LA NOTA. No, Fulvio, così non va. Okay il ritorno di Magliocca, ma tu con la nomina a leader di Peppe Guida stai consegnando Forza Italia a chi ha propiziato la vittoria del PD e di Carlo Marino

31 Agosto 2022 - 12:53

Se l’argomentazione riguardante il solo ritorno nel partito di centrodestra di Giorgio Magliocca può essere materia opinabile, noi ad esempio abbiamo parlato di pornopolitica, ma non neghiamo che di possa essere qualche elemento di minima commestibilità dell’operazione. Ma se questo ritorno non avviene a testa bassa, ma addirittura appare come voluto, desiderato da Martusciello, che gli concede immediatamente la guida di FI, eh beh, amico Fulvio, non puoi trovarci d’accordo su questa cosa, anche se non userò per te mai aggettivi consoni alle modalità di commento che questo giornale sviluppa rispetto alle cose della politica casertana. Ma questo giusto perché ti sono e spero di rimanerti amico. Un amico a cui non è mai servito, non serve e non servirà nulla e che tiene viva la fiammella di un rapporto nato quasi 30 anni fa, in un contesto di puro pionierismo politico e giornalistico che fece onore ad entrambi e che nulla c’entra con i valori che sono dentro e attorno a questa roba di Magliocca

CASERTA (gianluigi guarino) – Con l’amico Fulvio Martusciello non alzerò mai la voce.

Ci conosciamo da quasi trent’anni e se il rapporto resiste, pur essendo lui un politico campano e pur chiamandomi io, Gianluigi Guarino, cioè in teoria entrambi calamite di due poli che non potranno mai attrarsi ideologicamente, filosoficamente, ritengo che si tratti di una persona la quale, pur avendo scelto di coltivare le sue ambizioni dentro ad un perimetro territoriale costellato da fuorilegge, conserva uno spirito di laboriosità e una coerenza che, vi garantisco, non lo indurrebbe mai a fare robe come quelle fatte negli ultimi anni da Giorgio

Magliocca.

Martusciello è nato politicamente con Forza Italia, con il sottoscritto a lui vicino e testimone del tempo, e fino a quando farà politica, o meglio, fin quando sarà vivo Silvio Berlusconi, rimarrà in questo partito.

Nella vita e nelle opere del cardinale Armand de Richelieu, primo ministro e per molti versi padrone della Francia durante il regno di Luigi XIII, il re balbuziente, ci sono le ragioni per le quali Magliocca, inopinatamente per chi ritiene che in politica dovrebbero quantomeno sopravvivere due o tre regole che, tutto sommato, che la politica acquisisce, incamera, in quanto appartenenti alla categoria più ampia del buon vivere, della minima distinzione tra un modo di stare nella società e l’altro modo, cioè quello applicato dai fuorilegge di cui sopra, è stato accolto almeno in apparenza, almeno stando alla comunicazione fatta passare, in Forza Italia da Martusciello come il figliol prodigo.

Il neo coordinatore regionale del partito di Berlusconi compie dunque un’operazione i cui connotati sono completamente estranei, assolutamente differenti da quelli che hanno segnato la sua lunga esperienza in politica, vissuta in uno e in un solo partito.

Il ritorno di Magliocca – che noi abbiamo già valutato, declinando il nostro punto di vista (PUOI LEGGERLO CLICCANDO QUI)

– avviene con modalità evidenti, caro Fulvio, a parla chiaro è per gli amici ed essere amici non vuol dire proteggere ragioni quando non le si condivide totalmente come in questo caso. Ragioni che sviluppano tutto quello che fanno della politica un affare riguardante solo pochi iniziati che si spartiscono il pubblico danaro e che guardano con sempre maggiore soddisfazione allo sfaldamento del corpo civile e all’incremento ormai irreversibile dei cittadini che tali non vogliono essere più e che dunque, per prima cosa, strappano il certificato elettorale, permettendo agli impostori, ai filibustieri, ai fuorilegge di fare letteralmente il bello e cattivo tempo e di tenere sempre più al riparo da occhi indiscreti le loro continue spartizioni del bottino.

