LA NOTA. La guerriglia tra i tifosi Paganese-Casertana e la falla della sicurezza pubblica

25 Gennaio 2023 - 10:50

Caserta (pm) – Anche i disordini di Pagani, come quelli recenti tra i tifosi di Napoli e Roma e come i tanti precedenti in altri frangenti in cui vi è un notevole concorso di persone, dimostrano che in questo ambito siamo in presenza di una grande falla del sistema nazionale della sicurezza pubblica. Poiché non è pensabile mettere un poliziotto ad ogni angolo di strada o impiegare forze di polizia per ognuno della miriade di avvenimenti a rischio di scontri e tafferugli – che, va ricordato, si possono facilmente innescare per una qualsiasi ed incontrollabile ragione, a dispetto di ogni prevenzione – tale sistema dovrebbe avere il suo fulcro nel proprio potere di deterrenza. Potere che, all’evidenza, esso oggi non ha, se gli episodi contro l’ordine pubblico avvengono con modalità persino clamorose, eclatanti, con i manifestanti che non solo non temono gli agenti o i carabinieri ma che li fronteggiano arrivando, come si è visto tante volte, persino ad inseguirli.

Come si sa, passato il momento, placatesi le facili polemiche pubbliche e dei commentatori da salotto ed esauriti i variegati moti di indignazione dell’intero arco politico, accompagnati da immancabili promesse di interventi rigorosi, tutto torna come prima, fino al successivo e puntuale fattaccio.

Non serve dire che specie in materia di polizia, per mille fattori di cautela, di opportunità e sovente di opportunismo che agiscono nella situazione data, non sempre si fa quello che un minimo di ragionevolezza richiederebbe.

Per restare alla nostra realtà, ad esempio, quando il litorale domitio ebbe la sua massima crisi sociale negli anni Duemila per la concentrazione abnorme ed incontrollata di stranieri clandestini, anziché avvalersi, per la più spedita esecuzione delle espulsioni, del vicinissimo aeroporto militare di Grazzanise e di aeroveicoli delle forze armate, si scelsero gli aeroporti civili, spesso tra i più lontani come quelli di Roma e di Milano. Con ovvia decuplicazione dei costi erariali e l’ esiguità del numero dei soggetti espulsi. Evidentemente, si voleva, a livello governativo, schivare innanzitutto la possibile accusa di operazioni di deportazione, che sarebbe venuta molto facile dalle opposizioni politiche agitando la suggestione dei militari e della cospicuità dell’intervento.

Tutti ricorderanno il caso Spaccarotella del 2007, l’agente della polizia stradale che nello sparo per contenere uno scontro tra tifosi provocò la morte del laziale Gabriele Sandri. In conseguenza, gli ultras della Lazio misero a ferro e fuoco la capitale e la situazione si placò solo quando il poliziotto fu di tutta fretta abbandonato a se stesso dalle medesime istituzioni che supponeva che stesse tutelando e dato in pasto alla pubblica opinione.

Per il caso di oggi, se qualche lezione ne può venire, sarebbe utile che l’onorevole Giampiero Zinzi, nell’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno che ha annunciato sui fatti, gli domandasse cosa pensano lui, il governo ed al suo dicastero di queste poche e semplici circostanze che diremo, le quali prendono spunto, tra i tanti filmati dei disordini pubblicati in rete e da CasertaCe.net nell’immediato, da uno in particolare, quello che ripubblichiamo.

Intanto, cosa pensano del fatto che le forze di polizia in generale non risultino armate ed equipaggiate efficacemente per disperdere assembramenti di tifosi e manifestanti aggressivi. Siamo ancora alle ambiguità ed alle opposizioni ideologiche che tuttora circondano l’adozione del TASER, la pistola ad impulsi elettrici in uso in centinaia di paesi democratici del mondo?

