ISTITUTO GIORDANI. Ora la formazione digitale questione di vita o di morte. La scuola casertana scelta dal Ministero per formare migliaia di docenti

16 Aprile 2020 - 11:00

Il coronavirus ha messo a nudo il ritardo clamoroso che si registra in Italia. Da settembre lezioni a distanza, videoconferenze, scambio di dati in tempo reale diventeranno necessariamente il pane quotidiano. E allora, la preside Antonella Serpico…

CASERTA(g.g.) Ogni tragedia umana, grande o piccola, universale o spazialmente circoscritta che sia, ha sempre lasciato qualche goccia di acqua purificante e tonificante, una seppur piccola eredità attiva in mezzo al disastro dei lutti e delle depressioni economiche. Una sorta di seme fertilizzante per quella che le lingue antiche ci hanno trasmesso con il termine un pò complesso, ma solare ed ottimistico della palingenesi che poi significa, tutto sommato, una grande e speranzosa rinascita.

Quante volte abbiamo letto e quante volte abbiamo anche scritto dello spaventoso divario esistente tra l’Italia e gli altri paesi dell’Europa e del mondo in termini di conoscenza della dimensione digitale? In pratica, una cantilena, divenuta anche rituale, pregna di un senso di ineluttabilità che ha dato, a quello che in lingua inglese si chiama digital divide, l’identità di un problema, di un problema grande mai seriamente percepito e assimilato come tale, in modo da poter concretamente avviare politiche finalizzate a fare, progettare, investire.

Ma quando arriva un cataclisma come questo che stiamo vivendo, la necessità ci mette spalle al muro e diventa, come recita un famoso proverbio, virtù. Attenzione, questa particolare virtù, cioè la considerazione, la percezione del digitale come grande strumento di sviluppo, il nostro popolo non la possiede. Il meccanismo, dunque, viene messo in moto perchè l’applicazione, la realizzazione di certi obiettivi, diventa letteralmente

questione di vita o di morte. 

Noi italiani non possediamo più la virtù della curiosità scientifica, facciamo fatica, in quanto, ormai, culturalmente pigri, a capire che con il digitale si sviluppa l’economia, il reddito delle famiglie, il benessere perchè questa evoluzione, la new economy, l’abbiamo vista come un fatto impalpabile e soprattutto dannatamente complicato. Sempre noi italiani, però, siamo  un popolo che possiede la maggiore cifra mondiale dell‘istinto di sopravvivenza. Ecco, allora, che il coronavirus sta diventando una sorta di sprone esistenziale coattivo.

Come se un’entità superiore, ci dicesse in questi giorni: cari italiani, voi non volete rendervi conto che per battere la disoccupazione giovanile, per far crescere la vostra qualità della vita occorre che vi uniformiate agli standard internazionali che connettono la società alla new economy, che poi non è una cosa venuta da un altro pianeta ma è semplicemente la new economy di questi tempi, di questa porzione della storia umana, come quella della locomotiva a vapore era la new economy della rivoluzione industriale e come quella della catena di montaggio era la new economy di un’industria che cambiava radicalmente pelle, grazie alle intuizioni di Henry Ford.

Il nostro approccio al digitale, dunque, non è stato un atteggiamento di sufficienza, ma una forma di autolesionismo, che ci ha consegnati, come paese, all’arretratezza e ad una creescita economica stabilmente inferiore a quella che si registra nei 4/5 del pianeta.

Ora, ci si avvicina ad una fase in cui in tanti rischiano di non poter mettere, letteralmente, il piatto a tavola. E allora, ecco l’istinto di sopravvivenza che viene fuori sull’orlo del precipizio. E siccome noi italiani siamo molto intelligenti, non è improbabile che, in pochi anni, diventeremo una nazione leader nell’uso del digitale.

Ci voleva, dunque, una scossa, ci voleva la strizza e la minaccia di vedere rovinata la propria esistenza.

Chi ha lavorato, in questi anni, credendo nella validità della relazione sociale, professionale, economica, fondata sul digitale, si trova oggi a svolgere una funzione di guida dei tantissimi che, pervicacemente, impigriti dalle garanzie che hanno connotato la loro esistenza fino al gennaio scorso, non si sono impegnati nemmeno ad imparare ad accendere un computer. Ora, se non imparano, rischiano di fare la fame, di rimanere tagliati fuori da ogni processo sociale, professionale e dunque economico.

