volte, pur essendo un pesce enormemente più piccolo rispetto ad altri pesci che ancora oggi agiscono indisturbati, che ancora oggi vanno prendendo premi per i comuni ricicloni, grazie a dati di dubbia credibilità, anche se questo è una storia di cui ci occuperemo a parte.

Dicevamo, l’occasione del secondo arresto di Pascarella ci torna buono per andare a scartabellare nelle tante intercettazioni rese note dalla DDA di Napoli e riversate nella documentazione di altri processi. Indagini riguardanti il sindaco Pirozzi, il vice sindaco Veronica Biondo, Marcantonio Ferrara, l’unico che ha avuto la decenza – e questo gli va riconosciuto – di rassegnare le dimissioni dopo gli articoli di CasertaCe, rinunciando anche al posto conquistato nell’organico dell’amministrazione provinciale di Caserta, dentro ad uno dei famigerati concorsi-barzelletta di cui ancora oggi scriviamo.

Pirozzi, Biondo, ma non solo. Perché gli indagati sono 21, con un’inchiesta della DDA che prosegue a rilento a causa della rinuncia forzata del pubblico ministero Luigi Landolfi, il quale, avendo esaurito il periodo di attività nell’ambito dell’antimafia napoletana, è passato alla procura ordinaria, trasmettendo gli atti ad un altro pm della DDA.

Dunque, Giuseppe Pascarella, il mitico Pepp a’ livell, e l’amministrazione comunale di Santa Maria a Vico.

Intercettazione del primo febbraio 2020 in cui a parlare sono il sindaco Pirozzi e gli imprenditori Vincenzo e Francesco Basilicata, parenti del primo cittadino e abituali beneficiari di affidamenti diretti per la manutenzione delle strade cittadine, cunette, basolati eccetera.

In questa conversazione, Francesco Basilicata comunica a Pirozzi la vox populi, ossia che lui, il primo cittadino, l’amministrazione, farà in modo che la realizzazione di cento nuovi loculi al cimitero saranno affidati proprio a Giuseppe Pascarella. E Andrea Pirozzi, come spesso capitava, nega.

Vincenzo Basilicata informa Pirozzi di quella che lui definisce come contiguità tra Pascarella e il super pregiudicato di Santa Maria a Vico, Domenico Nuzzo, in arte Mimmariello, ormai in carcere da qualche tempo.

Non si capisce se Vincenzo Basilicata voglia comunicare al suo parente-sindaco di prestare attenzione a questa circostanza, in modo da pensarci due volte prima di non far vincere la gara alla Gitema di Giuseppe Pascarella o se, al contrario, voglia dire di non fargliela vincere perché avrebbe corso il rischio di veder associata l’impresa vincitrice ad un elemento fondamentale della camorra locale.

Si tratta di un parlare in codice. Perché tutti sanno tutto di tutti. Il sindaco sa del rapporto di Giuseppe Pascarella con Mimmariello, ma sa anche del rapporto che il parente ha, Vincenzo Basilicata, con il camorrista. E in una botta secca si trasforma in iper garantista, dicendo che per lui sufficiente il fatto che Mimmariello frequenti l’ufficio approntato da Pascarella nel cimitero per considerare sospetto e pericoloso questo rapporto. Per Pirozzi, la presenza di Domenico Nuzzo è paragonabile a quella di un qualsiasi altro cittadino di Santa Maria a Vico in una qualsiasi area di erogazione servizi pubblici.

Che, poi, abbiamo visto come Peppe a’ livella li erogasse.