Con la conseguenza che i carabinieri, come si vede nelle immagini del video, per rimediare in qualche modo, sono costretti ad eseguire con i loro gipponi dei pericolosissimi “caroselli” tra gli scalmanati. Se, come facilmente poteva accadere, qualcuno fosse stato investito mortalmente o ferito, che fa’, ce la pigliavamo con il carabiniere investitore e dopo la sospensione non retribuita dal servizio e lunghi anni di processo ci attendevamo la condanna abnorme avuta dal citato agente Spaccarotella a 9 anni e 5 mesi di reclusione, 5 mesi in più di un tizio che, tempo fa, alla guida di un suv, sotto effetto di alcol e droga, investì uccidendoli due cuginetti siciliani. Reso omaggio al coraggio dei carabinieri che si sono trovati a fronteggiare tali delinquenti, quanto questa condizione abbia l’effetto degli antonomatici remi in barca sul personale delle polizie italiane non serve dirlo.

Ancora, dicevamo, cosa pensano, nella Roma politica, del fatto che tutte le cronache mostrano come non sussistano più inibizioni a reagire, in tutte le forme e con tutti i mezzi, contro le forze di polizia. Sono diventate virali i filmati che mostrano persone di tutti tipi – dagli adolescenti sino agli stranieri clandestini – che danno contro alle forze dell’ordine. Come dimenticare la visione di quel giovane che, a due centimetri dalla faccia di un carabiniere, inveiva con rabbia contro di lui minacciandolo delle peggiori cose. Per poi issarsi sul tetto della gazzella e sfasciarla. Dal loro canto, poliziotti e carabinieri sono così intimoriti che spesso si limitano a guardare senza fare niente, sperando che le cose vadano bene per non finire in un guaio, qualunque cosa facciano. Ha sconcerto la recente scena che si è vista dei tre attivisti di Ultima Generazione che hanno imbrattato di vernice la sede del Senato. Il carabiniere intervenuto si limitava a stare dietro ad uno dei tre che lanciava il colore, senza mai pensare di fermarlo fisicamente in qualche modo.

Il video del Senato imbrattato da attivisti di Ultima Generazione

Vengono interpretati questi episodi clamorosi? O si consente a quel populismo che, con solita solfa, richiede l’ usuale ed impossibile rafforzamento dei presidi di polizia o che non esita a buttare puntualmente la colpa sulla questura o sul comando dell’Arma di turno perché non avrebbero saputo prevedere e provvedere? Come si sa, fare il mestiere degli altri è quasi un tratto nazionale.

Si ha bisogno di ulteriori prove del fatto che c’è ormai un cospicuo numero di persone che non hanno remore ad opporsi ed a reagire contro le forze di polizia perché non temono nessuna conseguenza. Che considerano acqua fresca e se ne f…ovvero, ehm, se ne ridono di aleatorie denunce e Daspo, che non fanno paura a nessuno con la loro aleatorietà e le loro spesso tardive sanzioni e limitazioni innocue. E ciò prescindendo dalla cosiddetta psicologia delle folle già delineata nello scorso secolo dal francese Gustave Le Bon o dal nostro Scipio Sighele, ma come portato di quella che oggi viene definita egolibertà.

Vorranno, finalmente, i decisori politici prendere provvedimenti davvero efficaci a difesa della società. E l’unico modo consiste, ci pare, nell’adottare misure serie e severe, al punto che colui il quale è incline a questa violenza gratuita ci rinunci pensando alle conseguenze gravi che potrà subire. E per nessuna sorta di repressione statuale, ma perché in ogni regime democratico, in cui noi a ragione ci annoveriamo, vige e deve vigere il principio di responsabilità individuale, indefettibilmente. Dovrebbero esser tramontati i tempi delle cause sociali immaginate dietro ogni forma di devianza per perorare tolleranze immotivate.

Un buon inizio sarebbe prevedere processi immediati e pene detentive significative ed effettive ossia prive di benefici. Ed un corredo di misure amministrative inibitorie superando i molti limiti di quelle attuali, compresa la perdita piena o parziale di benefici statuali eventualmente goduti di ogni tipo. Sono solo esempi, che si possono approfondire, ma che  richedono volontà politica. E qui è il punto!

Ma non ci sembra di essere retrivi a volere, specie in questi casi, che chi sbaglia paghi, ma per davvero.

Gli scontri di Pagani