La manifestazione per il Palazzetto Liberato arriva negli uffici comunali. Vozza, i consiglieri di minoranza e i gestori nel confronto stile ” Uno contro Tutti”. FOTO E VIDEO

13 Gennaio 2023 - 12:13

CASAGIOVE (l.v.r.) – Casagiove è una città particolare. Lo è perché i suoi residenti tendono a mostrare un interesse, diciamo così, a folate per ciò che succede nel loro comune.

Una volta i cuori si scaldano per il campo sportivo, una volta per la vivibilità sulla Nazionale Appia, negli ultimi tempi, invece, il centro della discussione è diventato il palazzetto dello sport, situato a pochi metri da Piazza Mercato.

La storia è nota. L’anno scorso è scaduto il contratto firmato con la ASD Minibasket Cervino, gruppo che aveva in gestione la struttura.

Un rapporto fatto di luci, si tratta pur sempre della concessionaria di uno dei migliori impianti sportivi della Provincia, ma soprattutto ombre, dai dubbi sui rapporti economici con le società che operavano all’interno della struttura, passando per la manutenzione, arrivando al burrascoso finale con tanto di ricorsi in tribunale tra la ASD e il comune di Casagiove.

Il palazzetto è da diverse settimane “libero”, dopo che il Consiglio di Stato ha dato ragione al comune sull’ordinanza di sgombero della struttura, emessa dall’amministrazione del sindaco Peppe Vozza.

Libero, ma chiuso, con le attività sportive ferme da mesi.

Ed è stato proprio il primo cittadino a rispondere alle domande poste da una delegazione di manifestanti – in realtà hanno partecipato alla riunione improvvisata quasi tutte le persone presenti in strada – che

chiedevano celerità sulla riapertura del palazzetto, in una riedizione dell’Uno Contro Tutti del Maurizio Costanzo Show.

È stata interessante, seppur lunga, la conversazione, durata oltre un’ora, tra i rappresentanti delle società sportive che utilizzavano l’impianto per le loro attività, un gruppo di casagiovesi e il sindaco.

Insieme ai manifestanti, hanno portato il supporto alla causa della riapertura anche i consiglieri di opposizione Cristian Gallo, Pina Mingione, Francesco Moscatiello e Tina Petrillo, un quartetto che sta seguendo con attenzione la vicenda dell’impianto ormai da oltre un anno.

I gestori delle attività sportive operanti del Palazzetto hanno espresso il loro punto di vista: loro, con l’impianto chiuso, ne stanno perdendo di lavoro, di soldi e di salute. E il concetto è stato ribadito anche dai tanti cittadini venuti a formare il gruppo.

Il sindaco Vozza ha provato a spiegare qual è la situazione, arrivando ad ammettere le sue colpe, relativamente alla velocità della macchina amministrativa che è mancata.

Ma Vozza, in realtà, ha puntato maggiormente il dito contro Americo Picariello, il dirigente dell’area tecnica del comune di Casagiove che ha in mano la parte gestionale del palazzetto dello sport.

Secondo quanto riportato dal primo cittadino, infatti, il dirigente, prossimo ad abbandonare Casagiove, a seguito di dimissioni, sta operando con eccessiva lentezza.

Evidentemente, gli imprenditori sportivi presenti hanno già avuto rapporti con Picariello, poiché hanno immediatamente assegnato al dirigente un “dolo” relativo al rallentamento dei tempi della riapertura. Anche perché, ha spiegato Vozza, ormai in procinto di andar via, il dirigente sarebbe molto meno presente a lavoro rispetto a prima e, quindi, ogni documento, ogni atto propedeutico al riutilizzo del palazzetto esce fuori dall’Ufficio Tecnico del comune di Casagiove con una buona dose di fiacchezza.

Dai manifestanti è stata anche contestata la segnalazione, da parte dello stesso Picariello, di alcune criticità di sicurezza rispetto all’impianto.

Tutti i presenti hanno più o meno esposto lo stesso quesito: perché prima – ovvero sotto la precedente gestione del comune e del palazzetto – non sono mai emersi questi problemi?

