INCHIESTA SU ZANNINI. Blitz dei carabinieri in Comune: acquisiti nuovi atti

17 Febbraio 2025 - 19:46

Il blitz dello scorso ottobre negli uffici del Comune di Teano hanno rappresentato solo il primo step nell’inchiesta sul conigliere regionale. I carabinieri hanno prelevato fascicoli dagli uffici comunali di Cancello ed Arnone per cercare nuovi documenti che potrebbero portare la Procura di ampliare l’inchiesta coinvolgendo ulteriori soggetti

NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI ->
https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20

CASERTA – Il blitz dello scorso ottobre, negli uffici del Comune di Teano, dei carabinieri del nucleo investigativo di Aversa è stato solo il primo step nell’inchiesta sul consigliere regionale Giovanni Zannini. A quell’attività dei carabinieri ne sono seguite altre: nelle scorse settimane, infatti, i militari hanno fatto visita pure a Cancello Arnone che, secondo quanto sostiene la Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Pierpaolo Bruni, ha giocato un ruolo fondamentale nell’operazione che ha permesso agli imprenditori

Luigi e Paolo Griffo, rispettivamente padre e figlio, imprenditori caseari del gruppo Spinosa, di non perdere il finanziamento chiesto alla Regione Campania in merito alla realizzazione di un mega impianto di produzione di mozzarella a Cancello ed Arnone. Proprio la nascita di questo impianto di produzione ha rappresentato il punto di contatto tra Giovanni Zannini e gli imprenditori 
E così gli investigatori, su indicazione dei pm Cozzolino e Giordano, hanno acquisito altri atti gestiti proprio dal Comune di Cancello Arnone riguardanti il caso Spinosa.

I Griffo chiesero l’intervento di Zannini quando il Dipartimento tecnico amministrativo – valutazione ambientale della Regione Campania, guidato da Simona Brancaccio, estranea all’inchiesta, aveva chiesto alla società
Spinosa la Valutazione di incidenza ambientale per realizzare l’impianto perché senza di essa, la Vinca, Invitalia non avrebbe potuto erogare il finanziamento di 10 milioni 455mila euro
L’attività investigativa ha fatto emergere, sostiene la Procura, come Zannini avesse provato ad arrivare direttamente al dirigente dell’ufficio regionale per convincerla, secondo gli investigatori, a non ostacolare i Griffo, ma la dirigente dell’ufficio regionale fece capire al mondragonese in modo chiaro che non avrebbe fatto strappi alla regola, seguendo la procedura.

A quel punto al mondragonese viene l’idea di bypassare la dirigente regionale; Zannini avrebbe convinto e ottenuto da Raffaele Ambrosca, sindaco di Cancello Arnone, la sua disponibilità a richiedere alla Regione la delega in
materia di valutazione di incidenza ambientale, dice l’accusa, ma con previa convezione lo avrebbe fatto, poi, il
Comune di Castello del Matese, che era già dotato di una commissione ambiente per le Vinca.
Così nell’agosto 2023, il consiglio comunale di Cancello Arnone approva la delibera con cui aderisce alla gestione
associata con Castello del Matese delle funzioni proprio in materia di Vinca.

La commissione ambientale del comune matesino, – secondo i pm – su indicazione del mondragonese, omise di effettuare l’istruttoria tecnica sulla richiesta di parere avanzata dalla ditta Spinosa non facendo emergere le carenze inerenti lo studio ambientale come la mancata indicazione della reale distanza dell’impianto dal sito Natura 2000. Lo studio ambientale ne indicava una di 620 metri, mentre quella reale era inferiore. I recenti accessi dei carabinieri presso gli uffici comunali per cercare nuove carte potrebbero essere indicativi della volontà della Procura di ampliare l’inchiesta coinvolgendo ulteriori soggetti