LA LETTERA INEDITA di Augusto La Torre: “Caro Mele, ti chiedo di assumere mio figlio”
5 Giugno 2018 - 11:56
MONDRAGONE – Quello che pubblichiamo è un documento inedito, attraverso cui Augusto La Torre, nel marzo del 2015, ha chiesto all’amministratore del condominio Prisconte, dove La Torre aveva risieduto fino all’arresto, l’assunzione del figlio Tiberio come custode o, preferibilmente, come segretario.
Il tono, come sempre è successo con simili iniziative prese da La Torre, è cortese ed elogiativo.
Ma nelle pieghe di questa lettera si coglie lo stesso qualcosa di minaccioso: il riferimento ai 300 milioni di lire che il boss avrebbe speso per migliorare la vivibilità di quell’area è un ricordo che suona come monito.
Ma al di là delle nostre valutazioni, l’autorità giudiziaria non ha considerato come un fatto giuridicamente lecito tale iniziativa. Al contrario, ha indagato e incriminato Augusto La Torre anche per questa lettera.
Il testo non è leggibilissimo per questioni di scannerizzazione, ma il senso è comprensibile.