Mai operazione fu praticata più a freddo di questa riguardante Magliocca. Affermiamo ciò non tanto perché vogliamo radicarci in una posizione intrisa nelle ragioni di una morale spicciola, ma perché il ritorno di Magliocca avviene a 10 mesi di distanza dalle elezioni comunali di Caserta.

Citiamo questo evento, le amministrative del capoluogo, perché, in funzione del ragionamento che vogliamo portare avanti, è finanche più importante di quell’autentica orgia di cofecchie realizzate con l’approssimarsi dell’ultimo Natale, alla vigilia delle elezioni provinciali, vinte da Magliocca esclusivamente grazie all’appoggio di Giovanni Zannini e dunque di Vincenzo De Luca, da cui lo stesso Zannini ha tratto la forza di creare un’autentica scuderia di sindaci pronti a seguirlo, in quanto lui è in grado di aprire certe porte a Napoli, è in grado di garantire posti di lavoro, come ha dimostrato nell’incredibile vicenda delle assunzioni ASL a favore della famiglia Sagliocco-SpezzaferriTurco.

Checché se ne possa dire, De Luca, il cartello politico che lo sostiene è stato il protagonista principale della vittoria di Magliocca alle Provinciali, visto che tutto quello che Zannini ha potuto realizzare, partendo, ripetiamo, da decine e decine di sindaci e forse centinaia di consiglieri comunali, tutto elettorato attivo e passivo per le consultazioni provinciali, è stato possibile solo ed esclusivamente grazie alla benzina fornita da Vincenzo De Luca e dal figlio Piero, visto e considerato che il signor Antonio D’Amore, simpaticamente conosciuto ad Aversa come bimbò, se ha fatto quello che ha fatto da direttore generale dell’ASL NA2, con l’assunzione di uno dei figli di Luciano Sagliocco e uno dei componenti della famiglia Soezzaferri, è perché ha ricevuto l’ultima direttiva da De Luca padre o dal figlio Piero, dato che non sarebbe bastato Zannini e nemmeno la storica amicizia che D’Amore ha con la famiglia Sagliocco, al tempo del compianto Peppino Sagliocco.

Ma le Comunali di Caserta sono state, secondo me, anche più importanti come spunto definitorio di quell’aspetto da noi pornografico che connota il ritorno di Magliocca dentro FI.

Il presidente della provincia di Caserta è stato parte attiva, ha partecipato alle riunioni, ha messo a disposizione – così come abbiamo dimostrato in diversi articoli – i suoi meccanismi clientelari della causa del Partito Democratico, della causa di Carlo Marino, il quale ha lavorato in stretta connessione con il governatore De Luca e con la totale adesione dell’intero centrosinistra che, con la scusa del “Zinzi Leghista“, ha utilizzato cinicamente, furbescamente una linea ideologica, suggestionando così le anime più semplici, le quali non si sono rese conto che Marino e il suo bieco sistema di potere non avevano alcuna legittimazione morale e politica per dare lezioni di civiltà e per denunciare la matrice razzista del movimento fondato da Umberto Bossi e oggi guidato da Matteo Salvini.

Questo perché un assassino non può certo puntare il dito contro un rapinatore. Lo possiamo fare noi, ma non certo Carlo Marino.

Magliocca, dunque, è stato uno dei protagonisti dell’affermazione elettorale del PD, del centrosinistra e di Carlo Marino.

Oggi il sindaco di Caserta, il quale è già proiettato verso le elezioni europee, si è inventato un ruolo di coordinatore della campagna elettorale del Partito Democratico. Una campagna elettorale condotta in alternativa e in antitesi al centrodestra e dunque anche a Forza Italia; una campagna elettorale che Marino può coordinare grazie anche a Giorgio Magliocca, che gli ha permesso, in importante quota parte, di restare al potere, dato che il ballottaggio Marino lo ha vinto per due mila voti, come si suol dire, “a togliere e a mettere”, e non certo con uno scarto ampio.

