LA FOTO. Altri guai per i cantieri dei sindaci di CASALUCE E FRIGNANO cari a Zannini. Lavori iniziati ma senza l’okay della Provincia, mentre il comune di AVERSA…
22 Febbraio 2025 - 11:13
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Autorizzazioni assenti, come potete vedere nel documento in calce all’articolo. E l’ente cittadino normanno, tramite la nuova guida dell’Uffico tecnico, ha addirittura chiesto (o sta per farlo) lo stop del mega cantiere da quasi 2 milioni di euro
FRIGNANO/CASALUCE/AVERSA (Federica Borrelli) – Cosa unisce tra loro questi tre comuni, protagonisti dell’articolo in questione?
I più smaliziati, nel rispondere a questa domanda, volgeranno un pensiero al consigliere regionale Giovanni Zannini, e torto non avrebbero.
Ma questa volta l’onnipresenza del delfino mondragonese di Palazzo Santa Lucia, che ha “zanninizzato” gran parte delle attuali amministrazioni in provincia di Caserta, occupa un ruolo di secondo piano. Lasceremo in gran parte il ‘merito’ di quanto sta avvenendo al Comune di Casaluce e a quello di Frignano. Ad Aversa, invece, riconosciamo il pregio di aver preso una ferma posizione su una preannunciata ecatombe: termine forte, ma non esagerato, considerando che l’opera in atto di cui vi racconteremo non solo è “doppiamente” abusiva ma rischia di mettere in serio pericolo l’incolumità pubblica.
Certi casi però, prima di essere rappresentati su una linea temporale che corrisponda verosimilmente ai giorni nostri, necessitano di un riepilogo. E il nostro ha inizio nel 2022, quando l’amministrazione comunale di Casaluce, di concerto con quella di Frignano, riesce ad ottenere un finanziamento di 5 milioni di euro dal Ministero degli Interni.
Il sindaco Francesco Luongo da una parte, e Lucio Santarpia con il suo vice Giuseppe Seguino dall’altra, avevano candidato complessivamente 4 progetti – in seguito tutti accolti – con l’obiettivo di spartirsi la cifra totale. Un’opera, tra quelle presentate, accomuna l’asse Casaluce-Frignano e riguarda l’allargamento e la riqualificazione di via Popone e via Carditello per la spesa di 1milione e 650mila euro.
Il mega progetto, che prevede il recupero delle aree dismesse con la realizzazione di un parcheggio e una pista ciclopedonale, è oggetto di lavori in fase di esecuzione “doppiamente” abusivi, cui facciamo riferimento all’inizio di questo articolo.
Un argomento che ha suscitato alcune bagarre social tra il sindaco Luongo e i consiglieri che siedono all’opposizione: l’ultimo atto ha visto un botta e risposta a mezzo Facebook tra il primo cittadino di Casaluce e i consiglieri di minoranza Antonio Tatone e Pasquale Felaco.
Ma perché tanto astio? Si dà il caso che a dibattere sia al momento solo il fronte casalucese, nonostante la questione dovrebbe interessare – e non di poco – soprattutto Frignano, comune capofila dell’opera e i cui atti recano la firma del dirigente dell’ufficio tecnico comunale, l’architetto Nicola Massimo.
Se è la strada a svilupparsi sul territorio casalucese, sono i terreni invece – ubicati nei pressi dell’asse mediano Giugliano-Marcianise, la Provinciale 335 – a ricadere nel comune di Frignano: una circostanza che ha delegato il paesino all’onere di ‘capofila’ da parte della Regione Campania.
Ma i lavori sulle aree terriere – beni demaniali della Regione – sebbene abbiano ricevuto in un primo momento il placet dall’ente proprietario, necessitano di un’autorizzazione da parte della Provincia di Caserta, demandata al rilascio dell’autorizzazione per tutti i lavori a farsi ricadenti nelle aree dell’Ente gestore.
Dal canto suo, la Provincia non ha rilasciato alcun titolo autorizzativo: fino a quando non saranno inviati i progetti esecutivi che includano anche le barriere antiribaltamento e la conformità urbanistica – con una variante al piano regolatore che modifichi la destinazione d’uso dei terreni – i lavori in oggetto non s’hanno da fare. Lo tiene a sottolineare l’ufficio concessioni del settore viabilità e trasporti provinciale, in un documento che vi alleghiamo in questo articolo.
Ma la documentazione richiesta, finora, non sarebbe stata inoltrata dal comune capofila, lasciando l’ente provinciale in attesa dal 30 gennaio, giorno in cui sarebbe stata inviata la pec ai comuni interessati. E i lavori, nel frattempo, abusivamente proseguono.
Cosa c’entra, in tutto questo, il Comune di Aversa? A rendere la questione più complessa di quanto non lo sia già, manca infatti un altro importante particolare: in quello stesso terreno – che, ribadiamo, si estende sul territorio di Frignano e ne è proprietaria la Regione Campania – vi è una particella catastale su cui insiste il collettore fognario “Alveo Spierto”.
Dunque non un ‘tombino’, come aveva ribattezzato il sindaco Luongo in un recente post sui social, ma un elemento essenziale nella rete di drenaggio urbano.
E qui svelato l’arcano sul doppio abusivismo dei lavori in corso: l’autorizzazione al Comune di Aversa – proprietario del collettore fognario – manco a dirlo, non è stata richiesta. E non c’entrano tentativi di aggirare la legge. Peggio: il progettista pare non abbia minimamente previsto la presenza del collettore fognario e di conseguenza non ha redatto un’opera di copertura del suddetto al fine di evitare dei danni che metterebbero in serio pericolo la vita altrui.
Ci giunge voce che il Comune di Aversa starebbe provvedendo – nel caso non l’abbia già fatto nelle ultime ore – a notificare quanto acclarato all’ufficio tecnico del Comune di Frignano, chiedendo la sospensione dei lavori non autorizzati. Un atto di responsabilità da parte della dirigente Danila D’Angelo che nulla avrebbe potuto fermare. Neanche le più insistenti pressioni zanniniane a cui fino a poco tempo fa si era abituati.
A nostro avviso, è gravissimo che si continui ad operare nei pressi di un collettore fognario che potrebbe non resistere alle vibrazioni causate dalle pale meccaniche messe in moto in quella zona. Così come ancor più grave è pensare di poter costruire una strada, senza aver considerato le giuste precauzioni, al di sopra di un collettore strutturalmente non idoneo al passaggio di mezzi pesanti, con il rischio di un sovraccarico.
Alla presunta presa d’atto del Comune di Aversa, si spera possa aggiungersi presto anche quella della Provincia di Caserta, ‘svegliandola’ dalla modalità stand-by in cui pare essersi trincerata dal 30 gennaio.
Oggi, ad essere in pericolo, sono gli addetti ai lavori. Un domani si spera nessuno.