LA FOTO. Stefano Graziano è il nuovo Paolini, liscia il pelo alla Schlein e tradisce De Luca, che gli ha dato “da campare” per più di sette anni

16 Luglio 2023 - 22:14

Lo scatto ieri durante la visita della neo segretaria del Pd, durissimamente attaccata dal governatore nei giorni scorsi dopo le primarie che hanno visto Graziano schierato in prima linea con Stefano Bonaccini

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Qualche volta mi sono domandato come sarebbe andata oggi, nell’età dei selfie, la vita e l’esperienza bizzarra di Gabriele Paolini, il presenzialista televisivo, divenuto famoso, tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, per le sue irruzioni, più o meno improvvise più o meno inattese più o meno improvvisate, a favore di telecamere, nel corso di molti eventi catodici: i Sanremo bauduani, ma, soprattutto, dietro oppure repentino a impallare i giornalisti, collegati In esterna.

Mitica, al riguardo la scena in cui il compianto Paolo Frajese lo prese realmente a calci in culo, il tutto rigorosamente live. A rimembrare quelle scene, viene da chiederci cos’altro sia stato Paolini se non un “selfista” ante litteram, un anticipatore tecnologico.

Questo pensiero ci ha percorso di nuovo dopo aver visto, ieri, mentre gironzavamo nei social, una foto, un selfie, scattato da Stefano Graziano, deputato di Teverola del Pd, che lo effigia, con la testa reclinata alle dieci meno dieci, davanti alla segretaria nazionale Elly Schlein e all’ex consigliere regionale della Calabria, oggi senatore Nicola Irto,

candidato alle ultime Politiche, alla stregua di Graziano, per esclusivo volere di Enrico Letta, che ha raccolto l’assist di Pina Picierno, legata al citato Irto, esattamente come lo è a Graziano.

Quella postura, assunta del teverolese ci ha immediatamente evocato certi blitz presenzialisti del grande Paolini. La postura, ma non solo. E questo bisogna dirlo soprattutto a tutela della dignità politica di Stefano Graziano, che, avendo partecipato, da parlamentare del territorio, alla visita della Schlein a Napoli, ha voluto immortalare con uno scatto, con l’intenzione di farlo percepire come atto di correttezza di due esponenti del partito che sono stati avversari della segretaria alle primarie, avendo, sia lui, sia la Picierno, quest’ultima candidata addirittura alla vicesegretaria nazionale, sono scesi in campo al fianco di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, che le primarie le ha perse a sorpresa, spiazzando anche due lenze di eccellenza come i citati Graziano e Picierno, che, di solito, non sbagliano nella scelta del carro giusto su cui salire.

La visita della Schlein a Napoli è arrivata solo qualche giorno dopo la pesantissima invettiva, pure via social, pronunciata da un altro governatore, questa volta quello della Campania Vincenzo De Luca, che ha accusato, con modalità sprezzanti, la Schlein e i suoi di aver sequestrato il partito in Campania (CLICCA E GUARDA), commissariandolo militarmente in stile Africa sub sahariana, in spregio a ogni elementare principio di democrazia, visto che la Schlein, le primarie, in Campania, le ha perse e non di poco.

Ora, va bene il fair play, ma la presenza empatica e confidenziale di Graziano accanto della Schlein, pochi giorni dopo quelle parole di De Luca, non può essere minimizzata e ridotta a un atto dovuto, al di là del tentativo di farlo percepire come tale dal diretto interessato. L’onorevole Graziano, a cui non fa difetto l’esperienza, sa troppo bene che si tratta di un atto politico.

Lui, dopo le primarie, ha mollato definitivamente De Luca, cioè l’uomo che noi possiamo permetterci di criticare duramente prima di tutto perché non abbiamo mai bussato alla sua porta o a quella dei suoi reggicoda, ma che lui, Graziano, può tranquillamente piantare in asso, tradire, ma poi non si può lamentare, se c’è chi, come noi, lo taccia di essere interprete di una forma di trasformismo rozzo, banale e, diciamocela tutta con buona pace dello stile dandy con cui ha tentato sempre di connotarsi il rosso di Teverola, anche pecoreccio o cafonal, come si usa dire di questi tempi.

Perché il selfie alla “Paolini di seconda generazione”, questo è. Citando Christian De Sica, è proprio una cafonanata. Ciò perché, anche per tradire c’è modo e modo e ieri a Napoli Graziano ha confermato un tratto rivelatore che l’ha caratterizzato dal 2015, cioè dal momento in cui fu costretto a candidarsi alle elezioni regionali per non rimanere tagliato fuori dalla politica che contava e che conta.

Da quel momento, in tanti tra quelli che conoscevamo il Graziano romano, apparentemente sobrio, elegante, riflessivo, ma soprattutto obiettivamente distinto e distante, al tempo da un esercizio del potere basato su relazioni con certi mondi borderline, soprattutto imprenditoriali, del nostro territorio, si trovò ad avere a che fare improvvisamente con un politico da quintessenza di tutti i vizi aversan-casertani e che, come sua prima operazione di potere, risultata poi propedeutica a tante altre successive, si alleò con Biagio Lusini, ripetiamo con Biagio Lusini, uno che non ha bisogno di presentazioni, per mettere a capo dell’Asi di Caserta Raffaela Pignetti, amica sua e della sua famiglia.

Un blitz che gli permise di creare una vera rendita di posizione, con conseguente, immediata attivazione di un feeling strettissimo con discutibilissimi imprenditori come Ferdinando Canciello, che, al di là di tutte le altre questioni che i lettori di CasertaCe ben conoscono, considera, a proposito di cafonal dop, di gusto e bellezza la Bentley rosa e le Ferrari familiari del cui scarrozzare gratifica parenti e amici.

Graziano, prima di riconquistare grazie agli ultimi mesi da segretario del già al tempo morituro Enrico Letta, l’agognatissimo seggio alla Camera dei Deputati, ha campato grazie a De Luca che gli ha consentito di tenere da più di nove anni alla presidenza dell’Asi la Pignetti accontentandolo, inoltre, quasi sempre su nomine ed elezioni, come quella di presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale e altre operazioni assortite, non a caso realizzate (vedi ribaltone al Comune di Aversa per il quali sono occorse diverse assunzioni nelle varie Asl) in simbiosi con Giovanni Zannini, punta avanzata di De Luca in provincia di Caserta e tendendogli la mano quando, nel 2020 non è stato rieletto in Consiglio regionale, con un posto di consulente non abbiamo mai capito a che cosa, mentre si capisce molto bene il fatto che questa nomina ha garantito a Graziano di intascare un, 2500/3000 mila euro al mese, che c’è chi si spacca la schiena otto ore al giorno senza ottenere nemmeno la metà.

Beh, è vero che, come dice l’adagio, la riconoscenza non è di questo mondo, ma diamine Graziano, mettersi a fare il Paolini, il selfista presenzialista per lisciare il pelo alla Schlein, non è il massimo dell’eleganza. Bah, magari si tratta di una contaminatio.

Una contaminatio da Bentley rosa con targa Canciello.