Tutti quelli che hanno morso il freno, tutti quelli che si sono candidati nel centrodestra alle elezioni comunali, a partire dal gruppo di persone che ha permesso a Forza Italia di non scomparire dalla scena cittadina, grazie ad un atto di liberalità, di disponibilità disinteressata, una sorta di tributo senza corrispettivo a quel simbolo in cui tanti italiani e tanti casertani avevano creduto, sanno bene che se non sono stati eletti, se il cdx ha perso e il PD ha vinto, se a Caserta non si è potuto creare un nuovo polo amministrativo in grado di conficcare un cuneo nel possente e apparentemente inviolabile sistema di potere della famiglia De Luca, pienamente appoggiata dal PD con il quale, non a caso, Piero De Luca si candida, ciò è stato determinato anche e soprattutto dalle strutture di appoggio alla campagna di Carlo Marino fornite da Magliocca, espostosi in prima persona.

Siccome siamo liberali, poniamo ai lettori e ci poniamo la seguente domanda: tutto questo rappresenta una ragione sufficiente per una condanna ad una sorta di ergastolo politico che, per definizione, dovrebbe impedire al presidente della provincia di rientrare nel centrodestra? No. Non a caso abbiamo citato l’episodio biblico del figliol prodigo che non va in conflitto con il giudizio sulla pornografia politica, che rivendichiamo e ribadiamo.

Ma qui, al di là del rispetto della parabola e quindi dell’utilizzo a scopo celebrativo del vitello grasso, rappresentato dall’annuncio ufficiale dato direttamente dal coordinatore regionale Martusciello, si sta andando molto al di là, si sta scavalcando il perimetro del racconto del figliol prodigo.

Perché se è vero che il padre, che riaccoglie il figlio pentito dopo una vita da degenerato, spiega ai fratelli di questi, cioè agli altri suoi figli incazzatissimi per quella festa organizzata in onore del figliol prodigo, il significato del recupero di una coscienza, una porta aperta per il dovuto perdono, è anche vero che non dice agli altri suoi figli che, da domani in poi, l’apparente irrecuperabile, provvidenzialmente recuperato, comanderà tutto lui in casa e nell’azienda agricola.

Insomma, Magliocca sarebbe dovuto tornare con il capo chino, avrebbe dovuto chiedere scusa a tutti quelli che lui ha combattuto, che lui ha danneggiato alle elezioni comunali, appoggiando in prima linea il Partito Democratico e Carlo Marino.

E invece no, amico Fulvio. I nomi che sono emersi danno l’idea che sei stato tu a pregare Magliocca di tornare. In quei nomi è scritta questa evidenza. Al riguardo, mi spieghi cosa significa mettere a capo di questa sorta di quadrumvirato, di direttorio che dovrà guidare il partito a Caserta e provincia in futuro, il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida?

A questo punto sarebbe stato meglio nominare direttamente Giorgio Magliocca, dato che Guida vive il suo status di controfigura in maniera addirittura imbarazzante, come una sorta di testa di legno politicamente ancillare rispetto al presidente della provincia che, non a caso, ha subito litigato con la sua maggioranza perché qualcuno aveva osato mettere in discussione il posto di Guida a capo dell’Agis, l’azienda che gestisce tutti gli impianti sportivi, le palestre delle scuole superiore di pertinenza dell’amministrazione provinciale, a partire dalla piscina olimpionica di via Laviano e dallo storico e prestigioso palazzetto dello sport di via Medaglie d’Oro, attiguo allo stadio Pinto, patrimonio, invece, del comune di Caserta, seppur pignorato dal buon Mario Pagano Granata.

Guida è una sola cosa rispetto a Magliocca il quale, oggi, se si può rapportare in grande letizia con il suo vicesindaco di Pignataro Maggiore, Vincenzo Romagnuolo, è perché quest’ultimo è stato gratificato dall’assunzione a tempo indeterminato al comune di Arienzo dove Peppe Guida, come già detto, è sindaco, in qualità di nuovo comandante dei vigili urbani a conclusione di un concorso-barzelletta che nell’autunno scorso CasertaCE ha seguito passo passo, scrivendo decine di volte, alla luce di ciò che era scritto nel bando, nelle norme concorsuali relative ai requisiti, il nome di chi l’avrebbe vinto e che poi effettivamente l’ha vinto.

