LA NOTA. Allevatori più imbufaliti delle loro bufale. Ma tutto nasce qualche anno fa, quando solo noi scrivevamo del trio De Luca-Limone-Cremonini

11 Agosto 2022 - 18:38

A questo punto anche alla luce di ciò che è successo oggi lungo la Domiziana e di cui vi abbiamo dato conto in un articolo corredato da video live diventa doverosa la ripubblicazione, da parte nostra, di certi nostri articoli e anche di un servizio del Tgr Rai sull’abbraccio nello stabilimento irpino tra il governatore, il direttore dell’istituto zooprofilattico e il re delle carni in scatola, che tante, ma proprio tante bufale casertane…

CASERTA(Gianluigi Guarino) Questa vicenda degli abbattimenti dei capi bufalini è diventata un caso mediatico quando gli allevatori si sono dotati di una migliore organizzazione, raccordandosi con esperienza sindacale e di mobilitazione. Ciò ha portato molti a pensare che si tratti di una questione sorta da pochi mesi. In realtà, non è così. Noi di CasertaCe stiamo infatti preparando la ripubblicazione di una parte degli articoli che negli anni scorsi abbiamo dedicato a questa bollentissima materia. In effetti, speriamo di trovarli tutti e che dunque tutti siano stati scritti dall’aprile del 2018 in poi visto che quelli di prima sono andati perduti insieme all’ennesimo database che la nostra inesperienza di un tempo, aveva trasformato in armi letali di autodistruzione. Ma dovrebbe essere così.

Nel senso che la maggior parte di quegli articoli noi li recupereremo e con essi l’interrogazione parlamentare, presentata a suo tempo dalla senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna

Petrenga presentata  a Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole del governo giallorosso capitanato da Giuseppe Conte.

In quegli articoli c’è la radice unica di tutto quello che si sta verificando oggi, di tutto quello che ha innescato la disperazione dell’allevatore che ha tentato il suicidio e la rabbia dei suoi colleghi, esplosa clamorosamente stamattina con l’occupazione della strada statale Domiziana.

Vi anticipiamo solo una cosa. La colpa, la responsabilità politica e personale declina le generalità di due e due sole persone: l’inamovibile, intoccabile, immarcescibile direttore dell’istituto zooprofilattico  Antonio Limone, vero burattinaio, vero pianificatore degli abbattimenti indiscriminati dei capi bufalini e il governatore Vincenzo De Luca che di questa vicenda sa molto di più di quanto appaia e che, sempre rispetto alla stessa, ha svolto un ruolo attivo, in scienza e coscienza.

Nella riproposizione del nostro materiale antologico troveranno posto anche alcuni video, uno in particolare che riproduce un’edizione pomeridiana del Tgr Campania di qualche anno fa, nella quale viene  dato conto di un evento, svoltosi ad Avellino, nello stabilimento di trattamento delle carni di proprietà di mister Luigi Cremonini, il re delle carni in scatola che con il suo gruppo gestisce marchi storici come quelli di Manzotin e Montana. Ospiti d’onore del fondatore di questa impresa che nasce in Emilia, il governatore Vincenzo De Luca e il direttore dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone, insieme, spalla a spalla a complimentarsi e a scambiarsi buffetti con Luigi Cremonini.

Chi ci segue da molti anni considererà  inutile questa domanda. Chi ci segue da poco, invece, merita la sua riproposizione: secondo voi, quanti capi bufalini abbattuti per ordine dell’Asl di Caserta, nella cornice delle regole scritte da Antonio Limone e avallate, difese, chissà perché, dal governatore Vincenzo De Luca, sono finiti nei frigoriferi irpini del gruppo Cremonini? Ve lo diciamo noi: migliaia e migliaia. Perché se sulla brucellosi, quelle norme volute da Limone e De Luca sono state tanto sfrontate da aver violato, da aver contravvenuto, come abbiamo scritto per anni noi di CasertaCe e come la senatrice Giovanna Petrenga mise nero su bianco nella sua interrogazione, chiarissime, indiscutibili leggi europee che imponevano ed impongono la procedura del contraddittorio nel momento in cui un veterinario dell’Asl decide e sancisce l’ordine di abbattimento del capo bufalino, tutto è diventato facilissimo quando si è fatto in modo di instradare più bufale abbattute possibili verso lo stabilimento di Cremonini, visto e considerato che effettivamente la positività alla brucellosi non ha alcuna incidenza sulla qualità delle carni  trattate per la macellazione.

Poi sono successe tante altre cose. Ma l’origine del problema è questo, così come vi dimostreremo nei prossimi giorni ripubblicando gli articoli più importanti che dedicammo, ovviamente in totale solitudine, come è successo dal 2014 in poi per tutte le battaglie che abbiamo combattuto sul settore bufalino, partendo da quelle relative alle produzioni lattiero casearie, inerentemente a quella che noi abbiamo sempre definito una frode commerciale derivata dalla violazione rozza delle regole che il famoso consorzio si è dato e ha consegnato formalmente al ministero delle politiche agricole, come contenuto di un disciplinare il cui rispetto dovrebbe rappresentare la condizione assolutamente necessaria per ottenere quel marchio DOP che non rappresenta la soddisfazione morale ma è quello che permette di commercializzare quel tipo di mozzarella di bufala a prezzi importanti, tipici dei prodotti pregiati. Quanto latte a tonnellate proveniente dalla Romania, finanche dal Vietnam è entrato nottetempo in certi caseifici della presunta mozzarella DOP che per essere tale doveva  utilizzare latte delle bufale campane trasportato in un lasso di tempo limitato in pochissime ore dalla stalla al luogo della produzione così come sancisce nel disciplinare macchietta che ha consentito a tanta gentaglia di vendere come mozzarella DOP a 8-10 euro e micro confezione negli autogrill roba ordinaria prodotta con latte proveniente da ogni luogo eccetto che dalle stalle di Castel Volturno, Cancello Arnone e Grazzanise.

 

Successivamente siamo passati sul fronte degli abbattimenti senza contraddittori. E non è che i vari Limone, De Luca o i direttori generali, succedutisi all’Asl di Caserta non abbiano letto quei nostri articoli che si basavano su un concetto semplicissimo: se lei, governatore Vincenzo De Luca, se lei direttore Antonio Limone, se lei direttore generale Asl Mario De Biasio, se lei, direttore generale ancora dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo, se lei direttore sanitario Arcangelo Correra, se lei direttore sanitario Marco De Fazio, se lei dirigente del dipartimento veterinario della stessa Asl, se tutti voi siete convinti della ineluttabilità dell’abbattimento del capo bufalino afflitto da brucellosi e della nocività delle vaccinazioni, perché non avete ami accettato la procedura del contraddittorio, formalmente attivata dentro alla quale avreste dovuto, in forza di una direttiva europea divenuta legge in Italia, confrontare le vostre idee con quelle di un perito specialista nominato dalla controparte, cioè dall’allevatore?

Questa è l’essenza che ha creato a suo tempo le condizioni per tutto quello che sta succedendo oggi.