LA NOTA. La replica del sindaco Mirra alla richiesta di dimissioni, formulata dal Pd, è deludente e semplicistica. E Sautaniello fa la figura di Aristotele
4 Luglio 2019 - 20:05
SANTA MARIA CAPUA VETERE (Gianluigi Guarino) – Il sindaco Antonio Mirra, nelle rare volte in cui esterna il suo pensiero, esprime con nitidezza la misura della sua cifra politico-culturale. Persona per bene ma sindaco deludente e per di più con una visione del mondo un pò….usiamo un’espressione della nuova onomatopeica di whatsapp, ..mmmm….mmmmm...eureka, abbiamo trovato la parola continente e diplomatica, che ci porta a riassumere il pensiero in tal modo: una visione un pò semplicistica, soprattutto relativamente ai principi costitutivi dell’etica pubblica.
Noi di CasertaCe che a Santa Maria Capua Vetere non l’abbiamo fatta buona a nessuno, siamo stati in prima linea quando Antonio Mirra era fuori da ogni impegno politico che in realtà si è concretizzato solo quando ha ricevuto qualche nomina, come accadde al tempo di Enzo Iodice, che lo portò in una delle sue giunte. Per cui, riteniamo, con tutto il rispetto, di avere più titoli e, ci consenta, sindaco, un pò più di autorevolezza rispetto alla sua, per discutere intorno alla cosiddetta questione morale.
Ci siamo mai risparmiati, noi di CasertaCe, nell’azione di inchiesta e di denuncia, quella che ritenevamo la mala gestione delle pubbliche risorse? Mai. E mai abbiamo affrontato un argomento, scansandone un altro, in base ad un discrimine legato a conoscenze e rapporti personali.
Tutto ciò, questa terra malandata in cui la corruzione e più in generale il relativismo con cui vengono assolte le funzioni pubbliche, è riuscita a mettere in armonia i principi liberali in cui crediamo, con la durezza della lotta al malaffare. Cosa, in pratica, inattuabile, impossibile in molte altre parti d’Italia e del mondo, da Cesare Beccaria in poi.
Per cui, dall’alto, sindaco Mirra, ci consenta, dall’alto di questa esperienza e di queste benemerenze conquistate sul campo e non con le chiacchiere della legalità assertiva e teorica, possiamo dirle oggi che, no, non esiste un solo motivo per cui un sindaco debba rassegnare le dimissioni.
Non basta, semplicemente, non essere coinvolto in indagini giudiziarie per rimanere in carica.
E’ vero, ha ragione quando lei dice che il mandato del popolo sovrano è una cosa molto seria, che va sempre tutelata. Per cui, le dimissioni non si danno a cuor leggero. Ma negare la legittimità politica ad una forza d’opposizione, qual è il Pd, purtroppo quasi sempre a ranghi sparsi, perchè al Di Nardo di lasciare quella munifica prima commissione non va proprio a genio, rappresenta una replica articolata con una struttura concettuale di confronto a dir poco, ma proprio a dir poco, semplicistica, se non, sempliciotta.
La rappresentanza è sacra. E proprio per questo, chi è stato delegato a riassumere, sintetizzare, esporre e, per l’appunto, rinominiamo la parola cruciale, “rappresentare” il pensiero della minoranza del popolo sovrano, può e, in certi frangenti, deve puntare alla caduta del governo di una nazione, di una regione o, come nel caso di specie, di un comune.
Ciò perchè il diritto politico delle minoranze di puntare alla caduta dei governi, non lede il principio della rappresentanza della maggioranza, la quale può tranquillamente rideterminarsi e riaggregarsi nella sua espressione popolare, attorno a quel presidente del consiglio, a quel presidente di regione, a quel sindaco che l’opposizione è riuscita a mandare a casa, magari convincendo i consiglieri di maggioranza, a loro volta depositari di un mandato, che la fine di quell’esperienza di governo, è frutto di una carenza, del fallimento di una missione, collegata intimamente alla realizzazione di almeno una parte del programma presentato agli elettori.
Sono i ribaltoni il virus della democrazia, sindaco Mirra. E’ portare il mandato di opposizione dall’altra parte, quella comoda della gestione del potere, il vero atto degenerativo del processo democratico.
Ecco perchè, sindaco Mirra (ma probabilmente non ha avuto molto tempo a disposizione per scrivere quella nota), l’esposizione del suo pensiero sulla richiesta di dimissioni formulatale dal partito che peraltro a livello provinciale continua schizzofrenicamente a gratificarla con nomine importanti, è deludente, semplicistica e, ce lo conceda ancora, sempliciotta.
Pensi un pò che di fronte a quel suo scritto, l’intervento successivo del sempre più sorprendente Sautaniello, si libra nell’aria e diventa quasi il pensiero di un gigante, che magari senza la premessa teorica sui limiti del principio di rappresentanza, le dice una cosa molto chiara. Le dice, comunque efficacemente, che lei e la sua amministrazione avete fallito agli occhi di uno come lui, che si è candidato per sostenerla, che ha portato voti a quel progetto e che oggi, anche in rappresentanza di quei cittadini che, votando lui, votarono anche Antonio Mirra, afferma che le dimissioni si possono, anzi si devono dare di fronte al fallimento di un’azione di governo.