La Cassazione rimanda al Riesame le cambiali milionarie di Carlo Savoia. Respinto invece il ricorso per il dissequestro dei pc e…

11 Maggio 2019 - 17:25

SANT’ARPINO (g.g.) – Carlo Savoia si è scelto un buon avvocato. Raffaele Costanzo lo conosciamo bene, non di persone perché nella nostra vita l’avremo incontrato 3 o 4 volte, ma attraverso gli atti che riguardano i processi o le fasi precedenti di cui si è occupato. E’ riuscito ad ottenere, dalla corte di cassazione, in questi giorni, l’annullamento del provvedimento assunto qualche mese fa dal tribunale del Riesame di Napoli, che aveva respinto il ricorso presentato da Carlo Savoia, faccendiere ad ampio spettro e coinvolto nella nota indagine sugli appalti al consorzio Cite e sul tentativo effettuato secondo l’accusa insieme al sindaco di Caserta, all’allora dirigente Marcello Iovino, dal funzionario Pippo D’Auria, di truccare la gara di 116milioni di euro a favore della Energetika Ambiente che a novembre rappresentava la nuova opzione, in nome promosso e proposto dallo stesso Savoia.

L’avvocato Costanzo, attraverso il ricorso che pubblichiamo nel sua versione integrale in calce all’articolo, è riuscito a convincere i giudici della Cassazione che quelle cambiali intestate alla Bema, impianto di Villa Literno, e passate dalla Cite alla Xeco di Carlo Savoia, a parziale quietanza del credito che quest’ultima società vantava nei confronti del consorzio, di cui però era stata anche socia, che non c’era la prova e non c’era la sufficiente argomentazione, da parte del Riesame sul fatto che quei titoli fossero collegati alle attività per le quali la Dda ha indagato Carlo Savoia formulando diversi capi d’imputazione provvisori.

D’altronde, il provvedimento del Riesame un po’ raffazzonato effettivamente lo è, almeno per quanto riguarda il sequestro probatorio delle cambiali. D’altronde, una cosa è la legge e le giuste garanzie che un semplice indagato deve avere in uno stato di diritto. Altra cosa, in questo caso specifico, ben altra cosa, è la valutazione giornalistica sui fatti.

Savoia festeggia il capodanno del 2018, brindando con Paolo Galluccio ad Aversa la vittoria del consorzio Cite della gara d’appalto della raccolta rifiuti del comune normanno. Pochi mesi dopo lo scenario cambia. Quei crediti che Xeco socio della Cite vanta nella veste però di fornitore di servizi, non costituiscono dunque un problema all’inizio del 2018 per un rilassato e felice Carlo Savoia. Lo diventano quando diversi mesi dopo, anche grazie alle ricostruzioni di questo giornale, è venuto fuori il ruolo che Carlo Savoia sta svolgendo in molti comuni della provincia di Caserta, a sostegno della, diciamo così, qualità imprenditoriale di questo consorzio, fatto da salernitani, dallo stesso Savoia e da un gruppetto di imprenditori di Villa Literno e Casapesenna, uno dei quali, ci pare Michele Fontana ci ha pure querelato e mo’ ci facciamo quattro risate.

Revocata la gara di Aversa, venuti fuori i problemi di Cite, lo scenario cambia. Savoia comincia a comportarsi come un normale creditore. Fa diffide, decreti ingiuntivi, fino ad incassare queste cambiali. Rivendica 1 milione e mezzo e dà battaglia. Ottiene le cambiali di Bema e va avanti. Intanto al Comune di Caserta Cite, al tempo, almeno sulla carta, in causa con Savoia, presenta la sua offerta per la super-gara da 116 milioni. Savoia sponsorizza Energetika Ambiente ma risulta difficile pensare che un consorzio Cite con Savoia non più socio, dato che aveva formalizzato il recesso in piena estate del suo 3% Xeco, possa sperare di vincere qualche gara in provincia di Caserta. Tipo quella che era giudicata a suo tempo a Sant’Arpino, manco a dirlo comune di residenza di Carlo Savoia, e Orta di Atella. Insomma, ritornando alla valutazione giornalistica, noi non siamo affatto convinti che quelle cambiali non abbiano a che vedere, non abbiano attinenza ai comportamenti sub iudice da parte della Dda, di Carlo Savoia.

Ma la raffazzonata decisione del tribunale del Riesame ha offerto su un piatto d’argento ad un avvocato di valore come Raffaele Costanzo, la possibilità di incunearsi dentro al procedimento e di ottenere una nuova udienza davanti al riesame in una sezione diversa da quella che ha deciso la prima volta.

In calce all’articolo pubblichiamo il testo integrale dell’abile ricorso di Raffaele Costanzo, che non è riuscito, e d’altronde era veramente una missione impossibile, ad ottenere il dissequestro dei computer e di tutti gli altri dispositivi elettronici, messi sotto chiave della Dda, sia negli uffici di Xeco che nell’abitazione di Savoia. La Cassazioe ha rigettato questa parte del ricorso come ha rigettato lo stesso ricorso presentato da Gennaro Cardone, dipendente di Carlo Savoia e coartefice con quest’ultimo di quegli autentici vestiti su misura che venivano confezionati nell’ufficio Xeco nel centro direzionale di Napoli.

La Cassazione è stata piuttosto dura con Cardone, perché oltre a rigettare il ricorso lo ha anche condannato al pagamento delle spese processuali per un importo da 2mila euro da versare nelle casse delle ammende.

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