LA MORTE DELLA MAMMA 38ENNE. Raffica di avvisi di garanzia al medico, agli infermieri. Sequestrati i documenti. Ma la colpa non è loro e ai giovani citiamo Edoardo: “jatevenne”
12 Agosto 2023 - 18:33
I carabinieri sono stati nella sede operativa del 118, ma per dare una strutture all’indagine si attendono gli esiti dell’autopsia. Ma il fatto in se per se è solo un aspetto di una questione di enorme criticità che noi denunciamo da anni e che l’arroganza dei mandarini dell’Asl ci ripaga a colpi di querele
CASALUCE – (g.g.) Un atto dovuto, niente di più, allo scopo di poter procedere il più rapidamente possibile con le indagini. L’unico medico e gli infermieri delle due ambulanze che, a quanto pare, in tempi sfalsati tra di loro, sono arrivate inutilmente nella casa di Lucia De Gais, la mamma 38enne di due figli, morta all’alba di sabato 5 agosto, sono ufficialmente iscritti nel registro degli indagati.
Con essi, anche gli addetti della sala operativa di Caserta, che hanno convogliato le ambulanze sul posto.
I carabinieri, delegati dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Aversa- Napoli Nord hanno proceduto al sequestro della documentazione relativa all’intervento specifico recandosi proprio all’interno della struttura operativa del 118 di Caserta.
E’ chiaro, però, che molto dell’esito di questa indagine dipenderà dall’esito dell’autopsia, effettuata nei giorni scorsi nell’istituto di Medicina legale di Giugliano, prima di restituire la salma di Lucia De Gais alla famiglia affinchè questa attivasse tutto ciò che c’era da attivare per dare l’estremo saluto alla donna nei funerali svoltisi nella giornata di ieri venerdì 11 agosto.
Esaurito il nostro compito della nuda cronaca, ribadiamo un concetto che da anni connota la posizione di questo giornale sulle carenze gravissime del servizio di emergenza, erogato dal 118 di Caserta: qualsiasi possa essere stato il motivo della morte di Lucia De Gais, qualsiasi sarà l’esito dell’esame autoptico svoltosi sulla sua salma è assolutamente inaccettabile che il 118 invii ambulanze non medicalizzate, cioè senza medico a bordo, sui codici rossi.
Se questa è una carenza di base, se tutto ciò è frutto di investimenti che l’Asl di Caserta non può fare, sarebbe doveroso che i tre direttori Amedeo Blasotti (generale) Enzo Iodice (sanitario) e Giuseppe Tarantino (amministrativo), insieme al direttore dell’unità operativa complessa del 118 Roberto Mannella, si recassero a Napoli, dicendo al governatore Vincenzo De Luca che o lui è in grado di trovare le risorse per assumere, a Caserta, 40 o 50 medici dell’emergenza, magari i migliori usciti dalle università, pagando loro stipendi congrui all’occorrenza, anche 4mila o 5mila euro al mese, o, ancora, lui, sempre De Luca, è in grado di dotare il 118 di Caserta di almeno 8 meglio ancora 10 ambulanze rianimative, rispetto all’unica in servizio oggi, per altro in certi turni anche priva del medico rianimatore, oppure loro si dimetteranno irrevocabilmente.
Naturalmente abbiamo raccontato un film di fantascienza perchè i dirigenti della sanità casertana pensano per i 50% ai loro tornaconti e per il 50% ad assecondare i desideri e le direttive dei politici che al momento comandano il vapore. E a tutto pensano, questi dirigenti, fuorchè alle dimissioni.
Ma scusate, avete assunto quasi 200 persone, un’infornata immonda di raccomandati di questo o di quel politico, di questo o di quell’altro mandarino della sanità locale. Per farlo avete attraversato, senza accusare nemmeno un rossore, la vergogna di aver riaperto in 6 mesi per ben quattro volte le graduatorie – l’ultima volta per assumere il fratello di un sindaco di una città importante – e non riponete un solo pensiero ai rischi che i cittadini-pazienti corrono ogni giorno, ogni notte perchè voi, con una sanità da quinto mondo avete a disposizione, proprio in queste notti d’estate in cui i casi emergenziali si decuplicano fisiologicamente, solo 3 medici – guardate veramente non ci si può pensare a questa cosa – tre medici a disposizione di un milione di cittadini che potenzialmente possono aver bisogno di essere soccorsi.
C’ è realmente da vergognarsi e se noi che abbiamo già una certa età, non possiamo andarcene da qui, ai giovani, con molta umiltà, non possiamo non citare, come unica opzione possibile per il loro futuro, l’urlo di dolore che Edoardo De Filippo fece vibrare difronte++ ad una Napoli e ad un sud pieni di problemi così gravi da apparire irrisolvibili: “jatevenne“.