LA FOTO. Il super zanniniano Vitaliano Ferrara, “sciolto” per camorra, gira nei bar. Eccolo mentre incontra il dirigente dell’Ufficio tecnico del comune di Cellole

9 Aprile 2024 - 13:34

Lo scatto è stato realizzato al bar Papillon, a pochi passi dal municipio cellolese. Vi scriviamo il nostro punto di vista sulla vicenda

CELLOLE – Un revival o qualcosa in più? L’incontro, non pare il solo, avvenuto questa mattina all’interno del bar Papillon tra il dirigente dell’Ufficio Tecnico di Cellole, Aurelio Antonio Petrella, e l’ex vicesindaco di Sparanise, Vitaliano Ferrara, potrebbe costituire un semplice appuntamento legato al fatto che Petrella abbia lavorato al municipio di Sparanise quando c’era anche Ferrara.

Ma quando di mezzo c’è quest’ultimo, il fatto costituisce sempre un problema, dopo tutto quello che è saltato fuori dal lavoro della commissione di accesso, per diversi mesi insediata al comune di Sparanise. Un’attività terminata con una relazione dalla quale ha preso spunto la decisione del governo, firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un dpr, di sciogliere il comune di Sparanise per infiltrazioni camorristiche.

Siccome queste infiltrazioni, queste situazioni poco commendevoli con il clan Papa, attraverso rapporti economici con l’imprenditore Albino Vitale, che a Sparanise arrivò da Villa di Briano pressoché contemporaneamente a Giuseppe Papa, vero vicerè del clan dei Casalesi, siccome su Vitaliano Ferrara pesa il giudizio sulla sua ineleggibilità al cospetto della prima Sezione civile del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Aurelio Antonio Petrella non può non comprendere che nel momento in cui incontra, seppur all’esterno del palazzo municipale di Cellole, il signor Ferrara, autentica protesi del consigliere regionale Giovanni

Zannini, finisce, proprio per effetto della funzione pubblica che lui svolge, per rappresentare il comune e l’amministrazione comunale di cui è parte integrante nella esplicazione della sua carica di vertice delle attività tecniche del comune.

Petrella non è uno qualunque al comune, anzi. Si tratta del responsabile dell’Area Gestione del Territorio e Attività Produttive e dei Servizi Tecnici e dei Lavori Pubblici. Urbanistica, quindi.

E ciò significa che Petrella ha in mano il grande potere di coordinatore del SUE, o Sportello Unico dell’Edilizia, che dir si voglia, in pratica il luogo in cui si decide il sì oppure il no dei permessi a costruire che, una volta, si chiamavano più semplicemente concessioni edilizie, dove si decidono i sì e i no alle SCIA.

Fatto sta che il burocrate più importante del comune di Cellole si intrattiene amichevolmente al bar con il politico più inguaiato – attualmente – della provincia di Caserta. L’uomo che non solo ha dettato legge a Sparanise, seppur da vicesindaco, ma che Zannini ha voluto fortissimamente inserire all’interno del CdA del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, dove è rimasto fino ai giorni dello scioglimento dell’amministrazione comunale e del consiglio comunale di Sparanise per infiltrazioni camorristiche.

Sono in tanti che a Caserta si professano anti-zanniniani. Essere zanniniani doc, infatti, non sembra più utile alle ragioni delle carriere politiche o delle carriere burocratiche realizzate negli uffici dei vari comuni.

La reputazione di Giovanni Zannini è inversamente proporzionale ai numeri di voti che è in grado di conquistare, secondo i nostri calcoli, non meno di 40 mila personali.

Anche Aurelio Antonio Petrella racconta ai quei bonaccioni di Cellole che lui con Zannini non ha nulla a che vedere.

Noi che, invece, la sappiamo lunghissima, diciamo che, se ciò è successo, è avvenuto recentissimamente. Diamo al riguardo, infatti, ad un’occhiatina rapidissima agli ultimi eventi della carriera di questo l’architetto di Santa Maria la Fossa.

Correva l’anno 2016, il giorno era il 4 ottobre, e il comune di Sparanise che, come si sa bene, è stato il più antizanniniano della provincia di Caserta, dove Zannini è stato sindaco di fatto, vicesindaco di fatto, assessore di fatto e ha occupato una decina di poltrone del consiglio comunale, di fatto, decideva con delibera di giunta numero 62 di utilizzare il dipendente del comune di Falciano del Massico Aurelio Antonio Petrella fino all’ultimo giorno di quell’anno.

Si dirà, ma nel 2016 Zannini era diventato consigliere regionale da circa un anno e la sua influenza su queste cose era esponenzialmente più limitata rispetto a quella espressa, manifestata oggi.

Una proroga dietro l’altra e Petrella non lasciò la sua scrivania a Sparanise. E non la operò neanche quando Zannini operava la rivista mattutina per decidere tutto ciò che doveva accadere nel comune caleno. Se Petrella fosse stato un corpo estraneo sarebbe stato allontanato.

Al contrario, il suo battesimo formale e sostanziale da dipendente del comune di Falciano a quello di Sparanise avviene in un momento simbolico dell’affermazione dello zanninismo, ovvero quello della celeberrima assunzione di Giorgio Magliocca tramite un concorso sempre tramite la mobilità fatto su misura per lui e presidiato dalla signora Antonia Elia, già al tempo distaccata presso la segreteria di Giovanni Zannini alla Regione, dopo aver svolto con grande ossequio delle necessità del nostro, la funzione di segretaria comunale a Mondragone.

Nel 2022 Petrella viene scelto per una sorta di “pronto soccorso”. Essendo scoppiato il caso giudiziario dei Servizi Sociali, viene messo, lui che è un architetto di Ufficio Tecnico, a capo della ripartizione dell’Ambito C09 proprio relativo ai Servizi Sociali. Le vicende note che hanno portato allo scioglimento del comune di Sparanise lo inducono poi a riparare in quello più tranquillo di Cellole dove, effettivamente, c’è un sindaco non zanniniano, ossia Guido Di Leone, che, comunque deve avere a che fare con il potente vicesindaco Giovanni Iovino che, alle elezioni provinciali 2021 si candida in una lista con Luigi Bosco, mentre in quelle del 2023 è di poco preceduto dal sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, rispetto alle preferenze nella lista di Zannini.