La Domenica di Don Galeone: “Oggi vediamo padri e madri che promuovono un’intensa educazione fisica e intellettuale, ma non un’educazione psicologica e spirituale…”

7 Maggio 2023 - 14:10

7 maggio 2023 ✶ V Domenica di Pasqua (A)

Io sono la via, la verità, la vita (Gv 14,1)

La bellezza salverà il mondo!   Queste parole Gesù le pronuncia poco prima di lasciare questo mondo. È il testamento, l’addio di Gesù ai suoi. È una realtà inevitabile, la partenza di Gesù passerà per le tappe della morte e dell’ascensione, che non segnano un distacco definitivo, un’assenza totale, ma una presenza diversa, una presenza più presente. Per vincere il turbamento degli apostoli, Gesù offre loro una chance: la bellezza. La bellezza è una feritoia che ci fa intravedere Dio. Dalle cose belle al Creatore di ogni bellezza: “Il bello non è solo ciò che piace: oltre ad essere festa per gli occhi, nutre lo spirito e lo illumina” (Evdokimov). Dio, creando il mondo dal nulla, in sei giorni, compone la sua sinfonia, Exameron, come scrive Ambrogio di Milano nella sua raccolta di omelie. Alla fine di ogni opera, il ritornello: “E Dio vide che era bello… וַ ַי ְרא ֱא הים כי־ ֽט ב׃“. Ma alla fine di tutta la creazione: “E Dio ammirò quanto aveva fatto: ecco, era molto bello… וַ ַי ְרא ֱא הים ֶאת־כָל־ ֲא ֶ שר ָע ָשה ְו הנ ה־ ט ב ְמ אד”. La
bellezza più grande è quella dell’uomo/donna, creato da Dio a sua immagine. Ma questa bellezza viene sporcata; l’immagine è violata quando l’uomo commette il male. Con l’incarnazione riappare la bellezza di Dio sulla terra. Dio si fa vedere in Gesù, che è il volto di Dio. Questa verità è stata ben compresa dalle chiese orientali, che hanno perciò prodotto quelle splendide icone con il volto di Gesù su uno sfondo tutto d’oro. Accettando Gesù, il volto dell’uomo ritrova la bellezza, quella vera, che nessun estetista può restituire.

Non consideriamo la bellezza un’apparenza, un ornamento, peggio, un pericolo. La bellezza è una fessura che dà sull’Invisibile: “Chi non ammira il bello, non sarà capace di pregare e di amare” (von Balthasar). La fede, a volte, viene presentata come fatica, rischio, sacrificio; la fede è anche bellezza. Il nostro Occidente, sotto il segno della scienza senza coscienza, della tecnica senza anima, del sesso senza amore, sembra vergognarsi della bellezza. È un errore! In un mondo senza bellezza, anche il bene perde forza di attrazione, e l’uomo si chiede perché mai deve fare il bene e fuggire il male: non è più eccitante esplorare gli abissi del male? Bello è il pericolo, dicevano i greci; più saporito è il frutto proibito, ci ricorda la Bibbia. Oggi, purtroppo, non solo non amiamo il bello, ma neppure la bellezza del corpo; usiamo, strumentalizziamo, volgarizziamo tutto.

Solo qualche esempio di questo scadimento nel cattivo gusto: bruttissimi giocattoli, mostri, vampiri, musica terribile nel ritmo e nel contenuto, shirt con messaggi provocanti. Un giovane che abbia visto decine di messaggi erotici o violenti al giorno, davvero come può conservarsi “normale”? Se ci riesce, o è un “anormale” o un “santo”! Possibile che siamo diventati ciechi e sordi da non accorgerci che di veleno sono piene le strade, le edicole, il piccolo e il grande schermo? Ci troviamo di fronte ad una palese violazione dell’art. 21 della nostra Costituzione, che, pur assicurando libertà di espressione e di parola, vieta “le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli, tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e reprimere”. Qualche educatore moderno ha teorizzato che noi dobbiamo conoscer il male per evitarlo! È un errore, perché il male è molto più affascinante del bene. I veri educatori, da san Paolo a don Bosco, hanno invece sempre sostenuto che occorre educare per mezzo di messaggi positivi: “Tutto ciò che è bello, buono, artistico, estetico, tutto ciò che ha valore e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri desideri”, così leggiamo nella lettera di Paolo ai Filippesi. Oggi vediamo padri e madri che promuovono un’intensa educazione fisica e intellettuale, ma non un’educazione psicologica e spirituale; perciò, il ragazzo deve poi organizzare tutto il suo mondo interiore (sentimenti, paure, problemi, fragilità) con strumenti che non possiede. Cura del corpo e dell’intelligenza, ma quanta cura dell’anima? Il “fai da te” non funziona in questo campo! Gli effetti di questa immaturità spirituale, che sfiora l’analfabetismo, si vedono nella difficoltà a parlare, nel chiedere scusa, nel cattivo gusto di vestirsi, nell’ignoranza del galateo, in abbozzi sessuali impersonali, in apatia morale con mancanza di sensi di colpa … Dostoevskij ha scritto che “la bellezza salverà il mondo”. Ma attenzione: “bello” è certo un abito firmato, un gioiello di lusso, un quadro di autore; ma “bellezza” è soprattutto rispettare l’immagine di Dio dentro di noi. Buona vita!