LA NOTA. Festa della Donna, abusivi ad ogni angolo di strada. Pochi controlli e…
11 Marzo 2019 - 13:10
Caserta – (pm) L’opinione comune vuole, consolatoriamente forse, che la crisi del commercio nel Paese sia legata alla cosiddetta globalizzazione, che ha spalancato la porta alla concorrenza più estrema e totale nei rapporti di scambio. Sarà senz’altro così e riconosciamo che ci manca la benché minima competenza, quella che non si improvvisa come va di modo oggidì persino nelle sedi ministeriali, per confutare questo assunto e per dire che, magari, c’entra anche la produttività delle imprese o la loro capacità di innovazione.
Ma una cosa possiamo dire con certezza per Caserta e provincia, dove il fattore senz’altro predominante che concorre a determinare la crisi del commercio è la sua illegalità diffusa, come ha dimostrato plasticamente la giornata della festa della donna.
Di prima mattina, come lumache dopo che è piovuto, sono sbucate in tutta la città decine e decine di bancarelle abusive per la vendita delle mimose, il fiore che tradizionalmente si regala nella ricorrenza.
Per ogni strada se ne sono contate fino a cinque o sei di fila, l’una difronte all’altra o sfalsate e con una distribuzione capillare secondo le migliori strategie di mercato. Il fenomeno ha riguardato ogni quartiere senza eccezioni, estendendosi nei centri urbani vicini attraverso la direttrice dell’Appia, il cui traffico in serata si è persino paralizzato. L’offerta è stata modulata per tutte le tasche ed i prezzi sono andati dagli uno, ai tre, ai cinque euro a salire. Ed ovviamente senza nessuno scontrino fiscale. Solo in tarda serata i venditori abusivi hanno levato le tende, quando ormai anche gli ultimi ritardatari hanno compiuto il loro acquisto per le donne di famiglia, la mamma, la moglie, le amiche.
La cosa sorprendente è che né a Caserta, eccetto qualche sparuto controllo, né negli altri comuni si è notata una minima attività di efficace contrasto agli abusivi e la loro convinzione esperienziale di poter agire liberamente è stata tale che le bancarelle, anziché essere in posizione defilata, sono state messe in bella mostra e con un allestimento per niente rimediato. Molti, difatti, oltre agli immancabili tavoli e scaffali per l’esposizione di mazzi e bouquet di mimose, hanno aperto i classici e non poco ingombranti ombrelloni da mercato per il riparo dal sole. Furgoni e camioncini hanno funto, come sempre, da magazzino.
Ma ancor più sorprende il fatto che le associazioni di categoria dei fiorai, quelli che operano nel rispetto della legge e che pagano le tasse e che ricevuto ingenti danni economici da questo autentico scandalo alla luce del sole, non si oppongano a un tale stato di cose pretendendo dalle autorità cittadine che intervengano e seriamente, se la legalità ha ancora un senso.