Un assist perfetto per Vozza, che ha potuto tranquillamente lavarsene le mani sullo specifico argomento, spiegando che lui dei precedenti sul palazzetto non poteva saperne nulla e che quindi, al massimo, era colpa di chi c’era prima di lui.

Un alibi che, però, sembra un’attestazione di colpa verso alcuni componenti della sua giunta, visto che c’è chi ha già amministrato durante le sindacature precedenti.

C’è un punto, però, su cui non si può assolutamente dare torto al primo cittadino: se vengono segnalate criticità in ordine alla sicurezza, lui in quel palazzetto non può far entrare nessuno.

Sullo studio e l’analisi di queste problematiche sarebbe già pronto da diverse settimane un incarico a un tecnico esterno, che avrebbe, informalmente, già provato ad entrare nel palazzetto, per capire la situazione.

Avrebbe provato, ma non ci è riuscito, perché ignoti, ma il sindaco ha fatto chiaramente capire per lui è stato qualcuno della ASD di Dino D’Andrea, ha chiuso l’ingresso del Palazzetto con un catenaccio, rendendo, di fatto, impossibile l’apertura del cancello del palazzetto.

Più di una persona ha fatto “sommessamente” notare al sindaco che in quel momento era presente la polizia municipale e che un catenaccio non può fermare un’azione della pubblica amministrazione. Su questo, Vozza non ha potuto far altro che dare ragione ai presenti.

Tornando a Dino D’Andrea e alla sua ASD, il sindaco non ha speso parole certo tenere, cercando sempre di non spingere particolarmente sugli animi già arrabbiati dei manifestanti. “Il personaggio lo conosciamo bene, sappiamo che tipo è…” e frasi simili.

Vozza non è riuscito a promettere una riapertura a breve termine, ma, quantomeno, ha dichiarato che avrebbe firmato in queste ore una direttiva al dirigente Picariello affinché rendesse l’informale visita del tecnico, un incarico fatto e finito.

I gestori delle attività sportive, infatti, hanno criticato su questo passaggio il primo cittadino, dichiarando che a loro avviso, è assurdo immaginare che un’amministrazione comunale non riesca a muoversi a causa della lentezza di un solo soggetto. Ma su questo dobbiamo dargli torto. Infatti, nel momento in cui un dirigente decide di mettersi di traverso rispetto alle direzioni di un ente locale, non diciamo che la macchina comunale si ferma, ma poco ci manca.

Vozza ha dichiarato che in una settimana ci saranno passi in avanti relativamente alla relazione sulle problematiche rispetto alla sicurezza dell’impianto sportivo.

Moscatiello, Petrillo, Mingione e Gallo, i quattro consiglieri di opposizione presenti alla manifestazione, non sembravano particolarmente convinti delle parole del sindaco, forse perché conoscono bene una certa inclinazione alla pax, alla flemma che Peppe Vozza ha nel suo modo personale di gestire confronti e rapporti.

Una flemma invidiata al primo cittadino da parte di chi vi scrive. A nostro avviso, è proprio questa calma che ha permesso a Vozza di concentrare attorno a sé le forze contrarie all’elezione di Danilo D’Angelo nelle scorse consultazioni comunali che ha portato alla creazione di quella lista abbastanza eterogenea, ma vincente.

Ed è proprio la stessa tranquillità, la disponibilità al confronto che gli permette di essere visto ancora in maniera positiva dai gestori delle attività sportive, dopo che queste sono praticamente ferme da mesi.

D’altro canto, la flemma è proprio la colpa maggiore che viene attribuita all’amministrazione del sindaco Vozza riguardo al palazzetto.

Perché se è vero che a Picariello si può attribuire una certa lentezza nella gestione burocratica, d’altro canto, non è che siano piovute dalla giunta comunale delibere o dichiarazioni di fuoco, in modo da mettere il pepe, una certa pressa al dirigente comunale.

Questa è la situazione ad oggi 13 gennaio, vedremo come si svilupperà.