La legge, a CASERTA, alza bandiera bianca: Prefetto, lei lo sa che la Ecocar, in quanto tale, non ha mai avuto i requisiti? Non lo sa, glielo spieghiamo noi

4 Febbraio 2019 - 10:53

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Ne avevamo viste tante sulle “varie Prefetture”, avvicendatesi negli ultimi anni, ma tutto ci si poteva aspettare, fuorchè un governo italiano che, attraverso la sua autorità locale, vidimasse e fornisse copertura istituzionale al comportamento di un’amministrazione comunale che, continuando nel solco di quelle precedenti, ha ricacciato indietro Caserta, in una sorta di Medioevo della ragione e del Diritto.

Ormai, avete letto tutto sulla vicenda di Ecocar. Avete letto tutto di un comune e di una Prefettura che, per un anno, nulla hanno fatto per bloccare la trasmissione di soldi pubblici ad un’azienda definitivamente colpita da interdittiva antimafia e che ora, per fronteggiare lo sciopero dei dipendenti, hanno garantito l’erogazione di altre somme le quali, addizionate a quelle introitate in proroga, per tutto l’anno 2018, da Ecocar, fanno quasi 13 milioni di euro extracontrattuali, garantiti ad un’impresa che, seppur amministrata da due rappresentanti della Prefettura di Latina che ha emesso, a suo tempo, l’interdittiva antimafia, ha un capitale ancora saldamente nelle mani della famiglia Deodati, imperniata su Antonio Deodati, arrestato a Catania e che recentemente ha patteggiato una pena reclusiva a 3 anni e 4 mesi e su suo cugino Francesco Deodati, anche lui sotto processo in Sicilia e, clamorosamente

seduto al tavolo della trattativa in Prefettura, nel giorno in cui è stato firmato quell’aborto di intesa, in assenza del Prefetto Raffaele Ruberto, che ha delegato il Capo di Gabinetto Immacolata Fedele, detta Imma, molto considerata dal massimo rappresentante del governo nazionale, in provincia di Caserta.

Il prefetto Ruberto e Immacolata Fedele

Durante questo anno, l’attività del comune capoluogo è stata quella di tentare di truccare la nuova gara d’appalto da 116 milioni di euro, pesantemente sotto osservazione da parte della dda, che ha iscritto, com’è arcinoto, nel registro degli indagati, sottoponendoli a durissime perquisizioni, il sindaco di Caserta Carlo Marino, il dirigente Marcello Iovino e l’imprenditore, si fa per dire, Carlo Savoia, grande sponsor, prima di Cite e poi di Energetikambiente, azienda di cui i nostri lettori sanno praticamente tutto, avendo questo giornale, dedicato ad essa, un’inchiesta di 4 puntate.

Insomma, il governo della nazione, inerte mentre tutto ciò accadeva, ora salva il comune di Caserta, con il verbale d’accordo di martedì scorso (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO CIRCOSTANZIATO ARTICOLO).

Tra tutte quelle cose che abbiamo scritto, però, ne abbiamo dimenticata una, tutt’altro che irrilevante: correva l’anno 2012, precisamente gli ultimi mesi del 2012. L’allora dirigente Carmine Sorbo scorazzava, in lungo e in largo, tra gli uffici del comune di Caserta, trasformati in una depandance di casa sua, e certi luoghi di Pozzuoli, dove, atti giudiziari alla mano, incontrava taluni imprenditori.

Alla fine delle riflessioni del dirigente, la gara fu aggiudicata, non all’Ecocar, badate bene, ma al consorzio Ecocar, formato dalle imprese Ipi ed Ecocar. Non a caso, abbiamo scritto Ipi prima di Ecocar.

Quell’aggiudicazione, infatti, si poggiò sull’architrave di requisiti fondamentali, che al consorzio furono attribuiti non già da Ecocar, ma proprio dall’Ipi. Un aspetto formale di indiscutibile valore giuridico, al di la del fatto che Ipi ed Ecocar erano aziende che appartenevano alla stessa galassia imprenditoriale.

Quando, nel 2016 (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DEL TEMPO), l’interdittiva antimafia dell’Ipi diventò definitiva, il comune di Caserta avrebbe dovuto trarne le conseguenze. Perchè, attenzione, il titolare dell’appalto era, ancora al tempo, il consorzio Ecocar e non l’impresa Ecocar, dal quale però scomparivano, non solo l’Ipi, ma soprattutto i requisiti tecnico-economico-amministrativi che quest’azienda aveva presentato e che, a nostro avviso, ma anche seconda una pacifica valutazione giuridica, possibile anche ad un bambino che va alla scuola elementare, hanno sempre costituito una condicio sine qua non affinchè il contratto, gemmato da quell’aggiudicazione, potesse essere seguito.

E invece, cosa ti combina Marino? Consente ad Ecocar di andare avanti da sola, ignorando totalmente che la struttura dell’aggiudicazione, dunque, il suo titolo giuridico, era stata sbriciolata dal fatto incontestabile che la Ipi, cioè l’azienda dei requisiti, era ormai definitivamente fuori gioco per effetto dell’interdittiva antimafia, “passata in giudicato”.

Ma che ne sa, lei, signor Prefetto, di quello che abbiamo visto, altro che Blade Ranner (CLICCA QUI PER VEDERE IL CELEBERRIMO MONOLOGO DELL’ANDROIDE ROY BATTY) e che abbiamo raccontato a Caserta, da almeno 4 prefetti a questa parte. Lei, al pari di quelli che l’hanno preceduta, è venuto a Caserta per godersi gli agi del prestigio e della possibilità offerta ad un alto rappresentante dello stato, di vedersi coccolato, ogni giorno, da nani e ballerine di qualsiasi genere.

Ma il potere reale della Prefettura è rimasto nelle mani del solido manipolo di vice prefetti che, anche in questi giorni, stanno producendo danni inenarrabili per gli altri, narrabilissimi per noi, nei comuni in cui svolgono la funzione di commissari.

Ma questa è un’altra storia che racconteremo nei prossimi giorni.