CHE PENA FDI A CASERTA. Zannini e Matacena trattano Gimmi Cangiano come un mendicante. Il primo: “Ad Aversa accordo bipartisan”. Il secondo: “Ma quale centrodestra, con me c’è…”

26 Aprile 2024 - 13:47

Il consigliere regionale in un’intervista rilasciata a Goldwebtv, un cui stralcio pubblichiamo in testa a questo articolo, ed il candidato sindaco di Aversa, in un comunicato stampa, hanno praticamente reso minimo il ruolo del partito della Meloni. Addirittura Zannini parla di un accordo bipartisan tra De Luca, colui che ha chiamato “stronza” la premier, e Fratelli d’Italia che gli ha offerto gentilmente il simbolo.

AVERSA (gianluigi guarino) Questi due documenti, ossia l’intervista rilasciata dal consigliere regionale Giovanni Zannini al collega Gianluca Pota di Goldwebtv, e il comunicato stampa, che noi abbiamo sintetizzato nei suoi contenuti peculiari, redatto dal candidato sindaco alle elezioni comunali di Aversa, Francesco Matacena, avremmo potuto anche non pubblicarli. Semplicemente perché tutto quello che da essi emerge, noi lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi, quando qualche ruvido osservatore dei fatti della politica locale ha affermato semplicisticamente che questo giornale ha appeso letteralmente al muro il leader provinciale di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano, che, in realtà, è stato oggetto solamente di una fredda analisi dei fatti, così come questi si sono configurati e così come questi hanno poi trovato conferma fattuale nell’intervista di Zannini e nel comunicato di Matacena.

Abbiamo deciso, nonostante questo, di dedicare un articolo a questa coppia di documenti, il primo video, il secondo scritto, perché servono a certificare in una modalità plastica, tangibile e non solo deduttiva, il pesantissimo e penosissimo colpo inflitto alla dignità del partito che, a livello nazionale, esprime il presidente del Consiglio ed è, come dimostrano tutti i sondaggi, quello di maggioranza relativa nel Paese.

Francesco Matacena ha messo, come si sul dire, a posto, lui sì che lo ha attaccato al muro realmente, Gimmi Cangiano e il suo patetico tentativo di giustificare una pastetta, di giustificare la sua impotenza politica, frutto dell’anno e mezzo trascorso tra festicciole e signorine; un tran tran che oggi non gli permette di poter dire di avere 20 persone che ad Aversa sono disponibili a candidarsi con lui, in quanto presidente di Fdi, in quanto deputato del centrodestra. Non ci dimentichiamo, infatti, che lui a Montecitorio c’è andato essendosi aggiudicato il collegio maggioritario, rappresentando tutta la coalizione contro il centrosinistra e contro Zannini, che per il centrosinistra ha votato e ha fatto votare, partecipando in prima persona alle manifestazioni organizzate dai candidati espressi dal Pd del suo amico Stefano Graziano.

Matacena dice, smentendo esplicitamente Cangiano, che la coalizione che lui guida non è affatto a trazione centrodestra, ma ha una fortissima e decisiva impronta di civismo, che poi è l’impronta di Giovanni Zannini che, aggiungiamo noi, non è affatto civica, ma si chiama Vincenzo De Luca, governatore della Campania, cioè colui che è andato ad insultare, con Giovanni Zannini fisicamente al suo fianco, la premier Giorgia Meloni sotto a Palazzo Chigi o nei pressi.

Ma una cosa ancora più irridente nei confronti del vertice politico di Fratelli d’Italia della provincia di Caserta afferma il già citato Zannini nella videointervista, il cui segmento in questione pubblichiamo proprio all’inizio di questo articolo: il consigliere regionale di Mondragone ha definito l’intesa di Aversa un accordo bipartisan, ovvero un accordo tra una parte del centrosinistra, quella riconducibile al governatore della Campania Vincenzo De Luca e di cui lui fa parte, al di là dei voti in fitto che ha concesso a quell’altro questuante napoletano, a quell’altro mendicante napoletano che risponde al nome di Fulvio Martusciello e che sta, magari di questo a Roma non se ne accorgono, ma qui da noi sì, sputtanando tutto il centrodestra campano, pur di garantirsi la conferma sulla comoda poltrona di Bruxelles o di Strasburgo che gli garantisce il mantenimento dell’agio dei famosi 20 o 25mila euro al mese.

Le video dichiarazioni, rese ieri da Giovanni Zannini, costituiscono un fatto dall’indubbio significato politico. Ciò perché si tratta di un esponente di rilievo della maggioranza di Vincenzo De Luca, di cui è parte integrante anche il Pd e ciò perché queste parole arrivano da uno che, nel giorno della manifestazione romana, organizzata dal governatore in persona, si è messo al suo fianco, in favore di telecamere, quando De Luca urlava forsennatamente nei confronti della Meloni, definendola letteralmente “stronza”.

Ordunque, l’accordo bipartisan è tra Fratelli d’Italia, ossia il partito di Meloni e chi l’ha chiamata “stronza”. Tutte queste cose un po’ tragicomiche stanno accadendo in quanto la leader di Fdi si trova a Palazzo Chigi in “altre faccende affaccendata”. Una condizione, questa, che sottopone oggi il partito al controllo strettissimo di una vera e propria cricca, qualcosa in più rispetto ad un cerchio magico. L’abbiamo già scritto: se Francesco Lollobrigida ed Arianna Meloni si fossero lasciati come coppia di coniugi, dopo il mezzo scandalo scoppiato diversi mesi fa e su cui a lungo si sono soffermati, prima di tutto Dagospia del geniale Roberto D’Agostino e anche molti giornali nazionali, il vaso di Pandora sarebbe esploso e dall’interno sarebbe uscito un vero e proprio verminaio. Ma siccome quella coppia di coniugi è rimasta insieme, la funzione che Giorgia Meloni, sia detto con rispetto, ha attribuito a sua sorella Arianna, si è svuotata di significato.

