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LA DENUNCIA. Seb Cilindro: “Il sindaco De Rosa mi minacciò, poi mi arresi perchè lui mi aveva dimostrato di essere ammanigliato con ambienti altolocati”

28 Novembre 2019 - 12:41

CASAPESENNA(g.g.) Quando Raffaele Cilindro, imprenditore edile, l’ennesimo imprenditore edile di Casapesenna, comune in cui in pratica esisteva una sorta di mono-lavoro, fu arrestato, noi di CasertaCe ponemmo il problema della presenza del figlio Sebastiano all’interno del consiglio comunale, peraltro nei banchi della maggioranza, capitanata dal sindaco Marcello De Rosa. Lo facemmo scrivendo un articolo. Insomma, pubblicamente mettendoci la faccia come abbiamo fatto sempre.

Chiedemmo al primo cittadino di esprimere un suo pensiero sulla vicenda e fummo ripagati con il solito silenzio e con le solite puttanate che Marcello De Rosa ha detto e dice su quei pochi giornalisti che non gli lisciano il pelo.

La storia finì lì. Almeno questa fu la nostra impressione. Quando Sebastiano Cilindro si dimise, accogliemmo la notizia come un fatto legato a una manifestazione di volontà del diretto interessato che, facendo un passo indietro aveva posto quel sacrificio al servizio delle ragioni della difesa legale del padre e anche per difendere la maggioranza a cui apparteneva da strumentalizzazioni.

Il nostro guaio consiste ancora oggi nel pensare che in questa terra i processi politici, amministrativi, comportamentali possano essere guidati da concetti comportamentali normali, se non ordinari. Siamo talmente fuori registro, biologicamente disadattati rispetto al contesto territoriale dove pur operiamo da 20 anni, da ritenere che finanche Casapesenna possa essere un luogo in cui accadono cose in politica riconducibili alla citata ortodossia dell’evoluzione di fatti, popolati da persone, da circostanze, da variabili causali. Ovviamente, mentre ritenevamo dunque che le dimissioni di Cilindro fossero avvenute dentro a un processo compiuto di volontà, a Casapesenna accadeva quello che è invece normale che accada a Casapesenna: Sebastiano Cilindro denuncia oggi di aver subito minacce ed intimidazioni dal sindaco Marcello De Rosa, allo scopo di ottenere le sue dimissioni. Addirittura in un primo tempo queste sarebbero state depositate con un documento non redatto e mai firmato da Cilindro, ma da un dipendente del comune.

Furono giorni e mesi complicati. Qual è il motivo per cui Sebastiano Cilindro che non è che fosse uno appartenente al gruppo dei monaci tibetani avendo le potenzialità per non farsi intimidire, decise alla fine, seppur contro voglia, seppur sotto pressione materiale ed emotiva di firmarlo l’atto di dimissioni? Perchè Marcello De Rosa era amico delle “guardie”. E questa è una vecchia storia perchè il sindaco (che di professione fa, indovinate un pò? Ma naturalmente l’imprenditore edile), ha risposto più volte ai nostri articoli, oltre che con una querela che, a nostro avviso, è totalmente infondata, ma questo lo deciderà il tribunale, con dei post in cui lasciava capire chiaramente di essere ammanigliato nei posti che contano della provincia di Caserta, a partire dalla Prefettura.

Noi che non abbiamo connotato la nostra vita con le scelte compiute dai Cilindro e da tanti altri che bene o male hanno deciso volontariamente o sono stati costretti a seguire le tracce decise dal boss Michele Zagaria, rispondemmo a quei post da par nostro: una pernacchia da qui all’eternità. Lei conosce il prefetto, sindaco? E allora si metta in ascolto: prrrrr. A nostro avviso, Marcello De Rosa millantava. Però, evidentemente millantava perchè Sebastiano Cilindro decise di mollare, non perchè avesse paura di ripercussioni fisiche, ma perchè De Rosa, dice testualmente Cilindro, “vantava amicizie altolocate” e dunque era meglio che io mi tirassi fuori per evitare ulteriori guai.

Sapete qual è il problema che ha depauperato del suo profondo significato anche il pernacchione da competizione che spedimmo al sindaco? La facilità, non abbiamo difficoltà a dire, la faciloneria con cui le istituzioni locali e nazionali attribuirono a Marcello De Rosa una scorta, una struttura di protezione all’indomani di quella famosa rapina raccontata solo dal primo cittadino e seguita da altre presunte intimidazioni, ugualmente solitarie, con danni riportati da auto, unico elemento materiale al di la del racconto di parte.

Perchè l’attribuzione di una scorta o di un programma di protezione più leggero, ha creato, a Casapesenna e anche altrove, la convinzione che De Rosa fosse veramente uno ammanigliato. Perchè solo uno ammanigliato può avere un programma di protezione. O no? Alt: piccolo blitz nell’antropologia casapellese. Perchè Cilindro collega il programma di protezione all’ammanigliamento di Marcello De Rosa. I fatti successi, cioè la rapina e le altre presunte intimidazioni, non rappresentarono una ragione sufficiente, ma soprattutto credibile per quelle misure adottate a tutela dell’incolumità personale e del sindaco? No, secondo Cilindro quelle cose erano sintomatiche e provavano l’ammanigliamento.

In poche parole, Cilindro e questo tutto sommato è logico nella mentalità di Casapesenna, si dimette, non per paura della camorra, non per paura di una possibile violenza fisica o morale, ma per paura dello Stato e delle sue istituzioni.

Insomma, diciamocela tutta, a ragione o a torto, Sebastiano Cilindro non aveva una grande considerazione sulla consistenza morale del primo cittadino. Perchè, legando quelle protezioni formali garantite dallo stato italiano a De Rosa al suo ammanigliamento, significava in pratica che non c’erano elementi oggettivi, agli occhi di Cilindro per ottenerle. Della serie, qui ci conosciamo tutti, ma quando mai….

Noi che non soffriamo di complessi di inferiorità, che rispettiamo ogni istituzione come la costituzione ci impone di fare, ma che riteniamo che le stesse istituzioni siano fatte da uomini e in quanto tali, fallaci, non ce ne siamo mai dati per inteso. Abbiamo formulato dubbi su quegli episodi (dubbi, non certezze di segno opposto) e l’abbiamo scritto senza se e senza ma. Siccome come si suol dire il tempo è galantuomo, magari un domani, nel processo a cui con ogni probabilità Marcello De Rosa sarà sottoposto per le presunte minacce formulate nei confronti di Sebastiano Cilindro, emergerà, perchè quel processo non sarà un monologo dell’imputato, ma ci saranno testimoni che, sotto giuramento e al cospetto della pubblica accusa rappresentata dalla dda, rischieranno di essere incriminati per falsa testimonianza.

Come dicevamo gli antichi radiocronisti e come dicono anche quelli attuali, per ora, ma solo per ora, è tutto, linea allo studio.