Giorgio Magliocca si è sdebitato con Giuseppe Guida assumendo, ai sensi dell’articolo 110 del Tuel, l’ingegnere Giovanni Rivetti, nuovo capo dell’Ufficio Tecnico del comune di Pignataro, ma soprattutto fratello del presidente del consiglio comunale di Arienzo, Antonio Rivetti.

Un centodieci fatto nel corso della precedente consiliatura comunale e riconfermato senza soluzione di continuità, con una procedura che, a nostro avviso è del tutto illegale, visto e considerato che l’articolo 110 del Tuel stabilisce tassativamente che chi viene assunto con quella procedura rimane fino a quando il sindaco resta in carica.

E il fatto che Magliocca in carica è rimasto per l’ordinaria amministrazione nel periodo di mezzo tra la fine della consiliatura e le nuove elezioni amministrative del 2021, riprendendo poi i pieni poteri all’esito dello scrutinio, non significa le condizioni previste dal centodieci siano state rispettate, dato che il Tuel, quando fa riferimento alla figura del sindaco, colloca la stessa nella definizione più ampia e istituzionalmente più completa del sindaco che rappresenta l’intera amministrazione comunale.

E se l’amministrazione comunale va “in scadenza” nel 2021, se l’amministrazione comunale uscita dalle elezioni dell’autunno scorso è un’altra cosa, per giunta formata da un vicesindaco diverso da quello precedente, da assessori diversi da quelli precedenti, è chiaro che esiste una discontinuità che rende – a nostro avviso – illegale la proroga ottenuta attraverso un procedimento veramente inquietante dal pupillo del sindaco Guida a capo dell’Ufficio Tecnico di Pignataro. Giovanni Rivetti avrebbe potuto conservare la sua carica frutto dell’articolo 110, attuato nella scorsa consiliatura, anche per il periodo intercorrente dalla fine del quinquennio e le nuove elezioni. Ma nel momento in cui Magliocca è stato proclamato sindaco per un’altra volta, distinta dalla precedente, lui avrebbe dovuto lasciare l’incarico e magari partecipare un nuovo concorso, bandito anche il giorno dopo dell’insediamento

All’amico Fulvio Martusciello (gliel’ho detto anche a telefono) ribadisco che questi racconti relativi a Giorgio Magliocca, relativi alla sua assunzione a tempo indeterminato nel comune di Sparanise, voluta da Giovanni Zannini e realizzata dal sindaco indagato Salvatore Martiello, potrebbero continuare fino alla stesura di un libro intero.

Per cui, se tra tre giorni, sabato, come tutto lascia pensare, Forza Italia deciderà che Giuseppe Guida sia il primus inter pares nel gruppo dei quattro che dovrebbe comprendere anche la personalità pura, stradistinta e stradistante dai meccanismi di cui abbiamo scritto adesso, ci riferiamo a Nello Spirito, a cui si aggiungerebbero anche l’aversano, già vicepresidente della provincia in quota AN-Landolfi-Polverino ai tempi di Zinzi, Gianpaolo Dello Vicario, un altro non certo estraneo alla vita alle opere di Magliocca, e infine il sindaco di Presenzano, Andrea Maccarelli, il più zanniniano degli zanniniani tra le fasce tricolori della provincia e vicino di casa dell’europarlamentare forzista Aldo Patriciello, vuol dire che Martusciello ha cercato, pregato Magliocca di rientrare in FI, al contrario di quello che si vuol far credere, riconsegnandogli direttamente le chiavi del partito, con sommo gaudio degli alleati del centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia, che questo qui se lo sono trovati sempre contro, pronto e attivissimo negli ultimi due anni in ogni competizione elettorale.

Dai, Fulvietto, chiudiamo con una battuta per sdrammatizzare, anche se non è certo drammatico che due amici possano avere idee difformi o che due amici, nel rispetto sacrale delle reciproche funzioni, le svolgano con modalità tali da sviluppare un comunque civile disaccordo.

Questa tua operazione, amico Fulvio, è…rullo di tamburi…criticabile. Hai visto che aggettivo ho tirato fuori dalla mia antitesi, dal mio mr. Hyde, in nome della nostra amicizia?