E vedrete, allora, che gli Italians, popolo con una grande riserva di intelligenze, impiegheranno molto meno tempo di quanto non abbiamo impiegato altri popoli.

Tra quelli che, in tempi non sospetti, ci hanno sicuramente creduto, che hanno combattuto per superare difficoltà, riserve, pigrizie nella loro testimonianza, quasi missionaria, finalizzata all’alfabetizzazione digitale, c’è sicuramente Antonella Serpico, dirigente scolastica dell’Itis-Liceo Scientifico Giordani di Caserta.

La scuola di domani, a partire dal domani più prossimo di settembre, non potrà più limitarsi a vivere il rapporto con le nuove tecnologie e con le strutture relazionali di tipo digitale come elemento aggiuntivo di una didattica ancora saldamente e piuttosto pigramente ancorata sui metodi del passato. No, non sarà un elemento di conoscenza supplementare, ma diventetà “la conoscenza”.

A partire dai docenti, chi non sarà in grado di erogare lezioni attraverso le call, attraverso il sistema della videoconferenza, attraverso l’interazione dei dati messi in rete in tempo reale, dovrà ritirarsi dal mondo. Il Ministero della pubblica istruzione, dunque, ha dovuto mettere, al vertice della propria agenda, per garantire la vita delle istituzioni scolastiche, per non consegnarla ad una irreversibile minorità di standard da quinto mondo, altro che terzo, un massiccio programma di alfabetizzazione. 

Noi lo chiamiamo così perchè siamo gente esplicita e non abbiamo, buon per noi, la necessità di utilizzare parole edulcorate. Lì, a Roma, li chiamano, invece, corsi di formazione. Si sono guardati intorno e si sono accorti che il Giordani di Caserta è uno dei pochissimi posti che ha raggiunto un elevato livello di conoscenza digitale. Per questo motivo, la dirigente Serpico diventerà il fulcro di un’ampia attività di formazione dei docenti. Non solo di quelli della provincia di Caserta, ma anche di quelli di altre provincie campane. Un lavoro molto duro, ma che gratifica il Giordani, assegnando a questa scuola un livello di eccellenza come pochi se ne registrano nella nostra regione e nel resto del sud Italia.

Il dettaglio di questi progetti lo potete leggere nel comunicato stampa che pubblichiamo in calce a questo nostro articolo.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA

L’ITI-LS Giordani scuola polo FutureLabs per le provincie di Caserta, Avellino e Benevento, in seguito all’autorizzazione del Ministero dell’Istruzione avvia i corsi di formazione per docenti, previsti dall’Azione #25 del Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), sulle metodologie didattiche innovative, in modalità FaD (Formazione a distanza) con partecipazione a videoconference, realizzazione di attività laboratoriali online, ecc…

Sono previste attività formative rivolte a tutti i docenti, delle scuole di ogni ordine e grado, che hanno bisogno di metodologie e strumenti di base o avanzati, per poter operare con efficacia ed inclusione anche in DaD (Didattica a distanza) con i propri alunni: strumenti per la realizzazione di contenuti fruibili in DaD, strumenti di condivisione, strumenti di gestione della classe con la DaD.

Le attività formative saranno rivolte a tutti i docenti oppure distinte in base a prerequisiti di ingresso, puntualmente indicati nel programma del corso.

Tutti i corsi avranno una durata di 15 ore totali e saranno articolati in 5 sessioni in videoconferenza interattiva per un totale di 11 ore, durante le quali saranno realizzate attività formative, intervallate da attività laboratoriali, più 4 ore in modalità asincrona per la realizzazione di un project work.

Per questa fase di avvio i corsi attivati sono:

  • Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica a distanza per docenti della scuola primaria e secondaria di 2° grado;
  • Didattica innovativa con le STEM/STEAM
  • Apprendimento significativo e didattica a distanza

Oltre ad ulteriori edizioni di questi corsi seguiranno poi, altre attività formative sulle seguenti aree tematiche: IoT (Internet delle cose),  Gamification, Creazione e utilizzo di contenuti in realtà aumentata, virtuale e mista,  Cooperative learning e utilizzo del cloud.

L’iscrizione ai corsi, totalmente gratuiti, sarà effettuata tramite la piattaforma SOFIA, che provvederà, al termine dei corsi, al rilascio degli attestati di partecipazione. Ogni docente può presentare domanda di iscrizione anche a più di un corso.

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