LA NOTA. Carlo Marino quando fa l'”occhiolino grillino” si rivolge al suo affine Agostino Santillo. Ma 5 Stelle non è solo questo e il generale Del Monaco lo dimostra

16 Giugno 2021 - 12:17

Le parole che il deputato ci ha concesso e che danno corpo all’articolo che pubblichiamo vicino a questa nostra nota, meritano una valutazione che vada al di là della semplice fotografia di una camarilla politica 

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Se a livello nazionale l’operazione a freddo di un’alleanza elettorale tra i 5 Stelle e quel Pd, che rappresentò uno dei motivi principali di lotta, uno dei target fondamentali che costituirono la ragion d’essere della nascita del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, si sta dimostrando complicatissima e si è sviluppata fino ad oggi solo in rari casi, per esempio a Napoli, dove il nome del rettore Gaetano Manfredi, non ha creato imbarazzi tra i grillini e la loro storia, tra i grillini e quello che hanno raccontato alla gente, agli italiani e per il cui motivo, “questa molta gente e questi molti italiani” li hanno votati.

I problemi che incontra l’ex premier Giuseppe Conte, neo leader del Movimento per investitura di Grillo, non sono di diverso genere: si va dalla volontà di Virginia Raggi di ricandidarsi a sindaco di Roma, in una condizione rispetto alla quale 5 Stelle non può sconfessarla per andare ad appoggiare un nome proposto dal Pd, alla situazione di Torino, dove, invece, la sindaca uscente Appendino

ha fatto un passo indietro, fino ad arrivare ai casi di Bologna e Milano, dove l’intesa appare ugualmente difficile.

Non ne parliamo proprio poi dei casi in cui 5 Stelle dovrebbe associarsi ad un sindaco del Pd, di cui è stato avversario per 5 anni e di cui ha detto più o meno giustamente peste e corna.

Ora, capiamo che Carlo Marino non si ponga il problema dalla presentabilità tout court, dato che geneticamente è tarato per strumentalizzare la politica al servizio di obiettivi antiteticamente diversi dal bene comune; capiamo che le ragioni della storia recente e meno recente di questa città e di questi territori, di cui peraltro è stato parte costruttrice importante, abbiano maturato in lui l’idea, fondando la stessa su solide evidenze fattuali, che in politica si cresca e si vada avanti evitando accuratamente di occuparsi di temi oziosi e inutili, come quelli rappresentati dall’etica istituzionale, dai corretti comportamenti nella gestione della cosa pubblica, nella lotta agli sprechi, nella repulsa di ogni atteggiamento, finalizzato coscientemente ad eludere le norme dello stato di diritto; capiamo che Carlo Marino associ i 5 Stelle di Caserta alla fisiognomica elettivamente familiare di Agostino Santillo, ingegnere di Casapulla, che prima di vincere alla lotteria della (fu) piattaforma Rosseau, faceva il mestiere che fanno molti architetti, ingegneri e geometri di questa provincia, danzando come una pallina da flipper, da un ufficio tecnico comunale all’altro, collegando e dunque il suo agire ad un contesto antropologico a cui Carlo Marino appartiene da una vita, cioè da quando ottenne da Nicola Cosentino, grazie ai buoni uffici di Delio Iorio, avvocato penalista di Casal di Principe e suocero suo, la carica di assessore ai lavori pubblici in quota Forza Italia, inaugurando quella stagione che ancora oggi è determinante o comunque pesa come eredità mefitica sulle sorti di una città distrutta dai debiti e dal disonore di governi, usciti quasi del tutto miracolosamente illesi, a causa della evidente sottovalutazione con la quale l’autorità giudiziaria ha connotato il suo non agire. Una vera e propria stagione fondativa, che partorì una vera e propria “generazione di fenomeni”, i vari Franco Biondi, Carmine Sorbo, Gianmaria Piscitelli, in parte Marcello Iovino e poi ancora Maurizio Mazzotti, Giovanni Natale, cugino diretto di Marino che questi volle al comune dove, ancora oggi, svolge la funzione di dirigente all’Urbanistica, cioè al nulla, visto che tutte le partite sul Puc le hanno gestite direttamente suo cugino e Biondi.

Ma 5 Stelle non è solamente Di Maio, il suo movimentismo pomiglianese; 5 Stelle non è solamente Agostino Santillo, il movimento si riconosce, o almeno noi lo riconosciamo soprattutto nella figura ben più nobile del generale dell’esercito in pensione Antonio Del Monaco, il quale, a differenza di tutti gli altri parlamentari nazionali del Movimento, è stato sul pezzo o, almeno, si è impegnato molto per esserci, negli ultimi 5 anni, svolgendo, tutto sommato anche insieme a noi, un’azione di supplenza nei confronti di una minoranza, di un’opposizione assolutamente evanescente in tutte le sue componenti, centrodestra, ma anche Speranza per Caserta, che per un periodo ha anche aderito a 5 Stelle, condizionata, come diciamo da anni, dal carattere troppo accondiscendente, troppo “democristiano”, troppo centrista-doroteo di Francesco Apperti, sicuramente un’ottima persona, onesta e laboriosa, ma non può capeggiare un movimento che punti a modificare le cose in una città come Caserta, nella quale il radicamento del malaffare materiale e morale, l’incuria, la bruttezza che connota il rapporto tra governanti e governati, necessita di una determinazione quasi rivoluzionaria che la natura, purtroppo, non ha cucito, come attitudine, addosso al buon Apperti, come scriviamo da anni e come del resto abbiamo anche spiegato a lui direttamente, nelle rare volte in cui ci siamo civilmente confrontati vis-à-vis.

Ed è proprio Del Monaco, in occasione dell’appello formulato da Carlo Marino perchè a Caserta faccia coalizione con il Pd e dunque anche con lui, a rimettere la barra in un’area di presentabilità, di dignità, che punti ad evitare la dissoluzione totale del consenso di questo Movimento che incontrerebbe difficoltà inenarrabili anche a mettere insieme una lista raffazzonata, che, a quel punto, verrebbe gentilmente concessa da Carlo Marino reclutando un pò di scartine, magari con tanto di adesione alla nuova piattaforma di cui non si conoscono ancora i connotati.

Sarebbe un ben triste destino, un irreversibile cupio dissolvi per chi voleva cambiare l’Italia, Caserta e la sua provincia. E se tra questi non c’era, sin dall’inizio, Agostino Santillo che ha un’altra cultura permeata su algoritmi comportamentali che definiscono sempre e comunque un obiettivo pratico, realistico, concreto, pragmaticissimo ma soprattutto piegato totalmente su se stesso, come può essere una rielezione parlamentare o, in alternativa, un riposizionamento nei meccanismi locali, nei grandi affidamenti, nelle gare d’appalto oppure ancora in tutto quello che nell’edilizia si potrà sviluppare grazie al nuovo Puc; se tra i propositi buoni di 5 Stelle si sono imbucati in tantissimi, c’è anche gente che le battaglie le ha condotte in buona fede.

E allora, Antonio Del Monaco non può non mettere i puntini sulle proverbiali i. Lo ha fatto con la breve intervista che ci ha concesso e che potrete leggere nel nostro sito, con un titolo che precede quello relativo a questa nota o CLIKKANDO QUI per “entrarci” direttamente.