Come abbiamo scritto in un altro articolo, Arianna avrebbe dovuto essere la guardiana dei buoi, ridotti, pur comodamente, in un recinto. Suo marito Francesco Lollobrigida è quello che ha fatto fermare un treno in una stazione in cui mai si sarebbe dovuto fermare, solo perché lui oggi è un potente, ed è anche quello che in una recente intervista rilasciata alla trasmissione di Corrado Formigli su La7, ha definito Marco Nonno, scandalosamente eletto a presidente cittadino di Napoli del partito, grazie ad un placet garantitogli proprio dalla coppia Lollobrigida-Arianna Meloni, una vittima della magistratura, quando ci sono intercettazioni, per giunta da noi pubblicate, che lo inchiodano quale organizzatore, pianificatore di una manifestazione attraverso cui persone sue hanno devastato uno dei quartieri popolari di Napoli, ossia Pianura, attaccando anche la polizia, con la conseguenza che, Marco Nonno è stato condannato a 8 anni e mezzo in primo grado e, dopo la sentenza di Appello, è decaduto dalla carica di consigliere regionale della Campania, in attesa di un secondo processo sul reato di devastazione, ad epilogo del quale, dopo quello che sarebbe lo scontato esito di una Cassazione che si è già pronunciata su di lui, finirebbe in carcere.

Questa sua mentalità, frutto anche di studi molto labili, definitisi poi in una sorta di laurea conquistata, si fa per dire, all’università telematica Niccolò Cusano, Lollobrigida l’ha portata (il caso del treno è emblematico) finanche di più di quanto poi abbia fatto nella funzione di governo che ricopre.

La conseguenza è che il resto della cricca (chiamiamola così) politica, ha assunto le redini di tutto in Campania e ormai i buoi li ha fatti scappare da tempo. Edmondo Cirielli, ex ufficiale dei carabinieri, ne è il capo. Lui è un potente e di questo se ne sono accorti molti quando la sua nuova fidanzata Maria Rosaria Campitiello, molto più giovane di lui, è diventata uno dei pezzi più grossi della governance, addirittura capo della segreteria tecnica del ministro della Salute. La mentalità di Edmondo Cirielli non ha nulla a che fare con la difesa dell’identità del partito che dovrebbe rappresentare. Lui è il colonnello, poi ci sono i capitani e i tenenti, Michele Schiano e Antonio Iannone, per fare qualche esempio. Poi ci sono i caporali, come Alberigo Gambino, a cui Cirielli fa la campagna elettorale per le Europee, come Gimmi Cangiano, ecc., quelli che non contano nulla, ma che ricevono in cambio della loro acritica disponibilità a far porcherie, come quella compiuta ad Aversa, i benefit di stare a Roma a divertirsi, affermando di essere titolari di una carica politico-istituzionale molto importante.

Questi qua hanno avuto il coraggio di sedersi allo stesso tavolo con Raffaela Pignetti, presidente dell’Asi, entrata a far parte, per amicizia anch’essa, di questo cerchio magico della Meloni e che oggi viene protetta da Fratelli d’Italia quando la sua poltrona dell’Asi è esistita, esiste ed esisterà grazie alla protezione e all’appoggio del deputato del Pd, Stefano Graziano e dello stesso Vincenzo De Luca, convinto da Zannini a sotterrare l’ascia di guerra, dissotterrata per qualche mese nei confronti della Pignetti.

Questi qua hanno avuto il coraggio di stipulare un accordo ad Aversa, andando a coprire, solo perché Cangiano non era assolutamente in grado di mettere insieme una lista, le necessità personali e professionali di Alfonso Oliva, già in passato, non sappiamo ancora se nel presente, ricettore di incarichi di sottogoverno, di consulenze assortite, ricevute con il copyright di Giovanni Zannini. Sono andati lì e Cangiano oggi viene trattato come l’ultimo dei mentecatti da Matacena e da Zannini. Il primo gli dice, in pratica: “Ma dove vai, chi sei? quale centrodestra… Qui se io mi sono candidato è successo per il civismo”. Aggiungiamo noi, è successo dopo che Zannini lo ha portato da De Luca a Napoli; il secondo, straumilia non Oliva e Cangiano, ormai indefinibili, ma la Meloni stessa, dicendo, in pratica, che dopo averle dato della “stronza” a Roma, lui è talmente potente, forte e figo in Campania, da usare Fdi come un vero e proprio zerbino.

Cosa dice Cangiano oggi, di fronte alla dichiarazione di Zannini sull’accordo bipartisan? Per caso la Meloni lo ha autorizzato a farlo? No, non dirà niente, perché lui è protetto dalla cricca e la cricca farà in modo che questo articolo, al pari di tutti gli altri scritti da un giornale libero e indipendente come il nostro, non sarà mai letto dalla premier, a cui la sorella, il cognato, Cirielli e i “cricchisti” racconteranno ben altro.